VI (POV Eric)

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Salve!

Chiedo scusa per l'attesa, ma tra le varie feste e i parenti che hanno affollato casa ho avuto ben poco tempo per scrivere. Tuttavia mi metterò in pari, conto di pubblicare due capitoli tra oggi e la fine della settimana, perciò spero vogliate perdonarmi ;)

Oltre a ciò sappiate che a fine capitolo troverete i prestavolto dei personaggi nominati fino a questo momento.

Come sempre ringrazio chi ha letto, inserito nel proprio elenco di lettura, stellinato e recensito. Vi adoro, siete veramente fantastici!


*



Il risveglio che ci viene riservato è gradevole quanto un martello pneumatico che penetra all'interno della scatola cranica. Impiego qualche istante ad abituare gli occhi alla luce bianca e altamente sgradevole che ci illumina il volto; poi l'immagine di Amar, che ci osserva sorridente mentre fa passare un bicchiere di latta avanti e indietro contro la porta in lamiera della camerata, diventa chiara. Da qualche parte nell'addestramento per gli iniziati deve essere prevista la privazione del sonno, considero mettendomi a sedere con un colpo di reni. Osservo il resto dei miei compagni e nessuno, a parte forse Mia, sembra abbastanza sveglio da rendersi conto di dove si trovi e cosa stia succedendo, ma del resto lei è avvantaggiata dagli orari antelucani delle fattorie dei Pacifici che hanno scandito la sua vita fino al giorno prima. Sean affonda la testa sotto al cuscino, premendolo ai lati delle orecchie, e impreca sonoramente visto che Amar non sembra voler smettere di tirarci giù dalla branda in quel modo barbaro. Il Rigido ha un'aria ancora più scombussolata della sera precedente, ma si tira su senza proferire parola e osserva Amar con religioso rispetto. Ho idea che quei due vadano molto d'accordo e la cosa non mi piace. Un bravo istruttore non dovrebbe fraternizzare con gli iniziati, ma Amar non sembra seguire questa regola e ciò mi porta a confermare la mia impressione iniziale: Amar non è in grado di svolgere il suo compito come dovrebbe. Izzy calcia via le coperte, i capelli corvini arruffati e gli occhi ancora gonfi per il sonno, e finisce quasi con l'inciampare nel mettersi in piedi. Recupera l'equilibrio in fretta e lancia un'occhiataccia ad Amar. A quanto pare nemmeno lei è troppo contenta del nostro istruttore in questo momento.

- Avete dieci minuti per prepararvi, sempre ammesso che ci teniate a fare colazione, e tra mezz'ora vi aspetto in palestra. –

Alle parole colazione sento il mio corpo cominciare a risvegliarsi magicamente. Se c'è una cosa che accomuna gli Eruditi e gli Intrepidi questo è lo smodato uso di caffeina. Ci tiene svegli, reattivi, e pronti a tutto. E devo ammettere di essere assolutamente dipendente da quella nera, bollente e assolutamente deliziosa bevanda. L'idea di ingurgitarne un'intera caraffa rende improvvisamente la prospettiva del risveglio piuttosto attraente.

Indosso la tenuta d'allenamento e allaccio gli scarponi a tempo di record, unendomi al resto dei miei compagni che avanza a passo di carica lungo il corridoio ancora semi deserto. Abbiamo lasciato la mensa quando la festa di benvenuto era ancora in corso, e la maggior parte dei membri effettivi era troppo ubriaca per ricordare il loro nome, e quel silenzio mi lascia intendere che a parte gli iniziati e gli addetti della mensa non ci sia praticamente nessuno in giro per la Residenza.

Quando entriamo nella sala mensa la mia impressione viene prontamente confermata. Delle decine di lunghi tavoli disponibili solo alcuni hanno poche sedie occupate, il resto è completamente deserto. Faccio vagare lo sguardo sul lungo tavolo del buffet e mi illumino. Nell'angolo opposto c'è una quantità di caffè in grado di tenere sveglia l'intera Residenza per le prossime trentasei ore. È lì che punto, conquistando una tazza gigantesca e riempiendola fino all'orlo; ignorando i miei compagni che si abbuffano di dolci, scarto la prima metà del buffet e mi concentro sulla colazione salata. Afferro il lungo mestolo delle uova strapazzate e le sistemo su un lato del piatto, riempiendo le parti restanti con pane tostato e bacon croccante. Sto per tornare indietro quando mi blocco. Decido di tornare sui miei passi e afferro un'altra tazza. Mentre riempio anche quella sento un paio d'occhi su di me. Alzo appena lo sguardo, incontrando delle iridi scure come il carbone che mi osservano con espressione vagamente divertita.

Like fire and gunpowderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora