27. Coccole.

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PoV Will.

Se dovessi descrivere cosa provai durante quel bacio non saprei davvero da dove partire, e non saprei dirvi nemmeno se restammo a baciarci per uno o cinque minuti, perché anche il tempo sembrò fermarsi.
Potevo sentire il calore di Nico causato dalla febbre avvolgermi il corpo nell' istante in cui, senza staccare le sue labbra dalle mie, mi abbracciò.
Quando ci staccammo dal bacio mi sorrise, e io non potei fare a meno di ricambiare.

«Ehm, sul serio?.» dissi allora, stupidamente.

Annuì appena, il volto visibilmente stanco a causa della febbre.
Mi distesi allora accanto a lui, stringendolo appena mentre Nico sospirava.

«Ti amo.» sussurrai, desideroso di dirgli quelle parole ormai da tempo.

«Lo so, Solace.» sorrise debolmente, prima di darmi un dolce bacio sulla guancia e sussurrare «anch'io ti amo.»

Restammo abbracciati per non so quanto tempo. Poi, quando Nico stava cominciando a socchiudere gli occhi per la stanchezza, presi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e controllai l'orario: erano già le 08:01.
Sospirai, scuotendo Nico leggermente.

«Nico, non addormentarti. »

«Mhm..» disse soltanto.

«Devi ancora lavarti, mangiare qualcosa e prendere le medicine. »

«Nient'altro?» sbuffò, alzando appena lo sguardo verso di me senza però spostare la testa di un millimetro.

«Dai, vai in bagno che io intanto ti preparo qualcosa. »

«Non mi va di alzarmi.» sospirò, le guance rosse e gli occhi socchiusi.

«Dai!» mi spostai lentamente dalla sua stretta, per poi alzarmi dal letto.
Sentii il minore sbuffare ed afferrare il cuscino, mentre io intanto prendevo dal cassetto un pigiama grigio e dei boxer, poi glieli porsi.

«Su, non fare il pigro e alzati.» alzai le sopracciglia.

«Vaffanculo.» disse soltanto, alzandosi lentamente e prendendo gli indumenti.

«Invece di ringraziarmi...» roteai gli occhi. «Dai che una doccia fredda ti farà bene.»

«Mh... e il bagno dov'è?»

«In fondo, porta a destra.»

«Oh, okay.» disse prima di uscire dalla stanza.
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Intanto che Nico era in bagno, io ne approfittai per preparargli qualcosa da mangiare. Beh, almeno vivere con uno come mio padre era servito a qualcosa.

Quando uscì dal bagno sembrava ancor più stanco di prima e capii subito che voleva tornare sotto le coperte. Tuttavia, invece di andare in camera da letto come mi aspettavo, si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro mentre io preparavo la cena.
Sorrisi intenerito, girandomi appena per fissarlo.

«È quasi pronto. Torna di là, ti porto la cena a letto.» sussurrai.

Annuì, staccandosi dall'abbraccio.

«Hai avvisato mia madre?»

«Si, tranquillo.» sorrisi appena, roteando gli occhi.

«Mh, cos'hai cucinato?»

«Brodo con il dado.»

«Okay. Ma...»

«Non m'importa che non hai fame, hai bisogno di mangiare.»

«Ma...»

«Ordini del dottore.» sorrisi.

«Fa come vuoi.» roteò gli occhi, prima di tornare a letto.
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Solangelo || Una mattina d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora