7. Lascia che io guardi

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Harry tornò molto tardi al suo nuovo dormitorio, prima di tutto perché si era fermato in bagno, per cercare di lavare via quelle parole incise nella sua mano, ma senza successo. Non poteva liberarsene, erano indelebili sulla sua pelle come lo era il sorriso inquietante della Umbridge nella sua mente. In secondo luogo, dimenticandosi per un attimo degli eventi di quella giornata, si era avviato verso la torre dei Grifondoro.

La prima cosa che notò, una volta nei gelidi sotterranei, furono Malfoy, Zabini, Tiger e Goyle, seduti su un divano in pelle dall'aria costosa. Erano gli ultimi rimasti nella Sala Comune, e alzarono verso di lui uno sguardo accusatorio.

"Dove diavolo sei stato, Potter? Onestamente, ho bisogno del mio sonno di bellezza, non posso stare in piedi ad aspettare... aspettare te!" Draco tacque, e incrociò le braccia, continuando a scrutare Harry. Sembrava troppo stanco per essere arrabbiato, a dire il vero. 

Harry stava per rispondergli a tono, ma lui continuò a parlare: "Nulla da dire? Dovevo immaginare che un idiota come te non sapesse nemmeno difendersi. Così è questo che hai fatto tutta la sera? Ti sei scarabocchiato le mani? Sul serio Potter..." Guardò alle sue parole Harry cercò di nascondere i segni della sua punizione con la manica della camicia. 

"Fammi vedere" ordinò Malfoy, avvicinandosi al ragazzo. I suoi occhi smeraldini si spalancarono per la sorpresa, e automaticamente indietreggiò. "Potter..." ringhiò l'altro, avvicinandosi ancora di un passo, obbligando Harry a farsi ancora più indietro.

"Lascia che io guardi!" ordinò di nuovo, lanciandosi sul ragazzo, che ormai era spalle al muro. In un gesto repentino, afferrò con fermezza il polso di Harry, per poi tirarlo verso di sé e controllare cosa ci fosse di strano. Harry cercò di resistere, ma Malfoy fu più veloce.

"Lasciami andare!" cercò di convincerlo, dato che non era riuscito a sottrarsi alla sua presa.

"Chi ti ha fatto questo?" Chiese Draco. Passò una mano sopra le incisioni sottili, causando a Harry un spasmo di dolore. Decise che non avrebbe rivelato nulla, temendo la reazione dei suoi amici e degli altri studenti. Blaise si avvicinò, spinto dalla curiosità, per guardare la mano.  

"Ti sembra che siamo allo zoo? Alla larga!" Gridò Harry, ricevendo uno sguardo confuso di Blaise.

"Cos'è uno zoo?" Chiese infatti, poco dopo. "Mi prendi in giro...?" mormorò il ragazzo, in risposta. 

Dopo un attimo di silenzio, Draco parlò di nuovo, questa volta guardando il "Prescelto" dritto negli occhi. 'Non mi ero mai accorto che fossero così grigi' pensò distrattamente Harry. 

"Dimmi chi è stato!" domandò, per quella che sembrava la centesima volta.

"No!"

"Dimmelo, o giuro che ti faccio saltare le palle con un incantesimo"Minacciò, i suoi occhi color della tempesta sembravano essere sempre più pericolosi. Ma Harry non si lasciò intimidire, dopotutto si era trovato in situazioni peggiori, come fronteggiare con Voldemort, per dirne una.

"Non credo proprio che sarebbe utile a risolvere il problema,no? Pensavo che fossi più intelligente, Malfoy" Rispose Harry. L'altro ringhiò, stringendo la sua presa sul polso e iniziando a trascinarlo attraverso il dormitorio, mentre Harry tentava disperatamente di liberarsi. 

"Stupidi Serpeverde" Borbottò Harry.


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