12. Sangue, Sudore e Lacrime

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"Sai cosa Potter? Dovremmo fare una scommessa" Suggerì Malfoy, mentre Harry lo trascinava alla loro sala comune.

"Cosa?"

"Dovremmo fare una scommessa, tu e io"

Harry si fermò, guardando Malfoy negli occhi.

"Di che tipo? Scommettiamo chi muore prima? Vediamo chi vincerà..."

"Perché devi sempre tirare in ballo la morte?" Chiese Draco, facendo in modo che l'altro si fermasse.

"Mi chiedi il perché? Ma vai al diavolo Malfoy" Sbuffò Harry, e cercò di distanziarsi il più possibile, per quanto i loro polsi fossero incollati. Draco però lo tirò indietro un'altra volta.

"Dimmi il perché" Ordinò. Harry rise semplicemente, con un'espressione che dimostrava quanto poco temesse gli ordini di Malfoy. Questo suo atteggiamento fece infuriare il ragazzo, e quando Harry si voltò un'altra volta per andare, lo tirò così forte per il braccio da fargli perdere l'equilibrio. Entrambi cadere a terra, e in qualche modo Harry finì sotto a Draco.

Scoprì che la pelle di Potter era calda contro la sua, e se ne meravigliò, data la freddezza con cui lo trattava solitamente.

"Malfoy, potresti gentilmente levarti di dosso?" Chiese Harry, irritato e imbarazzato. I loro visi erano così vicini che la distanza era quasi intollerabile, ma già che c'era Draco pensò di ottenere le risposte che voleva.

"Non penso proprio. Continui a non rispondere alle mie domande, quindi dimmi la verità, se vuoi che mi alzi" Disse mentre si sistemava meglio, bloccando i polsi di Harry sul pavimento, dietro la sua testa. Il ragazzo capì che non poteva muoversi, e sospirò profondamente. Lasciò ricadere la sua testa a terra.

"Immagino di dovermi mettere comodo" Draco si risentì molto a quell'affermazione, soprattutto dopo che il ragazzo voltò la testa e chiuse gli occhi, come se stesse dormendo nel letto più comodo del mondo.

"Potter!" Esclamò, ma lui non rispose.

"Potter!"

"Cheti importa, Malfoy? Pensavo che considerassi noi due nemici, e che mi volessi vedere morto, e invece siamo qui, a terra, in questa posizione abbastanza ambigua"

Perché gli importava? Draco non aveva nessuna risposta a quella domanda, e quindi si limitò a tacere.

"Davvero Malfoy? È tutto qui? Pensavo che avessi un piano elaborato per intrufolarti nella mia vita personale e vendere i miei segreti al mondo... Seriamente" ora che Draco ci pensava, quello era una risposta adatta, dato che lui non ne aveva un'altra.

"È proprio quello che ho intenzione di fare" disse con un sorriso maligno, ma corrugò la fronte. Harry stava ridendo, e se ne accorse perché sentì il petto del ragazzo che tremava. Ma Potter non smise di ridere, anzi iniziò a farlo ancora più rumorosamente. Draco lo trovò adorabile. 

"Dimmi cosa c'è Potter" chiese Draco, iniziando preoccuparsi. No non era proprio preoccupato, era più interessato ai problemi di Harry, anzi no soltanto un po' curioso di sapere perché delle lacrime stessero iniziando a scendere dagli occhi del ragazzo.

"Dimmelo!" lui non rispose era ancora scosso dalle risate. Draco era sconcertato, in un solo giorno era riuscito a farlo piangere e a farsi baciare. Così lo decise di lasciarlo andare, togliendosi di dosso, prima di dargli una mano per alzarsi e tornare ai sotterranei dove si trovava il loro dormitorio. Harry continuava a ridere dietro di lui.

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Harry comprese di non aver riflettuto abbastanza proposito di quella situazione. Come avrebbe potuto cambiarsi i vestiti se il suo polso non si poteva staccare da quello di Malfoy? E se già non aveva idea di come sistemare quella faccenda ce n'era una ancora più preoccupante. Aveva bisogno di fare pipì.  Ovviamente aveva bisogno che Malfoy lo seguisse insieme a lui nel bagno, e si chiese se l'altro avesse notato che non ci era ancora andato, quel giorno. Era decisamente strana la situazione, è sperò veramente che fosse passata inosservata.

"Malfoy?"

"Che c'è Potter?" Scattò lui.

"Io devo.... Possiamo... Ho bisogno.. okay, tutto questo è troppo strano" Rise, perché non aveva nemmeno pensato come chiedergli di poter andare in bagno.

"Sputa il rospo Potter, non ho tutto il giorno" Disse Malfoy, chiaramente innervosito.

"Certo. Devo andare in bagno" Lui lo guardò, e poi tirò un sospiro di sollievo "Per la barba di Merlino grazie al cielo pensavo che non ci saresti mai andato, a questo punto"

Fare pipì fu veramente imbarazzante. Già tirare giù la zip non fu semplice, e Harry non riusciva veramente ad essere abbastanza rilassato per farcela, e farla davanti al suo nemico giurato. Dovette tenere tutto il tempo una mano davanti alle sue parti basse. Non avrebbe mai voluto passare un momento del genere, mai più. 

Ma le cose stavano per passare da imbarazzanti a molto serie.

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Era di nuovo nel corridoio dalle pareti scure e scivolava lentamente e silenziosamente lungo pavimento freddo, ma qualcosa era diverso quella volta. Sentiva delle voci, non il solito silenzio di tomba, e nemmeno dei mormorii inquietanti. Erano voci forti e arrabbiate. Qualcuno colpì il pavimento con un tonfo, e si udì un altro suono secco: qualcuno stava pronunciando un incantesimo oscuro. 

In un lampo di luce rossa, bianca e nera che proveniva dalla stanza, si sentirono delle urla di dolore. Finalmente poteva vederne l'interno. Era piccola, dal soffitto basso ma dal suo aspetto si poteva capire che era già stata usata per le torture in passato. E poi lo vide. Voldemort, con la bacchetta puntata. Gli occhi crudeli. Ma non fu l'immagine della persona più spregevole al mondo a sconcertare Harry, ciò che lo spavento veramente fu la persona a terra urlante con tagli profondi e ematomi su tutto il corpo. Arthur Weasley.

The Re-Sorting Hat // ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora