3. Non vergognarti, Potter

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Harry non aveva idea di quanto tempo fosse trascorso, perché pensieri esasperanti continuavano a occupare la sua mente, senza dargli tregua. Questi pensieri erano instancabili come le sirene nel lago, che strillavano nel momento in cui aveva bisogno di risalire in superficie.  La sua vita era un disastro in quel momento: pensò al suo padrino Sirius Black, al fatto di essere stato separato dai suoi amici e che i suoi incubi peggioravano ogni giorno.

Il ragazzo era così preso dai suoi pensieri, da non udire il rumore di passi che si avvicinavano. 

"Mi sembra strano che Harry sia corso via in quel modo, non si rende conto della grandezza dei Serpeverde? È veramente così stupido come sem..." Draco Malfoy si interruppe di punto in bianco, intravedendo la sagoma di una persona dietro l'angolo. "Lumus Maxima" mormorò, mentre si avvicinava con esitazione. Vide una figura dai capelli scuri, seduta immobile come una statua, in un cantone della guferia polverosa. 

"Potter?" Chiese Malfoy, ma non ottenne risposta. Allora si accovacciò, ed esaminò il ragazzo davanti a lui. La testa di Harry era appoggiata sulle sue ginocchia, strette al busto. Sembrava quasi che stesse cercando di rendersi invisibile. 

"Blaise? Vieni qui, l'ho trovato". Sì udì un rumore di passi, quelli di Blaise, che imitò la posizione di Malfoy, per osservare meglio Potter. "Sta dormendo?" Chiese, punzecchiando il braccio della figura inerme. Ottenne una risposta quando, infine, Harry alzò un poco la testa per osservarli, e strabuzzando gli occhi per la sorpresa si guardò intorno per un attimo, ma presto ritornò alla sua posizione iniziale. Draco e Blaise si scambiarono uno sguardo confuso.

"Ti vergogni, Potter? Non ce n'è ragione... Voglio dire, noi Serpeverde siamo intelligenti e ambiziosi, sono certo che lo sia anche tu? Blaise, dammi una mano..." Draco si interruppe. "Uhm, dimmi Potter, qual è il problema? ... Be', vedo che non sei in vena di parlare. Dovremmo proprio tornare indietro, si inizia a congelare quassù". Così Blaise si avvicinò, cercando di staccare le braccia di Harry dalle sue gambe, ma senza risultati.

Passarono almeno dieci minuti, ma Harry non si mosse. "Blaise, dovresti andare a chiamare un professore" Suggerì Draco, e finalmente i suoi sforzi sembrarono funzionare, perché il ragazzo alzò la testa di scatto. 

"Non farlo, per favore" lo pregò Harry, con uno sguardo disperato. 

"Solo se verrai con noi ai dormitori" Disse Blaise. Il ragazzo, infreddolito, aggrottò la fronte a questa richiesta. Battè la testa contro il muro alle sue spalle, chiudendo gli occhi come se stesse considerando le due opzioni. 'Sirius ha preso la decisione di non far parte di Serpeverde, a differenza del resto della sua famiglia. Far parte di quella Casa è davvero così male? Cosa avrebbe detto se fosse... no' scosse la testa impercettibilmente 'Non dovrei pensare a queste cose. Voldemort era un Serpeverde, significa forse che ora sono ancora più in pericolo? Silente non lo permetterà, vero? Ho paura che le persone smettano di fidarsi di me, e sarà di nuovo come quando è successo l'incidente con il serpente'.

Dopo qualche minuto di riflessione aprì gli occhi, e guardò Malfoy. "Non c'è via d'uscita, vero?" Chiese, stringendo i pugni pensando alla Umbridge, dopotutto era stata lei a causare quella situazione. Draco rispose onestamente di no, che poi era stata la sua stessa conclusione. 'Devo essere coraggioso, non c'è via d'uscita. Perché nascondersi?'

"Va bene, andiamo" Disse Harry, tirandosi su, sulle sue gambe intorpidite. Colse i due di sorpresa, che si affrettarono a seguirlo. 'È difficile camminare quando non ci si sente più le gambe' pensò Harry, scivolando e cadendo addosso a Draco. 'E' così caldo

"Per la barba di Merlino, Potter, stai congelando!"

"Scusa" Harry sorrise imbarazzato. Cercò di rialzarsi, riuscendo perlomeno a restare in piedi.

"Muoviamoci, prima che Potter muoia di ipotermia" disse Malfoy, aggiungendo: "Non che sia possibile farti fuori".

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