Capitolo diciassette: cappuccetto Rosso

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Blair
Bene... Bene... Bene.

Daryl Dixon è solo uno sbruffone, rozzo e bipolare che riesce a farmi irritare in mezzo secondo.

Come ho potuto pensare che fosse dolce? Ancora ripenso al sorrisetto derisorio che ha solcato le sue labbra non appena ha intuito che sono solo una ragazzina imbranata.

Lascio andare uno sbuffo e mi allontano dal lavandino per avvicinarmi alla porta del bagno, fortunatamente Lori ha avuto la brillante idea di preparare una cena a casa Greene ed io mi sono proposta per aiutare, così posso approfittare di godermi le comodità che può offrire una dimora.

Abbasso la maniglia e apro la porta ritrovando Shane appoggiato alla parete difronte, tiene le braccia incrociate al petto e il suo sguardo è così perso ad osservare il vuoto da non notare subito la mia presenza.

"Tutto bene?". Sobbalza e i suoi occhi corrono immediatamente su di me mentre tenta di piegare le labbra in un sorriso rassicurante, purtroppo quest'uomo possiede troppe ombre per risultare tranquillo e affabile.

"Hai impiegato molto tempo". Esordisce restando appoggiato con la schiena alla parete.

Scuoto le spalle senza replicare alla sua affermazione, in fondo sono fatti miei quanto impiego nel bagno e perché lo faccio.

"Non ti piace chiacchierare o non ti interessa farlo con me?". Domanda scrutando attentamente il mio viso per poi scendere con lo sguardo sul mio seno messo leggermente in mostra dallo scollo a v della mia maglietta nera.

"Onestamente, se non smetti di guardarmi in questo modo di caverò gli occhi e li userò come orecchini". Dichiaro incrociando le braccia mentre lui sorride e ritorna ad osservare il mio viso.

Almeno ha il buon senso di eseguire gli ordini, quando ovviamente non vengono dallo sceriffo.

Ho notato come tenta di stare lontano da Lori ma allo stesso tempo la guarda di nascosto ogni volta che ha l'opportunità e ovviamente cerca di mostrarsi gentile nei confronti di Rick tuttavia la gelosia che prova è ben evidente... O almeno lo è per me.

"Perdonami, non è iniziata bene tra di noi".

"Perché dici questo? In fondo ti sei mostrato sin da subito così scontroso da non prendere la briga di presentarti e poi hai urlato davanti a tutti che sono stata in prigione". Ribatto tenendo gli occhi puntati nei suoi.

"Vero, ma ti ho salvato da Ed". Come mio solito, lascio andare uno sbuffo ricordando bene quel momento e sono certa che senza il suo intervento sarei stata io la persona ricoperta di lividi.

"Nobile da parte tua tuttavia potresti ammettere che eri solo frustrato e avevi trovato il modo di sfogare la rabbia". Si allontana dalla parete e si avvicina così tanto a me che sono costretta a compiere dei passi indietro fino a sbattere la schiena nella parete.

"Hai ragione, ero infuriato ed è stato bellissimo picchiare Ed ma allo stesso tempo non volevo che quel viscido ti mettesse le mani addosso per poi passare a sua moglie". Mormora avvicinando le dita al mio viso per spostare una ciocca di capelli dietro al mio orecchio, non abbasso lo sguardo e con un semplice gesto della mano scaccio la sua.

So difendermi, l'ho sempre fatto quindi lui non mi spaventa nonostante i suoi occhi hanno perso ogni tipo di lucentezza.

Shane è tormentato da dei demoni, è ben evidente ma proprio per questo può essere pericoloso per tutti noi.

"Disturbo?". Anche se sono consapevole che l'uomo davanti a me non può fare niente, mi ritrovo a lasciare andare un sospiro di sollievo non appena i miei occhi incontrano quelli azzurri dell'arciere.

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