33. Incomprensioni.

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PoV Will.

Tornare a casa fu stancante. Ad ogni passo che facevo mi sentivo sempre più pesante e distrutto. Di tanto in tanto continuavo a girarmi, come per cercare con lo sguardo il manicomio che ormai da parecchi minuti mi ero lasciato alle spalle.
Non passavano autobus, quindi fui costretto a farmela a piedi fino e metà strada. Poi, quando ne vidi uno arrivare in lontananza, corsi verso la fermata.

Casa mia era terribilmente in disordine, ma fare le pulizie in quel momento proprio non mi andava, quindi andai in bagno e decisi di sciacquarmi un po' il viso. Guardandomi allo specchio, notai che avevo un occhio leggermente violaceo.
Fu quando tornai in camera che il cellulare prese a vibrare nella tasca dei jeans per un attimo, accesi lo schermo e lessi il messaggio che avevo appena ricevuto.

''Ciao Will, ho saputo cosa è appena successo in manicomio. Ho appena chiamato per sapere come stava tuo padre, mi hanno detto che sta meglio e che si è addormentato. ''- zia Artemide.

Sospirai, posando il cellulare sul comodino e stendendomi sul letto. In quel momento avevo solo bisogno di dormire e non pensare più a nulla, e intanto avevo dimenticato per l'ennesima volta di fare i compiti.
-

Il giorno dopo andai a scuola con la sola intenzione di non fare nulla e distrarmi. Durante il tragitto verso scuola decisi anche di comprare un pacchetto di sigarette e un accendino, e intanto che aspettavo l'inizio delle lezioni, una volta giunto in cortile, cominciai a fumare.
Quella mattina non faceva molto freddo, eppure il cielo era terribilmente oscurato a causa delle nuvole grigiastre.
Ormai stanco di stare lì seduto, finita la sigaretta decisi di alzarmi e girovagare per i corridoi.
Incontrai Nico al quinto piano, stava sistemando alcuni libri nel suo armadietto. Sorrisi, avvicinandomi a lui e poggiando la schiena contro gli altri armadietti.

«Buongiorno.»

Il minore alzò lo sguardo verso di me, poi sorrise. «'Giorno.»

«Mh, come sono andati gli incontri?» sbadigliai, incrociando le braccia al petto e guardandolo.

«Oh, bene.» alzò le spalle. «E non ho avuto insufficienze in pagella.»

«Che secchione.» ridacchiai, dandogli un bacio sulla guancia.

Il minore sorrise appena e mi guardò. «Tu non ci sei andato.»

«Lo so, te lo avevo detto. »

«Dovresti farti dare la pagella dal tuo coordinatore di classe.»

«Ora?» inarcai un sopracciglio.

«Quando c'è.» alzò le spalle, prendendo un libro e chiudendo l'armadietto.

«Oh, okay.»

«Che hai fatto all'occhio?» mi guardò.

«Oh, lunga storia. Senti, io devo andare in classe.» dissi allora, guardando l'orario, che segnava le 08:30, prima di dargli un bacio dolce sulle labbra. «Ciao, amore.»

«Mh, ciao.» sospirò, e io mi incamminai per i corridoi fino a raggiungere la mia classe.

In realtà non m'importava nulla della lezione, volevo solo evitare l'argomento ''mio padre''.

PoV Luke.

Se proprio volete la verità, non dissi a mia madre degli incontri per evitare un rimprovero, visto che ero in quella scuola da poco e invece di mostrare impegno ero il classico esempio di studente da schifo. E inoltre, quest'ultima era già troppo impegnata col suo lavoro, quindi come ogni sera ero rimasto a casa da solo.
E come ogni sera, continuavo a pensare a cosa stesse facendo. Sapevo che ormai, dopo il litigio con mio padre, si era decisa a cambiare, eppure non sapevo se avrei fatto bene a crederle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2016 ⏰

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Solangelo || Una mattina d'inverno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora