23. Mi sei mancato.

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PoV Nico.

Ammetto che dirlo è piuttosto strano ed imbarazzante, tuttavia in quel momento dimenticai tutto: che ora fosse, dove mi trovavo e persino i miei problemi. In quel breve momento, durato poco più di un minuto, l'unica cosa di cui avevo la certezza era che Will mi stava baciando, e le cose andavano bene.
Fu un bacio lento e dolce, Will era sorprendentemente calmo, mentre io ero arrossito e di tanto in tanto sospiravo contro le sue labbra.
Fu lui a staccarsi per primo e, dopo avermi sorriso, sentimmo dei passi avvicinarsi nel corridoio.

-Cosa diamine state facendo ancora qui?! Muovetevi che i cancelli stanno chiudendo.- Disse il bidello, con aria annoiata.

-

Durante il tragitto verso l'uscita nessuno dei due aprì bocca, solo una volta arrivati in cortile Will cominciò a parlare.

-Mi sei mancato.-

Esitai un momento, prima di rispondere:- Will, credo che per il momento sia meglio recuperare pian piano il nostro rapporto. -

-Si, capisco.- Si morse il labbro, mentre varcammo la soglia del portone d'ingresso.
Lo guardai negli occhi per un momento, poi posai lo sguardo sulle sue labbra ed ebbi una tremenda voglia di tornare a baciarlo, ma la timidezza mi limitò a guardare altrove.

-Beh...- cominciai. -Allora io vado. Ci vediamo, Will.-

-Okay...- Disse prima che cominciassi ad avviarmi. -Ah, Nico?.-

-Mh?.- Mi girai, incrociando lo sguardo del maggiore.

Esitò un momento, prima di rispondere.- Ehm, no.. niente. Allora... ci vediamo. -

-Mh... okay.- Detto questo, mi incamminai verso casa.

-

Tornai a casa quasi due ore dopo perché stava cominciando a piovere e non avevo un ombrello, ma in realtà non ne avevo proprio voglia. Era una di quelle giornate dove volevo solo rilassarmi seduto su una panchina sotto l'albero del parco e guardare il cielo. Ma avevo scelto proprio il momento sbagliato e fui costretto a tornare subito indietro.
Camminai sotto i balconi di alcuni palazzi per ripararmi dalla pioggia, anche se non servì a molto perché in poco tempo mi ritrovai comunque abbastanza bagnato. Nonostante quella situazione, ebbi la grandissima idea di non prendere nessun mezzo di trasporto perché con quel tempo erano più affollati del solito.

-

Casa mia era, ancora, vuota. Questa volta non sapevo dove si trovasse mia madre, mentre mio padre era ancora a lavoro. Sulla cucina c'era comunque un piatto di spaghetti al sugo da mettere in microonde, ma io non avevo fame.
Non so cosa mi stesse succedendo in quel periodo, ma mangiavo pochissimo e quelle volte che lo facevo era perché mi costringevano i miei genitori. In realtà non mi sentivo particolarmente depresso, a parte il fatto che pensavo a Carl e a quella mattina giorno e notte.

Non appena fui in camera mia, mi tolsi le scarpe, il giubbotto bagnato e mi coricai sotto le coperte, i capelli che bagnavano il cuscino e il viso non mi davano alcun fastidio.
Ebbi la tentazione di leggere qualcosa, ma alla fine la pigrizia di alzarmi e prendere un libro dalla libreria prese il sopravvento.
Fu in quel momento che pensai di contattare Will. Adesso che tra noi le cose andavano alquanto... meglio avevo almeno qualcuno di importante con cui parlare.

''Cosa stai facendo?''. Inviato alle 3:59 PM.

''Innanzitutto, ciao Nico. Come stai? :)''. Ricevuto alle 4:00 PM.

''Credo che tra poco mi beccherò un raffreddore, mi fa male la schiena e devo ancora svolgere i compiti.'' Inviato alle 4:00 PM.

''Nient'altro?.'' Ricevuto alle 04:02 PM.

Solangelo || Una mattina d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora