8. Puoi venire a stare da me, se vuoi.

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PoV: Will.

Iniziai ad accorgermi che mio padre mi stava spiando dalla serratura della porta della mia stanza già da quando cominciai la conversazione con Nico per telefono.

Inizialmente credevo fosse solo la mia immaginazione... voglio dire, nessun padre sano di mente spierebbe il proprio figlio dalla serratura di una porta. Ma probabilmente mi sbagliai. Stavo per accettare l'invito di uscire con Nico quando improvvisamente mio padre aprì sbattendo la porta è mi guardò coi suoi chiari occhi che emanavano una luce di potere e arroganza. Sembrava già cosa volesse dirmi e, per evitare ogni problema, fui costretto a dirgli di no e riattaccare in fretta il cellulare.

Mi squadrò ad occhi socchiusi incrociando le sue muscolose braccia attorno al petto. Mio padre non è affatto come tutti lo vedono, dall'apparenza potrebbe sembrare un gentil'uomo d'affari che farebbe di tutto per suo figlio, il suo "campione". Tutti avevano un' idea sbagliata di lui: c'è chi diceva che fosse un uomo buono e onesto, con la sola sfortuna di aver avuto una moglie poco sana di mente che si suicidò a causa della sua pazzia... e chi, come pochi, credeva che tra di loro le cose non andavano affatto bene, e che lei si sia suicidata per mettere fine a tutto.

Qualunque siano le voci, erano tutte sbagliate. Ma non staremo a parlare di questo.

Durante tutti questi anni non faceva altro che invitare donne nuove a casa per potersi scambiare delle "tenerezze" a vicenda (Per non essere troppo volgare). E, mentre era troppo occupato a divertirsi, io ho imparato a crescere e diventare maturo da solo. Cucinare per entrambi, fare le faccende domestiche, obbedire agli ordini di mio padre e studiare. Certo, mi sarebbe tanto piaciuto poter avere un genitore che mi volesse bene e mi stesse accanto. Ma ho dovuto adattarmi nei migliori modi possibili.

Le cose sono peggiorate quando un giorno, tornato da scuola, cominciai a disegnare su un album da disegno il volto del ragazzo che mi piaceva. All'epoca avevo soltanto 11 anni. E quel disegno finì nelle mani sbagliate, ovvero le sue. Da quel momento cominciò ad avere dubbi sulla mia sessualità.

Okay, ora vi starete chiedendo : "E qual è il problema?" . Nessuno. Se non fosse che mio padre è l'uomo più omofobo e razzista che io abbia mai conosciuto. Cominciò a minacciarmi e obbligarmi di non fare il "frocio" , altrimenti ci sarebbero stati dei guai.. e io, impotente, annuii.

Nel momento in cui i suoi occhi incrociarono i miei sentii subito un brivido oltrepassarmi la spina dorsale.

Si avvicinò rigidamente a me, tenendo la schiena ben diritta e, con un sorriso ricco di disprezzo e odio, mi disse. - Con chi stavi parlando, figliolo?.-

Posai il cellulare in tasca e feci per alzarmi, ma quest'ultimo con, un gesto alla mano, mi costrinse a rimanere seduto. - Parlavo con un amico. - mi affrettai a dire cercando di sembrare calmo e rilassato. Si, è la verità, che Nico è solo mio amico. E non è questo il problema. Il problema è che, se viene a conoscenza del fatto che ho una cotta per lui, in poche parole... mi ammazza.

- Un amico.. - ripeté lui ironicamente, con un sorriso falso stampato sul volto mentre con una mano cominciò ad alzarsi le maniche della camicia.

- Si, un amico. - Annuii io, sempre più nervoso a ogni minuto che passava. - Ci sono problemi? Ora non posso nemmeno avere degli amici?.

- Tu credi davvero di riuscire ad ingannarmi?. - mi chiese, mentre cominciò a prendermi per il colletto del maglione, facendomi alzare verso la sua altezza e costringendomi a guardarlo negli occhi. - Non sono così stupido da credere a una cosa così ridicola. So che c'è altro. E ti conviene sputare il rospo se non vuoi che ti costringa a farlo usando le maniere forti. - disse, stavolta urlando.

Solangelo || Una mattina d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora