Capitolo ventotto: vecchie conoscenze

157 17 69
                                    

Blair
Credo che non serva a nulla essere buoni o cattivi, ci sono giornate dove la sfortunata si attacca addosso e non puoi liberartene. Peccato che ormai si vive costantemente sotto il mirino delle disavventure, ogni passo che si compie è sempre sbagliato.

"Uhm, che male". Borbotto avvertendo un forte dolore sulla tempia e alle braccia, tenute legate dietro lo schienale della sedia dove sono stata posizionata.

A fatica sollevo la testa e inizio a mettere a fuoco la figura di Maggie, i sui occhi brillano di paura mentre è seduta rigidamente ma senza nessuna corda. Guarda alle mie spalle dove avverto la presenza di qualcuno camminare con tranquillità.

"Posso sapere chi mi ha invitato a cena?". Mormoro provando a inclinare il capo per vedere la figura alle mie spalle ma, purtroppo, il colpo ricevuto è stato così violento che, appena mi muovo, tutto inizia a girare.

"Mi ferisce che non ti ricordi di me, dolcezza". Corrugo la fronte con la sensazione di aver già sentito questa voce da qualche parte.

"Se siamo stati a letto insieme, mi dispiace, non sei stato così bravo da restare impresso". Dico facendo ridere lui e un'altra persona nella stanza.

Una mano agguanta il mio viso, le guance vengono strette nella morsa delle sue dita e poi mi ritrovo a guardare un uomo che già in passato ho incontrato.

"Merle". Sussurro immergendo i miei occhi marroni nei suoi azzurri e impregnati di rabbia.
"Allora ti ricordi". Scuoto le spalle provando a sottrarmi dalla sua stretta.

"Come posso dimenticare il cocainomane che ho umiliato". Un ghigno prende spazio sul suo viso e non promette niente di buono.

Il mio viso viene liberato solo per permettere alla mano di Merle di abbattersi con forza sulla mia guancia. Maggie lascia andare un urlo mentre io tento di non dimostrare quanto lo schiaffo abbia fatto male, è stato così forte che per un'attimo perdo sensibilità sulla zona colpita.

Non comprendo come questo stronzo possa essere fratello del mio arciere, colui che fino a ieri cullava tra le proprie braccia la piccola spaccaculi.

"È una gioia vederti vivo". Borbotto con evidente sarcasmo e nuovamente la sua mano si solleva ma un'altra blocca il suo polso prima che possa colpirmi.

Nella mia visuale entra un altro uomo, sulla quarantina e dai capelli castani mentre gli occhi azzurri mi osservano divertiti.

"Merle, concentrati sul ragazzo. A loro ci penso io". Dichiara e non ha bisogno nemmeno di alzare la voce per farsi ascoltare, basta la sua figura autoritaria a fare filare il mio nemico fuori dalla stanza nonostante una parte di lui voglia restare per uccidermi.

L'uomo appoggia le mani sui fianchi e non sposta il suo sguardo da me, fregandosene altamente di Maggie che nel frattempo trema dalla paura.

"Ti esce sangue". Esordisce uscendo dalla tasca un fazzoletto per adagiarlo con delicatezza sulla ferita sulla mia guancia.

"Dovrebbe addomesticare meglio il suo rottweiler". Sussurro facendolo sorridere e, dopo aver riposato il fazzoletto, lascia una carezza sul mio viso.

"Mi dispiace, hai perfettamente ragione". Piego le labbra in un sorriso, conosco gli uomini come lui, pieni di carisma che nasconde un'anima oscura.

Tutta questa gentilezza solo per convincermi che lui non è il nemico, nella mia vita ho imparato a dover stare attenta soprattutto a uomini come lui e meno da quelli come Merle.

Questa persona, all'apparenza gentile, vuole fare leva prima sulla mia mente e sulle mie emozioni ma ha sbagliato ragazza. Lancio un'occhiata a Maggie cercando di tranquillizzarla e lei prende un profondo respiro.

Il nuovo mondo / The walking deadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora