5. Non voglio crearti problemi.

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PoV: Will

Quella non era una delle sue giornate migliori. Si era svegliato con le urla di suo padre che litigava con dei coetanei a telefono, Carl lo aveva chiamato "cugino" davanti a Nico, aveva mentito e ora quest'ultimo ce l'aveva con lui e, infine, aveva dato un pugno a un ragazzo che nemmeno conosceva per nulla.

Sapeva di aver sbagliato sia nei confronti di Nico sia in quelli del ragazzo,ma era così nervoso che in quel momento avrebbe aggredito chiunque. E inoltre, per un momento aveva pensato che il tizio stesse infastidendo Nico. Il ragazzo era disteso a terra, con il naso sanguinante. Will si girò a fissare Nico che era immobile a guardare la scena ancora sorpreso da quella reazione. Fece per chiedere scusa al ragazzo, ma quest'ultimo si alzò e cominciò ad aggredirlo dandogli addosso.

-Che ti è saltato in mente, eh? Sei impazzito?!. - disse Percy tenendosi il naso insanguinato con una mano.

Will avrebbe voluto rispondergli ma non riusciva a trovare le parole giuste, ormai aveva rovinato tutto. Suo padre lo avrebbe venuto a sapere e per l'ennesima volta si sarebbe trovato nei guai. Per non parlare del fatto che ora aveva peggiorato la situazione con Nico.

-senti.. ehmm.. io..- disse Will balbettando. Si sentiva uno stupido.

-Cosa ti è saltato per la testa?! Idiota. - continuò Percy che stavolta cominciò a spingerlo. Non fece in tempo a dargli un pugno che il minore si mise tra di loro.

-BASTA RAGAZZI. -disse Nico. - Percy, andiamo in infermeria. Non vorrai mica essere sospeso per un buono a nulla. -guardò Will con disprezzo.

Detto questo si allontanò con Percy verso l'infermeria.

Will si guardò attorno, ormai tutti lo stavano fissando e, sentendosi un po' troppo osservato, se ne andò.

PoV: Nico

Questo era davvero troppo. Aveva potuto lasciar perdere quando non lo aveva difeso o quando aveva mentito davanti a Carl e gli altri. Ma questa non gliela avrebbe mai perdonata. Come ha potuto fare una cosa del genere, a Percy?. E ora, non solo aveva fatto la figura dell'idiota davanti a mezza scuola, ma sarebbe stato costretto a chiedere scusa a Percy da parte di Will per non farli più litigare e sarebbe dovuto restare con lui in infermeria. Non che la cosa gli dispiacesse, ma in quelle condizioni era a dir poco imbarazzante.

Dopo quello che era un lungo silenzio, Nico gli disse. -Senti, Percy.. non prendertela con Will.. lui.. non l'ha fatto apposta.

-Vuoi dire che mi ha scambiato per un' altra persona?. - chiese sarcastico.

- No, ma.. lui... -sbuffò non trovando le parole adatte.

-Nico, tranquillo. Non ho intenzione di picchiarlo, va bene?. -concluse Percy sorridendo. -ma solo perché sei mio amico e non voglio crearti problemi.

Nico fece un sospiro di sollievo e gli rispose. -Grazie.

-Non c'è di che -disse Percy scompigliandogli i capelli.

Passarono ore, il naso di Percy era finalmente in condizioni accettabili quando Nico uscì dall'infermeria. Era ora di pranzo e doveva avviarsi verso la mensa ma proprio non aveva fame, quindi decise di sedersi su per i gradini di pietra del cortile della scuola sperando che non ci fosse nessuno. Ma si sbagliò. In lontananza intravide una figura dai capelli biondi. Si sedette sui gradini sperando inutilmente che non fosse Will. Non aveva voglia di parlare con lui, tantomeno essere notato. Ma quest'ultimo lo intravide. Anche se, stranamente, se ne andò senza rivolgergli la parola.

PoV: Will.

Si diresse verso il cortile a passo svelto e con sguardo rivolto verso il basso. Will non era il tipo di ragazzo che piangeva facilmente, eppure quella volta si sentiva terribilmente solo e in colpa che non poté fare al meno. Si guardò attorno e quando finalmente si accorse di essere solo le lacrime cominciarono ad uscire senza sosta. Sentì dei passi in lontananza avvicinarsi ai gradini di pietra e velocemente si asciugò le lacrime. Si girò e lo intravide, era Nico. Voleva andargli in contro e chiedergli scusa ma in quelle condizioni non se la sentiva. Quindi decise di andarsene.

Le ore seguenti erano un susseguirsi di interrogazioni e compiti in classe. Ma Will avrebbe comunque preferito di rimanere a scuola che tornare a casa, dove probabilmente suo padre lo stava aspettando per prenderlo a sberle dopo l'accaduto di quella mattina. Quando la campanella suonò, Will era già in cortile. Stava per andarsene quando qualcuno lo spinse in un angolo dietro un muro di pietra.

Solangelo || Una mattina d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora