Capitolo 10 - Hai giocato bene ieri

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Il giorno seguente tutti - e dico tutti – parlavano della partita. Ma non solo. Quasi tutte le ragazze della scuola seguivano Louis ovunque andasse. Non è che mi importasse, perché Louis si meritava davvero tutte le attenzioni possibili dopo la partita di ieri, ma dovevano essere così appiccicose? Era come se fossero incollate al suo corpo minuto.

Attualmente mi stavo dirigendo verso la classe di matematica, correndo per il corridoio dal momento che ero leggermente in ritardo. Ero rimasto a mensa per un po' troppo tempo... come sempre.

Una volta che arrivai alla classe, aprii la porta ed entrai con un sorriso sul volto. Il sig. Olsen, che era seduto sulla sedia del professore, alzò un sopracciglio e serrò la mandibola. "Guarda chi abbiamo qui. Non è l'Harry Styles che a quanto pare arriva sempre in ritardo alle mie lezioni?" la sua voce era così severa che avrebbe potuto far rabbrividire chiunque, giuro.

"Buongiorno a lei, sig. Olsen." Dissi sarcasticamente rivoltando gli occhi.

Quando non ricevetti risposta, iniziai a camminare verso il retro della classe, dove c'era un posto vuoto di fianco a un ragazzo di nome Eric. Fui interrotto dalla voce ancora severa del mio insegnante. "Non credere di poter scegliere dove sederti quando arriva così in ritardo, sig. Styles."

Mi voltai, notando che chiunque in classe mi stava osservando, compreso il ragazzo con i bellissimi occhi blu seduto in prima fila, anche conosciuto come Louis. "E perché diamine non dovrei? Solo perché sono cinque minuti in ritardo non significa che può trattarmi in modo diverso."

Incrociò le braccia al petto, corrugando anche l'altro sopracciglio. "Preferisce che la mandi dal preside?" chiese compiaciuto, già conoscendo la mia risposta.

Gli lanciai uno sguardo truce, camminando lungo la fila finché non mi trovai faccia a faccia con lui. "Allora dove vuole che mi sieda?" scattai, sentendo la rabbia crescere dentro di me.

Alzò la mano per picchiettarsi il mento con l'indice un paio di volte prima di rispondere. "Di fianco al sig. Tomlinson. È andata piuttosto bene la volta scorsa, quindi non sarebbe male se steste vicini di nuovo."

Riuscii a vedere con la coda dell'occhio come Louis deglutì con forza, guardando in basso i suoi libri che erano sparsi sul banco. Mi rigirai verso il sig. Olsen con un cipiglio sul volto, lasciandomi sfuggire un ringhio profondo mi diressi verso il ragazzo dai capelli soffici.

Mi sedetti silenziosamente nella sedia accanto a lui senza neanche lanciargli un'occhiata. Ben presto la classe si riempì di un leggero brusio mentre le persone iniziavano a lavorare. "Hai intenzione di stare seduto lì senza fare niente per tutta la lezione?" borbottò Louis dopo un quarto d'ora.

Inclinai un sopracciglio, guardandolo scioccato. Mi aveva parlato con un tono di voce quasi normale? "Um, sì?"

Lui alzò le spalle tornando al suo lavoro.

"Hai giocato bene ieri." Dissi senza riflettere, tappandomi la bocca con la mano per aver detto una cosa così stupida.

Alzò lo sguardo dal suo libro, un'espressione sorpresa ricopriva i suoi lineamenti. "Io um... grazie. Credo?"

Io semplicemente annuii, riaffondando nella mia sedia, allungando le braccia sul banco e appoggiando il mento su di esse.

Una volta che la campanella suonò, scattai in piedi e uscii dalla classe, aspettando dietro l'angolo che uscisse dalla stessa aula una certa persona. Vedendo Louis camminare nella mia direzione con i libri premuti contro il petto, mi lasciai sfuggire un piccolo sorriso.

Fortunatamente sembrava che le ragazze non lo avessero ancora notato, quindi quando girò l'angolo dietro cui mi stavo nascondendo, era ancora da solo. Afferrando il suo braccio lo spinsi contro il muro facendo cadere tutti i suoi libri per terra.

When Hate Turns Into Love (Larry Stylinson // Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora