21. Vetri rotti e cuore spezzato

516 22 2
                                    

Il sangue di Harry diventò ghiaccio, nelle sue vene. Strinse più forte la mano attorno la bacchetta, e con l'altra la profezia, della quale a quel punto si era quasi dimenticato. Si accorse che gli occhi scarlatti di Voldemort erano fissi proprio sulla sfera, e il panico lo colse. Non poteva assolutamente permettere che Voldemort si impossessasse della profezia. Improvvisamente, tutta la rabbia, la frustrazione e l'immenso dolore che provava ebbero la meglio su di lui, e strinse così forte la piccola sfera, che questa si infranse. Il vetro si ruppe ed esplose in tante piccole schegge, che si conficcarono nel palmo della sua mano. Harry avvertì  l'energia bluastra abbandonare la sfera, e per un attimo sentì il suo gelo percorrergli il dorso della mano, tremante; infine si rese conto del dolore. Voldemort strinse gli occhi in uno sguardo malvagio, e una vena violacea nel suo collo orrendo si gonfiò. 

"Pagherai per questo" sputò, preparandosi a un incantesimo. Solo un secondo prima che la luce bianca lo colpisse al petto, Harry si rese conto di quale magia avesse scelto il Signore Oscuro. Crucio. 

Il dolore invase ogni fibra del suo essere, mentre cadeva a terra; non si rendeva nemmeno conto se stesse urlando o meno, a quel punto. Sentiva solo il dolore, come un fuoco che si faceva spazio all'interno delle sue vene, e allo stesso tempo lo raggelava, ed era come se ognuna delle sue terminazioni nervose fosse in fiamme. 

Improvvisamente, tutto finì. Harry non riusciva comunque a respirare, i polmoni gli facevano male e gli batteva forte il cuore, ed era come se anche solo quel battito fosse uno sforzo troppo grande. Sentiva che il suo viso in fiamme era rigato da lacrime gelide, e ogni muscolo del suo corpo tremava. Nonostante tutto, Harry si sforzò di alzarsi in piedi, solo per essere spinto al riparo dietro a una statua del Ministro della Magia; era Silente in persona. Il ragazzo non aveva idea di quando fosse arrivato, ma evidentemente era stato un diversivo sufficiente per distrarre Voldemort, e ne fu sollevato. 

Silente aveva un aspetto strano in quel momento, il suo sguardo era freddo e terrificante. Harry non lo aveva mai visto così, e seppe di essere davvero di fronte al più grande mago di tutti i tempi. Era davvero pericoloso: stava rispondendo agli attacchi di Voldemort usando incantesimi che Harry non aveva mai sentito nominare, prima d'allora. 

Voldemort, con un colpo di bacchetta, urlò: "Confringo!" e una fragorosa ondata di fiamme eruttò, diretta al suo nemico. Silente si preparò a contrattaccare, pronunciando: "Aguamenti!". Così come le fiamme erano nate dalla bacchetta di Voldemort, dalla sua si riversò un'ondata di acqua, che inghiottì il fuoco e iniziò a girare vorticosamente. Il tornado raggiunse Voldemort, e lo avvolse completamente, tanto che dovette lottare furiosamente per liberarsi da quella barriera d'acqua, che lo soffocava e lo teneva in trappola. Ad un certo punto, l'incantesimo che vincolava il muro d'acqua si sciolse, e questo ricadde a terra ai piedi del Signore Oscuro, in una miriade di schizzi. 

Voldemort si alzò in piedi, e mormorò un incantesimo che fece esplodere i vetri di tutte le finestre in tante piccole schegge, e le diresse a una velocità incredibile verso Silente. Questo non si fece trovare impreparato, e si difese prontamente con uno scudo, che ridusse i pezzettini di vetro in granelli di sabbia, tanto che sembrava di trovarsi nel bel mezzo di una tempesta nel deserto. A quel punto Voldemort emise un verso disumano, e sparì nel vortice del suo mantello nero. 

'E' finita' pensò Harry, ma aveva cantato vittoria troppo presto, perché sentì una pressione nella testa 'Qualcuno sta cercando di leggermi la mente, maledizione'. Chiuse gli occhi, e si concentrò. Immaginò il lago, e le sue onde increspate. Quando la pressione sulla sua mente aumentò, le onde si alzarono. Senza accorgersi di nulla, neanche del dolore atroce alla mano, Harry cadde in ginocchio. Le onde erano ormai tumultuose,  dunque, presto Voldemort sarebbe venuto a conoscenza dei suoi segreti più nascosti, ogni dettaglio di essi. La pressione continuò ad aumentare, ed Harry credette che il suo cranio sarebbe esploso da un momento all'altro. Doveva assolutamente nascondere i ricordi e i segreti più pericolosi; li fece sprofondare al fondo del suo lago, e pensò di inviare alcuni dei suoi ricordi più innocui di Edvige direttamente al suo assalitore, sperando di distrarlo. 

Una voce, nella sua mente, gli parlò: "Tieni duro, Harry, tieni al sicuro i tuoi ricordi". Subito inviò un altro ricordo a Voldemort, di lui che rideva e si divertiva con i suoi amici, di tutta la felicità e l'amore che provava in loro compagnia, e lo sentì ritrarsi un poco. Continuò così, ancora e ancora, finché non sentì che la presenza nella sua mente si era dissolta del tutto. 

Harry si ritrovò esausto, sdraiato a terra su un letto di schegge di vetro, coperto di sudore. La testa gli pulsava terribilmente, come se gliela stessero prendendo a pugni. Ma almeno era finita... per il momento. Tutti i suoi segreti, e la relazione con Draco, erano rimasti ben nascosti.

֍֍֍

"Smettila di preoccuparti per il tuo ragazzo, Draco" disse Pansy, guardandolo camminare avanti e indietro per la stanza. Draco si fermò per guardarla di traverso.

"Non è il mio ragazzo... Aspetta, come lo sai?". Pansy non rispose al suo commento, liquidandolo con un gesto della mano. 

"Mio caro, lo sanno tutti, fin dal giorno, o meglio, la notte, in cui voi due piccioncini avete dormito nello stesso letto. Dev'essere stata una scena piuttosto carina, a giudicare dal modo in cui lo..." 

"Non una parola" scattò Draco e sospirò. 'E se si fosse fatto del male? A quell'idiota succede ogni singola volta. Si fa coinvolgere in tutte queste situazioni pericolose. Spero solo che stia bene...' si rese conto che per essere un Malfoy, era un po' troppo sentimentale. 

"Seriamente Draco, il tuo ragazzo starà bene" disse Pansy, e lui smise del tutto di camminare. 

"Ripeto, non è il mio ragazzo" 

Ma poi la porta si aprì, e Harry apparve sulla soglia. Era molto pallido, sembrava colto dal panico... c'era qualcosa che non andava in lui. I suoi occhi verdi, normalmente tanto luminosi, erano terribilmente opachi, come se la loro luce li avesse abbandonati. Le maniche della sua camicia erano arrotolate al gomito, e Draco vide le strisce di sangue, ormai secco, sulle sue braccia. A quella vista orribile, sentì il suo cuore andare in mille pezzi. Harry corse verso i dormitori, e chiuse ermeticamente la porta dietro di sé; a quel punto Draco capì di dover andare da lui, per stare al suo fianco e capire cosa fosse accaduto. 

Batté nervosamente le nocche sulla porta di legno, e disse: "Harry? Harry, sono io, Draco. Per favore, aprimi" lo pregò, sperando che suo padre non lo venisse mai a sapere. A quel punto, con un cigolio la porta si aprì.

The Re-Sorting Hat // ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora