3. Il passato di Will.

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PoV: Nico.

Nelle ore successive Nico ebbe il permesso di uscire dall'infermeria e tornare a casa. Riprese il suo zaino e, ormai vicino all'orlo della porta, rimase a fissare ancora una volta il fogliettino prima di prenderlo e infilarselo in tasca.

Uscì dalla scuola a passo svelto e, ormai vicino la porta di casa, cercò in tutti i modi possibili di coprire l'occhio viola con i capelli.

Prima che lui potesse bussare il campanello ecco che suo padre, Ade, aprì la porta di scatto facendolo sobbalzare.

Papà -disse Nico. -Dove vai?

Ti stavamo aspettando -disse Ade con il suo solito tono gentile e un po' preoccupato. - Devo tornare a lavoro, ci sono stati alcuni problemi da risolvere. - si fermò a guardarlo un po più da vicino. -cos'hai fatto all'occhio?.

Oh, ehmm.. Nulla... Sono caduto dalle scale. -rispose Nico cercando di sembrare convincente.

Ade lo guardò ancora un pò con una punta di curiosità e preoccupazione, non sapendo se credergli o meno. Ma si limitò a rispondere: - Cerca di non farlo vedere a tua madre, sai com'è fatta.. si preoccuperebbe. Ora devo scappare, ci vediamo figliolo.

Nico tirò un sospiro di sollievo e annuì prima di salutare suo padre ed entrare in casa.

Entrò in cucina dove sua madre, Maria, stava preparando la cena, e la salutò con un veloce bacio sulla guancia per poi prendere un bicchier d'acqua. -Ciao mamma. -disse nascondendo l'occhio.

Ciao tesoro. -rispose in tono distratto.

Nico si avviò verso la sua stanza e, una volta entrato, si fiondò sul letto.

Riprese il fogliettino dalla tasca e prese il cellulare.. ma, invece di chiamarlo per delle spiegazioni, gli inviò un messaggio con su scritto: "Vediamoci domani, fuori al cortile della scuola alle 7:00.. preferisco parlarti da vicino. Ciao.".

Dopo aver scritto il messaggio prese il suo solito libro e cominciò a leggere fino a quando il cellulare vibrò, un messaggio da Will: "Okay, a domani :)".

PoV: Will.

Will era per strada, il cielo era cosparso di nuvole... Probabilmente presto avrebbe cominciato a piovere, ma a lui non importava. Si sedette su una panchina prima di leggere il messaggio di Nico e non poté fare a meno di sorridere. Dopo avergli risposto rimase seduto lì con sguardo perso guardando il vuoto, controllò l'orario.. 19:30. Era tardi e doveva tornare a casa, ma probabilmente suo padre non si era nemmeno accorto della sua assenza quindi decise di rimanere ancora un po in quella strada deserta e buia... Continuava a pensare ad anni prima, quell'incubo lo tormentava ormai ogni giorno.

Era una mattina d'estate, lui aveva solo 7 anni quando, entrando nella cucina di casa sua, vide sua madre distesa sul pavimento cosparsa di sangue... Suo padre la uccise dopo aver avuto con lei un litigio. La notizia si diffuse ovunque, ma tutti pensarono che si fosse trattato di un suicidio.

Odiava suo padre, lo odiava con tutto il cuore... era lui la causa della sua infelicità, lui aveva provocato la morte di sua madre. E d'altronde era costretto a subirlo ogni giorno. Come avrebbe voluto potergli dire tutto quello che pensava e ribellarsi a lui, ma non ne trovava il coraggio.. suo padre poteva essere molto pericoloso quando voleva.

Il cielo cominciò a rabbuiarsi e stava piovendo da ormai venti minuti, anche se Will non se n'era accorto. Decise di alzarsi e con passo svelto si avviò verso casa. Bussò alla porta un paio di volte ma nessuno gli rispose, così aprì la porta con le chiavi che aveva nello zaino ed entrò.

Suo padre era disteso sul corridoio con una birra tra le mani, Will stava per venire in suo soccorso quando il padre gli urlò contro ancora ubriaco. - Torna in camera tua, marmocchio.

Papà, lascia che ti aiuti. -Rispose Will preoccupato, nonostante lo odiasse era pur sempre suo padre e sentiva il dovere di aiutarlo.

Se non vuoi una sberla vattene in camera tua! -Gli disse in tono autoritario ma pur sempre ubriaco.

Will, ormai stanco, si diresse verso il bagno. Si spogliò e cominciò a farsi una doccia.

Subito dopo indossò dei boxer e, fregandosene dei capelli ancora bagnati, si fiondò sotto le coperte e, lentamente, si addormentò.

PoV: Nico.

Quando la sveglia suonò erano le 6:00. Nico non aveva dormito tutta la notte ma nonostante ciò si alzò e si diresse verso il guardaroba dove indossò una felpa nera e, come sempre, dei jeans neri. Entrò in bagno e si vide allo specchio... la sua pelle era pallida e aveva due pozze nere sotto gli occhi. Odiava il suo aspetto ma non si curava di migliorarlo. Dopo essersi sciacquato la faccia e lavato i denti uscì di casa senza fare colazione... quando arrivò al cortile erano le 6:30.. mancava ancora mezz'ora e quindi si decise di aspettarlo leggendo un giornale trovato sui gradini di pietra. La sua attenzione si concentrò su una notizia: "Gay picchiato a sangue da una comitiva di omofobi". Chiuse il giornale, sospirando. Quando alzò lo sguardo vide il maggiore avvicinarsi a lui sorridendo e facendogli cenno di saluto con la testa. Nico gli sorrise appena e gli fa cenno di sedersi accanto a lui, e così fece. Il ragazzo indossava una felpa bianca di un gruppo musicale che gli era del tutto sconosciuto e dei jeans un po' aderenti.

Ciao Nico. -disse il maggiore.

Innanzitutto... come fai a conoscere il mio nome? io non te l'ho mai detto. -disse Nico senza neanche salutarlo.

Oh, beh.. - Il tono di Will cominciò ad assumere una punta d'imbarazzo. -Me l'hanno detto...

Quelli del quarto anno. -concluse Nico sbuffando. -giusto?

Si- disse Will che subito si affrettò a cambiare discorso. - Beh, piacere.. Io sono Will Solace - disse porgendogli la mano.

Nico la strinse appena e gli disse. -Nico Di Angelo.

Nic... posso chiamarti Nic giusto? - disse Will sorridendo.

.... No.- Rispose Nico con una punta di freddezza.

Oh, okay. Beh, Nico.... volevo dirti..- disse Will che subito fu interrotto da Nico.

Non dirmi nulla. Sono io che devo parlarti. -disse Nico sospirando.

Di cosa? -disse Will confuso.

Ehmm.. scusami per come ho reagito. Noi siamo appena conoscenti e non sei di sicuro costretto a difendermi. -rispose Nico.

Nico, io l'ho fatto perché...- disse Will che subito fu interrotto da Nico.

Ti ho detto che non c'è problema, tranquillo- gli disse Nico sorridendo.

Subito dopo arrivarono i tre ragazzi del quarto anno e, vedendo Nico con Will, non poterono fare a meno di ridere.

Cugino, che ci fai con questo pezzente? -disse Carl ridendo.

Cugino?! Will, era suo cugino? .

Solangelo || Una mattina d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora