17. Perdonato

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Con un po' di disappunto da parte di Harry, Draco decise di interrompere quel contatto tra loro, rotolando via dalla sua posizione equivoca mentre mormorava un paio di frasi sconnesse, che includevano le parole "Potter" e "privacy".

I due non si parlarono affatto, mentre scendevano alla Sala Comune, erano ancora troppo nervosi. Come previsto tutti si girarono a guardarli. Draco alzò la voce, e puntò la sua bacchetta nella direzione generale del gruppo di studenti.

"A chiunque osi parlare di quello che è successo, taglierò immediatamente i genitali, li sminuzzerò e glieli farò mangiare per colazione" detto questo se ne andò pestando i piedi, tirandosi dietro Blaise, con il quale si mise a borbottare agitato.

Harry, che non voleva rimanere un altro minuto con gli occhi di tutti addosso, prese la sua borsa dei libri, se la mise in spalla e uscì, dirigendosi verso la biblioteca, dove tentò seriamente di finire i compiti per quel giorno.

Il resto della giornata passò senza grandi avvenimenti, forse perché i Serpeverde tenevano molto ai loro genitali, o forse erano troppo spaventati di Malfoy in sé, che andava in giro e fulminare con lo sguardo chiunque incrociasse il suo cammino.

Di pomeriggio, Harry vide un bagliore proveniente dalla sua tasca, e si accorse che sulla moneta erano apparse la data e l'ora dell'incontro successivo con l'Esercito. Vide distrattamente che l'orario prescelto erano le cinque, solo un'ora e mezza prima della sua punizione con Piton.

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"Allora, il prossimo incantesimo è 'Expelliarmus'. Serve a disarmare l'avversario. Neville, prova tu per primo"

Il ragazzo deglutì incerto, e puntò la bacchetta pronunciando l'incantesimo. Invece di disarmare qualcun altro, finì per colpire sé stesso, finendo gambe all'aria e rischiando di farsi del male alla testa. Gli altri riuscirono con successo a disarmare il fantoccio, e Ginny fu così brava da riuscire quasi a far esplodere il bersaglio.

Harry si accorse che mancavano solo cinque minuti alla sua punizione. "Bene ragazzi, è tutto per oggi. Complimenti a tutti!" poi uscì con cautela dalla stanza, e andò incontro alla sua sfortuna.

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"Sei in ritardo, Signor Potter" disse lentamente Piton, lasciando cadere due calderoni sudici di fronte a Harry, dentro ai quali si muoveva qualcosa.

"Dovrai smistare il contenuto di questi, e poi proverò di nuovo a leggere la tua mente , così debole" detto questo, con un fruscio dei suoi abiti neri se ne andò dalla stanza, lasciando Harry alle sue lumache da separare. Era un lavoro disgustoso e anche un po' doloroso, perché quegli esserini non facevano altro che mordergli le dita; a Harry ricordava un po' quando sistemava i calzini di Dudley, viscidi e puzzolenti.

Quando terminò il compito si sedette per un secondo, lanciando un incantesimo di pulizia sui resti di bava appiccicosa, e premendo un fazzoletto sulle piccole ferite sanguinanti. Presto Piton ritornò da lui, e il ragazzo si preparò a difendere con un muro i suoi ricordi più preziosi.

Immagine. Il diario di Tom Riddle.

Immagine. In volo con Fierobecco.

Immagine. Alcune parti del suo incubo.

Immagine. I visi di sua madre e di suo padre nello specchio delle Emarb, e guardare... No!

Cercò disperatamente di buttare fuori la coscienza del professore. Riuscì nel suo intento, ma cadde a terra.

"Sono cose private!"

"Per il Signore Oscuro non lo sono, libera la mente! Legilimens!" Harry riuscì a ritorcergli contro l'incantesimo, trovandosi nella mente di Piton.

The Re-Sorting Hat // ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora