Il limbo non era mai esistito e nemmeno la famiglia Grayson, il salvataggio da parte di Game non era mai avvenuto, così come la morte di Rey e la festa in maschera. Era tutto frutto di un'illusione creata dal Mutaforma.
L'obbiettivo principale era quello di riuscire a formulare un patto con me senza troppe complicazioni, sapeva infatti al cento per cento che, in condizioni normali, sarebbe stato difficile parlarmi senza che Dante si fosse messo in mezzo. Perciò aveva creato dal nulla un mondo totalmente nuovo all'interno della mia mente, solo che non si aspettava un mio contrattacco.
Mentire al Mutaforma, dicendogli che ero io stessa una Mutaforma, era stato tanto pericoloso quanto geniale. Avrei avuto un incontro programmato con lui sulla Cruise Bell, dopo il ringraziamento.
<<Aria>>, mormorò Dante svegliandosi. Con una mano mi cercò tra le candide lenzuola.
Fissavo il soffitto cercando di pensare ad altro, ma la voce tenebrosa e sottile del Mutaforma continuava a risuonarmi in testa. <<Ehi>>, sussurrai.
Lui non sapeva assolutamente nulla di quello che mi era successo, così come Alaska, Kim, Rey e Lucrezia. Tra di noi era ritornato quell'alone di mistero che c'era stato a New York. Non ci avevo ancora pensato su abbastanza, avrei dovuto ragionarci sopra ancora e ancora prima di decidere se intraprendere un viaggio così tortuoso come quello della vendetta.
<<Ti sei ripresa?>> mi chiese trovando il mio corpo caldo con le dita.
Feci un profondo respiro. <<Sì, ricordami di ringraziare Game, quando lo rivedremo>>.
L'unica cosa che si era infine rivelata reale era stato l'aiuto da parte di Game, che, con lo stesso metodo usato nella mia illusione, mi aveva sottratta alla discesa verso il Limbo.
La camera degli ospiti di Alaska era spoglia. Le pareti di un verde bagnato stonavo terribilmente con i mobili antichi e i quadri moderni. Mi alzai dal letto lasciando Dante nel suo lieto dormiveglia.
Uscii dalla camera in punta di piedi. Sperai di non incontrare nessuno, dato che avevo indosso solamente una felpa larga e delle culotte nere. Una volta chiusa la porta, mi ritrovai nell'isolato corridoio di villa Coldorf. Dopo qualche secondo, scesi le scale a chiocciola fino ad arrivare nella vuota cucina.
Sul bancone nero c'erano una bottiglia di latte ed un piatto vuoto.
<<Gesù Cristo, Aria, pensavo fossi una ladra!>> esclamò qualcuno alle mie spalle.
Voltandomi vidi Rey, il mio Rey in mutande e con tutto il resto del corpo scoperto.
<<Rey...>> la voce mi uscì come un sussurro di felicità seguito da un sorriso sollevato. Mollai tutto sul bancone e corsi verso di lui ad abbracciarlo. Il mio cuore era ancora convinto che fosse morto sul treno per Boston, vederlo in quella cucina fu per me un sollievo.
<<Calmati Aria>>, rise spingendomi via. <<Ci siamo visti solamente ieri sera, sembra che tu non mi veda da circa due anni o poco più>>, dichiarò felice.
No, Rey. Eri morto, ti aveva ucciso il Mutaforma. Tutti piangevamo la tua morte con il cuore a pezzi. <<Hai ragione>>, dissi calma, cercando di non far trapelare nulla.
L'occhio mi cadde su una figura femminile in biancheria intima che veniva verso di noi sorridendo.
Era una ragazza bionda e con delle gambe lunghissime e filiformi.
Sembrava quasi più bella di Lucrezia Del Cardo.
<<Ciao>>, mi disse andando verso il cartone di latte.
Alzai un braccio in segno di saluto e feci finta di sorridere.
<<Ok>>, mi rivolsi a Rey. <<Chi è questa?>> chiesi a bassa voce.
Lui rise. <<E' una ragazza che ho incontrato ieri sera. Era sulla strada qui vicino, tentava invano di cambiare una gomma alla macchina e così, giustamente, le ho proposto di rimanere a dormire qui>>, raccontò orgoglioso di se stesso.
Sentii una punta di gelosia dentro di me. <<E Alaska? Cosa ha detto?>>
<<Alaska non ha dormito tutta la notte per colpa degli orgasmi di Rey e di miss "ho la gomma bucata">>, arrivò Lucrezia rispondendo alla domanda che mi ero posta.
<<Anche per colpa mia?>> chiese la ragazza versandosi del latte e mettendo un broncio infantile.
Lucrezia la fissò cattiva. <<Credo che una gara d'orgasmi non sarebbe ben accetta da nessuno alle due del mattino, comunque, buon giorno a te, ragazza complessata>>, lanciò il suo sguardo verso di me. <<Passata bene la notte?>> domandò chinandosi sul bancone della cucina.
<<Meglio della tua>>, ribattei con perfidia.
La ragazza bionda sorrise. <<Tu devi essere Aria, vero?>> cominciò a giocare con il cucchiaio.
Inclinai la testa un po' severamente. <<Sì, chi ho il piacere di conoscere?>>
<<Fiona Mugs>>, rispose con un fare goffo ma femminile.
Il gelo del pavimento cominciò ad arrampicarsi sulle mie gambe nude, stavo per svenire ma strinsi i pugni e cercai di rimanere in piedi. Anche se probabilmente si trattava di una semplice coincidenza, Fiona era lo stesso nome della figlia del presunto Mutaforma.
<<Fiona dici? Tuo padre si chiama Zachary?>> cercai di dire rimanendo calma.
Saltellò sul posto felice. <<Oh mio Dio, sì!>> si batté le mani da sola. <<Lo conosci?>>
Avrei voluto rispondere con una bugia o qualcosa mi che mi allontanasse dai suoi pensieri, ma poi optai per la verità. <<Non lo so nemmeno io>>.
Era arrivato il momento di parlarne con la persona giusta. <<Lucrezia>>, la chiamai. <<Posso parlarti un attimo?>> usai un profondo tono di voce.
<<No, non sono capace si far diventare belle le ragazze in crisi>>, affermò sarcastica.
<<Lucrezia>>, dissi tra i denti con uno sguardo severo, <<devo parlarti>>.
Si alzò dalla sedia di scatto venendo verso di me, il rumore dei suoi piedi che toccavano il pavimento freddo si sentì chiaro e forte. Lasciammo Fiona e Rey a fare colazione.
Entrammo in una porta a caso, ad occhio e croce sembrava un magazzino o una dispensa.
Trovai spazio in quel posto minuscolo. <<E' successa una cosa, ieri sera>>.
<<Lo so>>, mi bloccò. <<Il Mutaforma ti stava trascinando nel Limbo>>.
<<Ed è questo il punto, non sono mai stata in procinto di andare nel Limbo, Lucrezia, il Mutaforma mi ha fatto credere di essere dentro un'illusione>>.
Nel silenzio di quel posto le raccontai dell'accaduto, facendo attenzione a non tralasciare nulla. Il suo sguardo si faceva sempre più sorpreso, parola per parola. Storia dopo storia, giungemmo all'epilogo finale in cui le rivelai il mio accordo con il Mutaforma.
<<Sei stata geniale>>, commentò una volta che ebbi finito.
Alzai un sopracciglio. <<Tu credi?>> chiesi, stranamente sorpresa.
<<Ovvio, giuro Aria, credevo che dalla tua testa potessero uscire solamente delle risposte su come poter suicidarsi in fretta o su come risolvere il problema dell'acne giovanile, ma giuro, questa volta sei stata davvero geniale!>> esclamò.
<<Perché?>>
<<Dobbiamo dirlo a tutti, dobbiamo raccontare a tutti questa storia>>, esclamò esaltata.
Le presi un braccio velocemente. <<No>>, dissi rigida. <<Dante non deve saperlo>>.
Si staccò velocemente dalla mia presa guardandomi con aria di sfida. <<E perché mai?>>
<<Sai come la potrebbe prendere?! Odia il fatto che mi metta in situazioni di pericolo per colpa della nostra storia. Crede che il nostro amore sarà la nostra fine>>.
Mi ricordai di quando Dante mi disse che avrebbe rinunciato all'immortalità se avesse trovato la persona giusta e che morire insieme alla persona che ami sarebbe stata la cosà più bella del mondo.
<<Fidati di me>>, uscì velocemente dalla porta e, a passi rapidi, arrivò in cucina.
<<Ho bisogno di te Prism e di lesbica numero uno e di lesbica numero due>>, ordinò a voce alta.
Rey salì le scale per andarle a chiamare ed io feci lo stesso con Dante. In meno di due minuti eravamo tutti sul bancone nero della cucina, Alaska continuava a sbadigliare e a strofinarsi gli occhi, Kim la seguiva. Dante mi fissava preoccupato. Fiona, la ragazza a cui si era bucata la gomma, era tornata a casa dopo aver ritrovato i suoi vestiti sparsi per tutta la casa.
Lucrezia spiegò in ogni minimo dettaglio la mia storia, avevo sempre più paura che arrivasse al finale, palesando la mia decisione di sacrificarmi per dare una possibilità a Dante. Anche se, non avrei compiuto un tale atto per una singola persona, lo avrei fatto per salvare tutti.
<<Dunque, Aria durante la festa ha rivelato al Mutaforma di essere lei stessa una Mutaforma, il cui scopo era quello di allearsi con lui. In tutto ciò, il Mutaforma ha concordato un incontro con Aria sulla Cruise Bell di LandLake, dopo la cerimonia del ringraziamento. Detto questo, l'ha scaraventata giù da un grattacielo facendola risvegliare in quel parcheggio>>.
I secondi che passarono dopo il finale raccontato da Lucrezia furono cruciali. Tutti mi fissavano con disprezzo e paura, un'umana non avrebbe dovuto prendere delle iniziative tanto coraggiose.
<<Aria, ti sei condannata a morte>>, mormorò Kim osservando il tavolo.
Un brivido mi percorse la schiena. <<Lucrezia, io devo farti una domanda>>, mi girai verso di lei tentando di ignorare la frase di Kim.
<<Alcune cose nell'illusione sembrano vere, la famiglia Grayson mi disse che il Mutaforma si era rivelato a loro sotto le spoglie di un certo Zachary di LandLake che aveva una figlia di nome Fiona>>.
Fece spallucce. <<E' normale, esistono anche la famiglia Grayson e la morte di Seth Grayson, avvenuta esattamente come l'hai raccontata tu>>, sentenziò. <<Esiste anche il Westim Hotel e la famosa festa in maschera che vi si tiene ogni anno>>.
Aggrottai la fronte in maniera interrogativa. <<Quindi vuoi dirmi che le cose che ho vissuto nell'illusione sono vere?>>
Questa cosa mi procurava un certo fastidio misto a malinconia. La piccola Sunshine era rimasta senza padre perché quest'ultimo era stato ucciso da Capricorno... Beh, speravo con tutta me stessa che questa cosa non fosse mai esistita.
<<Però ha ragione Lucrezia>>, affermò Kim a voce alta. <<oggi è il mio compleanno e, se non fosse stato per il Mutaforma, l'avrei festeggiato veramente a Boston>>.
La fissai cercando si sembrare a mio agio con la frase detta poco prima. <<E con questo?>> chiesi.
<<Lucrezia, spiegaci>>, le impose Rey.
Rise orgogliosa. <<Il Mutaforma potrà pure trasformarsi in un demone delle illusioni, ma solamente un vero demone conosce la teoria della realtà>>, sottolineò la parola "vero". <<La teoria della realtà afferma che le illusioni si possono creare esclusivamente su una base veritiera e che rappresentano perciò un qualcosa che avrebbe sul serio preso forma nel mondo reale se qualcuno avesse fatto determinate scelte al posto di altre. Ecco perché il Mutaforma si è presentato all'ultimo nell'illusione, perché per potersi mostrare aveva bisogno che tutti gli avvenimenti precedenti si fossero già verificati>>.
Alaska si chinò sul tavolo. <<Non capisco l'ultima parte>>, sbuffò.
<<Allora, c'è un uomo davanti a un bivio formato da due strade. Se prende la strada di destra, si ritrova davanti ad un palazzo enorme, se invece prende quella di sinistra, si ritrova davanti ad una casa. Il destino decide quale strada fargli intraprendere e così l'uomo percorre la strada di destra trovandosi all'interno di un palazzo. Se un demone avesse voluto creare un'illusione, l'avrebbe potuto fare solo in base alla scelta che era stata posta all'uomo e quindi gli avrebbe fatto credere di trovarsi nella strada di sinistra, perché quel sentiero non era stato ancora compiuto>>, spiegò in maniera chiara ed efficace.
<<Quindi il Mutaforma ha fatto tutto questo solamente per poter parlare con Aria?>> domandò Dante esterrefatto.
<<Sì>>, disse Lucrezia con fermezza, <<ha fatto tutto questo solamente per poter arrivare ad Aria>>.
Non era una novità che il Mutaforma mi volesse, però era ancora un mistero capire il perché io me ne fossi addossata la colpa, imputandola alla mia innocenza ed alla mia debolezza. Avrebbe distrutto me e poi avrebbe distrutto gli altri, come da copione.
Mi schiarii la voce. <<Ed io ancora non ho capito il perché>>.
<<Sei l'anello debole del gruppo, puntava a te per eliminarti subito o per ingannarti al fine di poterti uccidere più facilmente in seguito, ma l'hai preso in contropiede con il fargli credere di essere anche tu un Mutaforma e lui si è calmato. Adesso abbiamo un vero "appuntamento" con il nostro nemico. Non ci prenderà più alla sprovvista come ha sempre fatto, ma potremo attaccarlo in gruppo dopo il ringraziamento sulla Cruise Bell>>, pianificò Lucrezia.
Ci fu un secondo di silenzio e pian piano tutti gli occhi furono puntati verso di me, mi sentivo osservata e fin troppo giudicata. Avevo fatto quello che ritenevo fosse meglio per tutti, il mio gesto poteva essere visto come una minaccia, ma in realtà era una speranza in più per salvarci: attirare il Mutaforma in un singolo posto, così da sferrare tutti insieme un attacco finale ed eliminarlo per sempre dalle nostre vite. Ma il commento riguardo al fatto che io fossi l'anello debole mi aveva dato alquanto fastidio. Deglutii cercando di stare calma.
<<Quando sarà la Cruise Bell?>> domandò Rey rompendo quel silenzio.
<<Fra tre giorni>>, risposi alla svelta.
Mi fissò incattivito.<<Aria ti rendi conto di cosa hai fatto? Quando il Mutaforma vedrà...>>
<<Capricorno>>, lo bloccai.
Scosse la testa. <<Come?>>
<<Ha un nome, si chiama Capricorno>>, mi giustificai.
<<I Mutaforma non hanno nomi e quando ti vedrà sola ed indifesa sul pontile della barca, non esiterà un secondo ad ucciderti dopo aver capito che lo hai ingannato>>, disse in tono di rimprovero.
Sbattei un pugno sul tavolo facendolo tremare. <<E qui che vi sbagliate tutti quanti!>> sbottai stringendo i denti per la fitta al polso. <<Pensate che io abbia fatto tutto questo solamente per darmi un tono? Sbagliate, l'ho fatto per voi e sentirmi dire che posso considerami morta di certo non mi rende una persona felice>>, respirai affannosamente.
Lucrezia mi fissò incuriosita. <<Ad ogni modo>>, tentò di calmare la situazione, <<abbiamo un enorme vantaggio da sfruttare. L'attacco del Mutaforma e la questione di Zachary e Seth. Capricorno si è lasciato dietro molte briciole che credeva sarebbero state spazzate via dal vento, ma non così non è successo. Ci vediamo tra 20 minuti in cortile, andremo a casa di questo Zachary>>.
Ci fu un breve secondo di silenzio e poi tutto si mise in movimento. Alaska salì nella sua camera con Kim, il corpo nudo e muscoloso di Rey raggiunse il piano superiore in compagnia di Lucrezia.
Rimasi sola con Dante cercando un motivo per rompere il silenzio.
<<Non so cosa dire>>, mormorai.
Fece per dire qualcosa ma poi, con uno scatto, salì nella camera al piano superiore. Strinsi i pugni sforzandomi di non piangere. Mi ero attirata l'odio da parte di tutti per la mia sfuriata e per aver anteposto il bene degli altri alla mia vita. Avevamo in tutti i modi cercato di salvaguardaci a vicenda, difendendo chi amavamo senza paura di offrirci come vittime sacrificali.
Nella cucina solitaria di casa Coldorf, mi versai un goccio di latte dentro un bicchiere e corsi verso la camera degli ospiti. Entrai sbattendo la porta infuriata.
<<Sai che c'è Dante?!>> urlai. <<Io ho fatto di tutto per far finire questo inferno, per avere una vita normale senza chiedermi costantemente se quella che stessi vivendo fosse solo un'illusione. Ho messo la mia vita dietro alla tua, a quella di Alaska, di Kim, di Rey e perfino a quella di Lucrezia ma vengo ripagata con il tuo silenzio e l'odio negli sguardi di tutti, adesso dimmi, ho fatto la cosa sbagliata? No, perché non vorrei mai vederti morto, non ce la faccio. Il pensiero di me senza di te...giuro... mi fa sentire...>> cominciai a balbettare e a singhiozzare finché della lacrime non mi colarono sul viso.
Dante corse verso di e mi accarezzò la testa per tranquillizzarmi. <<Aria, non sono incavolato con te>>.
Sentii il cuore più leggero. <<Allora perché fai così?>> chiesi.
Il suo corpo si irrigidii un poco e prese un ampio respiro. <<Allora?>> domandai con voce tremante. Mi fissò con un leggero accenno di severità.
<<Devi smetterla di metterti in queste situazioni di pericolo, Aria, non posso essere ovunque. Se ti accadesse qualcosa io...io>>, balbettò un tantino.
Socchiusi gli occhi lentamente. <<Sai>>, gli accarezzai volto, <<mia madre mi ripeteva sempre che le persone importanti ti rimangono dentro. Quando ti trovi per strada, a scuola o magari a fare la spesa. Le persone che ami non se ne vanno via con facilità>>, gli spiegai.
Scosse la testa con fare interrogativo. <<E con questo? Cosa vuoi dire?>> mi chiese rabbuiandosi.
<<Voglio dire che tu sarai con me e dentro di me per sempre, Dante, anche quando vedrò in faccia la morte, il mio ultimo pensiero sarà per il tuo sorriso, quel sorriso così dolce e pieno di vita che mi ha salvata. Non ho bisogno di essere salvata di nuovo, perché tu l'hai già fatto una volta>>.
Rise, rise con l'anima tra i denti. <<E' tutto okay, tranquilla>>.
Al piano di sotto, ci aspettavano tutti pronti per andare a casa di Zachary. Naturalmente zia July credeva che io fossi a scuola a studiare beata le mie materie. Durante il tragitto mi chiarii con Alaska, Kim e Rey. Sembrava che le cose si fossero sistemate per il meglio. Una volta arrivati, parcheggiammo di fronte alla dimora. Rey conosceva l'indirizzo perché l'aveva chiesto all'ingenua Fiona. L'abitazione si presentava spoglia, bianca e ricca di colonne color blu. Un auto di un nero lucido era parcheggiata nel vialetto, i pochi raggi solari coperti dalla densa foschia si riflettevano sul cofano posteriore. Il rumore dei tacchi di Lucrezia ci fece strada fino alla porta d'ingresso color bianco perla .
<<Chi è?>> chiese il padrone di casa.
<<Siamo dell'American Alcool Trasted, stiamo facendo un indagine di mercato per lanciare la nostra nuova Vodka alla banana>>, rispose Lucrezia emulando una voce matura.
Alzai stupita un sopracciglio. Dalla parte opposta alla nostra, ci fu un secondo di silenzio e poi la porta si aprì di scatto. Era un uomo basso, il suo volto era coperto da enormi baffi neri e folti, così come le sopracciglia. Gli occhi piccoli si intravedevano poco, portava un cardigan nero con sotto una maglia dell'Hard Rock di Syracuse. I jeans larghi finivano con degli anfibi scuri.
<<Non sembrate dell'American Alcool Trasted>>, aggrottò la fronte stupido.
<<Infatti siamo degli spogliarellisti alle prime armi>>, dichiarò Lucrezia entrando senza permesso.
La seguimmo tutti rigidi ed impauriti.
<<Ma cosa volete in casa mia?>> chiese preoccupato Zachary.
La casa era sporca e logora, il pavimento era pieno di scatole di pizza e cartoni di latte. Montagne di vestiti spuntavano da dietro il televisore. L'unica cosa immacolata era il sofà chiaro.
<<Gesù, questo uomo fa troppe domande!>> sbuffò Lucrezia lanciandosi sul divano. <<Ho voglia di un Martini senza ghiaccio>>.
<<Signor Zachary, siamo venuti qui per farle un paio di domande su una...ricerca scolastica>>, provò a dire Kim, cercando di convincerlo.
<<Certo Kim, dimmi pure>>, rispose lui in maniera tranquilla, tenendo le braccia dietro alla schiena. Kim fece un faccia meravigliata. <<Come fa a conoscere il mio nome?>> domandò stupita.
<<Ti conosco da quando eri molto piccola Kim e conosco anche tuo fratello Rey>>, i suoi occhi si mossero fino a trovare l'enorme figura di Rey dietro ad Alaska.
Non mi stupii più di tanto di questa sua conoscenza, ormai LandLake non mi riservava più sorprese sugli strani legami famigliari. Feci un lungo respiro e cercai la mano di Dante dietro di me.
Kim fece qualche passo in avanti. <<Come fa a saperlo?>> chiese a voce alta.
Zachary alzò le spalle. <<Lavoravo per tuo padre, molto tempo fa. Dopo che il sindaco Coldorf mi scoprì, mi cacciò via vietandomi ogni lavoro in questa merdosa città>>.
<<Può spiegarci meglio?>> chiese educatamente Alaska.
<<Sto ancora aspettando>>, rimproverò Lucrezia distesa sul divano.
Il signor Zachary ci invitò a seguirlo dentro quella casa piena di immondizia, quando passammo per la cucina mi sforzai fortemente di non vomitare, ma tanto avevo Dante al mio fianco, sarei sopravvissuta a qualunque cosa.
<<Allora>>, mormorò Zachary sedendosi su una sedia di plastica.
Eravamo fuori, il portico era l'unica parte della casa in cui si poteva trovare uno spazio libero dalla sporcizia. Si affacciava su un prato verde, il vento faceva muovere i petali d'erba in un'unica direzione. Sullo sfondo, un cielo grigio e triste osservava tutto. Il pavimento era rivestito di lastre di legno color avena, dei posacenere erano sparsi qua e là, per fortuna c'erano abbastanza sedie per tutti. Cercai di moderare la stretta sulla mano di Dante.
<<Lavoravo come vice sceriffo al fianco di tuo padre, Kim, con noi due alla centrale i casi irrisolti vennero fuori facendoci guadagnare la stima di tutti i commissariati della contea. Ti parlo di 18 anni fa, le cose erano diverse. Non c'era questa contesa fra la famiglia Coldorf e la famiglia Prism. Vivevano in pace, ogni settimana organizzavano una cena dove spesso partecipavo anche io. A quel tempo, i vostri genitori, erano così amici, da quello che racconta mia figlia, adesso invece vi odiate peggio di chiunque altro. Ad ogni modo, dopo la lite tra i vostri padri lo sceriffo Prism mi chiese di indagare riguardo Mike. Perciò chiesi umilmente di poter lavorare al suo fianco, mi mise a smistare le lettere da parte dei cittadini. Non ci volle molto prima che il sindaco Coldorf scoprisse il mio tentativo di spionaggio e mi cacciasse via. Ho passato 8 anni, 8 lunghissimi anni a tentare di capire il vero motivo per cui tuo padre mi avesse chiesto di investigare sul sindaco e ancora oggi me lo sto chiedendo>>, raccontò in modo lineare.
<<Quindi non sa il motivo per cui investigava sul signor Coldorf?>> domandò alla svelta Alaska.
Era quella più preoccupata per questa storia, dopo Kim ovviamente. Non valeva la pena di interrompere il loro amore per faccende che non le riguardavano direttamente. Lanciai un'occhiata rapida a Rey, che era al mio fianco.
Avevamo creato una sorta di semicerchio intorno a Zachary con le sedie, sembrava quasi che stessimo ascoltando un cantastorie.
<<No, ho eseguito gli ordini del mio amico e basta>>, rispose con chiarezza.
Mi feci avanti con la schiena. <<Signor Zachary>>, dissi per destare la sua attenzione. <<La nostra ricerca di... di scuola prevede che noi ci impegniamo a capire i meccanismi che reggono le grandi società ed, in particolar modo, è finalizzata a farci comprendere come spesso al loro interno si celi la presenza di personaggi poco trasparenti, di veri e propri anelli deboli che lavorano esclusivamente per i propri interessi. Lei che ha lavorato al municipio di LandLake, può dirci se c'era qualcuno di ...strano all'interno?>>
In pratica gli avevo chiesto di dirmi se all'interno del municipio c'era qualcuno che si comportasse in maniera diversa dagli altri o addirittura misteriosa. Questa persona poteva con molte probabilità essere il Mutaforma, che magari aveva preso la forma del povero Zachary per potersi costruire un alibi a casa Grayson.
<<Guarda cara mia>>, sorrise sarcastico. <<L'unica persona strana era solamente il signor Coldorf>>, tagliò corto.
Un altro buco dell'acqua, un altro vantaggio andato a farsi benedire.
<<E della famiglia Grayson che può dirci?>> controbattei rapidamente. <<Ne ha mai sentito parlare?>>
Sgranò gli occhi e così capii di aver colpito nel segno; il dettaglio della famiglia Grayson forse era visto come superfluo da tutti gli altri, ma io mi ero particolarmente legata a quella storia. <<Certo, sono andato lì un anno fa per proporre ad un mio amico di compare le azioni di una ditta. Nei miei anni di servizio presso Mike Coldorf mi sono trasformato in postino, agente di borsa, broker e venditore di giornali>>, disse con un sorriso ironico stampato in faccia. <<Come sta il simpatico Seth?>> aggiunse.
Adesso non sapevo più cosa fosse giusto chiedere. Se infatti Zachary conosceva Seth, significava che era andato personalmente a Boston per chiedergli di lavorare con lui a LandLake.
Per l'ennesima volta, il Mutaforma era stato più furbo di noi. Eravamo così convinti che si fosse lasciato una scia di indizi dietro, ma il controllo dei giochi lo aveva ancora lui.
Ci fu un profondo silenzio, si udiva solo il rumore del vento. <<É morto>>, mormorai.
L'espressione felice del vecchio Zachary mutò velocemente, un altro chiaro esempio di come il Mutaforma avesse nuovamente colpito nel segno. Cercò di dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono solo parole vuote e piccoli sussurri. I suoi occhi caddero in basso con un accenno di profonda tristezza.
<<Avrei voluto chiamarlo, ma il telefono è una di quelle spese che non possiamo più permetterci. L'ultima volta che lo vidi fu la sera dopo la cena a casa sua. Aveva una casa magnifica davanti all'oceano, sapete? Quando mi accompagnò in stazione il cielo era di un nero diverso dal solito, non riesco a togliermi dalla testa quel giorno. La mattina dopo l'avrei aspettato a LandLake, ma non seppi più nulla di lui>>.
Avrei voluto dirgli che era morto sul treno per venire qui, ma rimasi zitta mordendomi la lingua, mi alzai e fissai gli occhi tristi di Zachary.
<<La lasciamo da solo adesso, grazie di tutto, prenderemo sicuramente un buon voto!>> mentii.
Tutti si alzarono sincronizzati, Zachary ci accompagnò verso la porta nel silenzio più totale. Alaska e Kim avevano lo stesso sguardo di Dante e Rey, erano immerse nei loro pensieri cercando di formulare una teoria plausibile per toglierci da quella situazione. Il Mutaforma aveva mandato il povero Zachary a Boston, sfruttando così la loro amicizia. La persona seduta al tavolo prima della morte di Seth non era il nostro nemico, era veramente Zachary. Però una cosa era chiara, il Mutaforma viveva a LandLake, altrimenti sarebbe stato troppo difficile per lui escogitare un piano così ben riuscito.
Quando uscimmo fuori, il sole ci accolse con i suoi timidi raggi ed in lontananza vedemmo arrivare la figura slanciata di Fiona, la figlia di Zachary
<<Oh, Rey, credevo che steste studiando>>, disse subito vedendolo.
Sembrava una di quelle conigliette di Playboy incapaci di fare i calcoli più semplici, come due più due. Mi girai lentamente dalla parte opposta. <<Ancora questa?>> commentai acida.
<<Sì, siamo venuti qui per fare una ricerca>>, si giustificò Rey.
Fiona fece spallucce <<D'accordo, vorrà dire che ci vedremo al falò>>.
Alzò un sopracciglio incuriosito. <<Quale falò?>> chiese.
<<Ma al falò di LandLake, stupidotto!>> rispose come se fosse una cosa ovvia. <<Ci vediamo lì, baci baci!>> lo salutò lanciandogli un bacio con la mano ed entrò a casa sua.
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Dragonter
Fantasía[COMPLETA] Quando Aria Rimmer è costretta a trasferirsi a LandLake, una cittadina al centro esatto di un grande lago, non immagina certo che la sua vita conoscerà ben presto una svolta improvvisa e magica. A quindici anni, Aria ha assistito al tent...