XXII (POV Eric)

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Gli allenamenti in palestra scorrono in modo incredibilmente piacevole e, guardando il modo in cui Izzy si muove attorno al sacco colpendolo con precisione, non posso fare a meno di ritrovarmi ad abbozzare un sorriso.

Devo avere un'espressione piuttosto idiota, considero, perché Quinn non fa altro che lanciarmi occhiate di soppiatto e trattenersi in modo evidente dallo scoppiarmi a ridere in faccia. Eppure non posso fare a meno di sentirmi bene.

Questa giornata è evoluta in modo sorprendente; le ultime ventiquattro ore non sono state proprio le migliori da quando mi sono trasferito alla Residenza e non mi dispiace affatto che tutto sia tornato alla normalità.

Dopo l'ultima sequenza, Izzy lancia un'occhiata all'orologio nell'angolo opposto della sala e annuncia: - Manca poco all'ora di cena. Credo che sia meglio se per oggi la finiamo qui e andiamo a farci una doccia, non voglio arrivare in mensa in questo stato. –

Aggrotta la fronte, arricciando il naso davanti al sudore che le imperla buona parte del corpo e dei capelli arruffati. Personalmente non ci vedo nulla di male in quel look, anzi devo ammettere che ha un che di seducente, ma mollò a mia volta il sacco e annuisco.

- Certo, abbiamo lavorato a sufficienza, andiamo quando vuoi. –

Quinn muove le labbra, mimando la mia replica con fare ironico, e per tutta risposta faccio svettare in aria il medio. Il suo sorriso si allarga ancora di più e ormai sembra ghignare come un maledetto gatto del Cheshire. Scrollo le spalle, deciso a ignorarlo, e seguo Izzy fuori dalla palestra. Percorriamo il corridoio in silenzio, troppo stanchi per fare conversazione, e quando arriviamo in camerata la troviamo miracolosamente vuota.

A quanto sembra tutti gli altri sono ancora in giro, decisi a godersi ogni singolo momento di quella giornata libera, in vista dell'inizio del secondo modulo. Ed è decisamente un bene, penso mentre lascio cadere le mie cose sul bordo della brandina, perché c'è un silenzio rilassante.

Deve essere passato molto tempo dall'ultima volta in cui mi sono ritrovato completamente solo con Izzy, considero, e non posso fare a meno di considerare con attenzione tutto quello che sto provando in questo frangente. Avverto una certa tensione al petto, come se stesse per accadere qualcosa, e sono palesemente carico d'aspettativa.

Quale essa sia, tuttavia, non mi è minimamente dato saperlo.

Izzy dal canto suo recupera il suo telo da doccia e indugia per qualche attimo sulla soglia del bagno. Fa spostare il peso da una gamba all'altra, mordicchiandosi il labbro inferiore, e mi osserva di sottecchi. Sembra indecisa sul da farsi e mi ricorda l'espressione che aveva quando mi ha chiesto di aiutarla ad allenarsi in vista dell'incontro contro Jordan.

È adorabile.

Scaccio via quel pensiero. Cosa accidenti sono diventato, un patetico sentimentale?

- Ti dispiacerebbe montare la guardia all'ingresso del bagno? Non vorrei che tornasse qualcuno mentre sono sotto la doccia -, dice alla fine con un vago accenno di rosa acceso a imperlarle le gote, - eviterei volentieri di dare spettacolo davanti all'intera camerata. –

Annuisco, avvicinandomi a lei.

- Certo, non preoccuparti, ci penso io. –

Mi ricompensa con un sorriso riconoscente e poi mi oltrepassa, dirigendosi a passo spedito verso una delle docce nell'angolo. Sento il rumore dell'acqua che sgorga fuori e, mentre diventa abbastanza calda da poter fare una doccia senza rischiare l'assideramento, un rumore di abiti che vengono sfilati e depositati in un angolo del pavimento. Sebbene sia girato verso i letti, dandole le spalle e concedendole la privacy di cui ha bisogno, mi sembra di riuscire a immaginare chiaramente l'acqua che l'accarezza.

Like fire and gunpowderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora