Capitolo Venti: Viva

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Mi svegliai di colpo impaurita e respirando affannosamente.
L'ultima cosa che ricordavo era il mio corpo che cadeva nel lago seguito da quello del Mutaforma ormai morto, ovvero Mike Coldorf. Adesso mi trovavo in un luogo completamente differente ed isolato. Ero in una stanza da letto, con le pareti color castagno ed i soffitti alti, sembrava una di quelle vecchie case rustiche di campagna che si vedevano nei film Western. Presa dal panico, cercai con lo sguardo qualche cosa che mi risultasse familiare, tipo un oggetto, e invece nulla.
Ma i ricordi erano ancora nitidi nella mia mente:
Mike Coldorf che confessava di aver ucciso la madre di Alaska, nonché madre di Rey e che mi sussurrava, prima di trascinarmi nel gelido lago, che il fratello "morto" non era altro che Cory. Erano momenti così macabri che mi si gelava ancora il sangue.
A occidente, c'era una piccola finestra coperta da delle tende color giallo ocra, la luce piena del sole filtrava leggera. Notai che avevo addosso una felpa con dei pantaloni di una tuta e quando mi spinsi con le braccia dal letto per potermi alzare, provai una fitta di dolore sul dorso del braccio. Quella parte era coperta da un enorme cerotto bianco e solamente allora mi ricordai del taglio.
Mike aveva cercato senza sosta di lottare, prendendo le sembianze del demone del taglio.
Per fortuna, io ero riuscita ad usare le mie lacrime per far riflettere la sua immagine, costringendolo in quel modo a mutarsi nella sua forma reale. Prima di morire, avevo urlato a Dante che lo amavo e sia lui che il Mutaforma mi avevano chiesto sconvolti se fosse vero, come se amarlo fosse qualcosa di impossibile. Anche questo episodio sarebbe finito nella lista delle cose da nascondere e tenere dentro fino a marcire. A passi lenti arrivai davanti alla porta di castagno e cercai di aprirla, ma con estrema delusione notai che era chiusa.
Imprecai nel tentativo di capire dove fossi. Non ricordavo nulla.
Un colpo sordo esplose alle mie spalle e la porta si aprì facendo entrare Rey.
Gli saltai addosso felice di vederlo. <<Rey, mio Dio! Non sai quanto sono felice di vederti>>, esclamai felice stringendolo con la poca forza che mi era rimasta.
Mi sorrise comprensivo staccandosi subito da me, nel suo volto c'era tristezza. <<Ti sei ripresa? Come va il taglio?>> chiese, mentre con un gesto mi alzò il braccio per vedere la ferita.
<<Che hai Rey?>> domandai soffocando l'impulso di essere più invadente.
Scosse la testa amareggiato. <<Nulla, solamente che non è facile digerire che la ragazza che ti sei fatto per anni di nascosto non era altro che tua sorella e che la tua vera madre è morta>>.
Gli feci segno di sedersi sul letto e, una volta che lo fece, mi ritrovai davanti a lui e gli accarezzai il volto delicatamente. <<Lo so, ma dobbiamo essere forti, sia per noi che per chi amiamo. Credo che questa faccenda sarà difficile da superare, ma almeno possiamo concederci un attimo di pace>>, gli feci notare speranzosa.
Fece spallucce. <<Hai ragione, ma non penso che Alaska l'abbia presa molto bene>>.
Era vero, non ci avevo ancora pensato. L'unica figura genitoriale di Ali non era altro che un demone che nutriva il desiderio di ucciderla e soffocare ogni suo impulso.
<<Come sta?>> chiesi preoccupata.
<<Male, non per la morte del padre ma per quello che c'era dietro, per tutta la verità che ha svelato davanti a noi. Ma credo che si trovi in ottimo stato, considerando che tutti i cittadini di LandLake piangono la morte del sindaco>>, spiegò, allontanandosi un po'con la schiena.
Mi passai una mano tra i capelli guardando in basso. <<Come avete coperto la sua morte?>>
Rey sorrise leggermente e tornai con lo sguardo su di lui. <<Abbiamo giustificato la sua morte con una semplice caduta da una balconata, anche se non credo che la polizia se la sia bevuta. Ora stiamo sistemando le piccole cose, magari qualcuno alla festa ci ha visti, oppure abbiamo lasciato delle impronte. Insomma, stiamo nascondendo tutte le prove e, se mai dovesse succedere qualcosa, Ali sa come modificare la memoria, quindi è tutto sotto controllo. Però sono giorni che cercano il corpo nel lago senza successo e questo può crearci problemi. Ma non temere, abbiamo una soluzione a tutto>>, spiegò.
<<Il lago è chiuso, senza reflusso d'acqua. Anche io ci sono caduta dentro, non capisco perché il corpo non si trovi>>, notai cercando di darmi una risposta.
Fissò la finestra ponderando la risposta. <<Lucrezia ci ha spiegato che quando un Mutaforma muore il suo corpo si disintegra in milioni di pezzi: più sono le persone di cui ha preso la forma e più si divide. Da quanto abbiamo intuito, avrà avuto circa 200 anni, non penso dunque che sarà tanto facile ricomporre il puzzle>>.
Accettai la risposta di buon grado. <<Dove sono adesso? Scusa se ti riempio di domande, Rey>>.
Si mise le mani nelle tasche dei pantaloni. <<Sei in un vecchio cottage dei Del Cardo vicino Raldelc. Dopo che sei precipitata, Alaska si è tuffata lottando contro le sirene; alla fine sei uscita fuori senza sensi ed è stato più semplice portati qui. Abbiamo spiegato a July che saresti rimasta un po' da Ali per via della scomparsa del padre, stai tranquilla, abbiamo calcolato ogni cosa per cercare di non essere scoperti per un piccolo dettaglio>>.
Portai le braccia al petto facendo attenzione alla ferita.<<Dante?>> chiesi.
Esitò per un secondo nel rispondermi, ma gli lanciai uno sguardo accusatorio e fece un lungo respiro. <<É rimasto sconvolto nel vederti cadere giù nel lago, sapendo che non poteva salvarti perché non può immergersi completamente nell'acqua. Voleva farlo a costo di sacrificare se stesso, ma non sarebbe servito a niente>, raccontò.
Questo lo giustificava per parecchie cose.
<<Adesso ti lascio riposare>>, mi prese la mani concentrandosi sui miei occhi. <<Comunque può anche crollare il mondo, ma il controllo emotivo che hai su te stessa non crolla mai>>.
Risi, mi diede un bacio sulla fronte. <<Sei bella>>, disse lentamente e con tenerezza.
Non risposi ma sentii le guance infiammarsi, si alzò dal lento e uscì dalla porta per lasciarmi
riposare. Trovai un po'di pace, nei miei sogni e nelle sue parole.

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