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Danielle

Sento la sveglia sul telefono squillare e apro gli occhi svogliatamente.<voglio dormire..> bofonchio. La mattina per me è sempre un trauma, lasciare il mio caldo lenzuolo e il mio cuscino è una tortura per me, Regina ha il mio stesso problema, una volta dovevamo alzarci per andare a scuola e per farla svegliare ho dovuto prendere una padella, un mestolo e fare rumore. Non si era alzata neanche in quel momento.

Metto un piede a terra e sento il pavimento freddo. Mi aggiusto i capelli e li liscio con la spazzola. Ho fatto bene a lasciarla sul comodino. Apro la porta e scendo le scale per andare in cucina, ho una fame assurda, entro nell'arco e mi avvicino al frigo sulla destra, lo apro e prendo il latte, lo verso in una tazza presa dalla credenza e me lo verso. Ieri Cecil ha posato le tazze in cucina, ha detto che sono di tre colori, rosa, giallo e arancione, questa è rosa quindi è la nostra.

Sto per bere quando sento un rumore dietro di me, mi volto e vedo un ragazzo che mi squadra da capo a piedi. Che diavolo vuole questo? È alto, e imponente, i suoi capelli sono neri e rasati ai lati, i ciuffetti sono sparati verso dietro. Questo look gli da un aspetto da gangsta.
<problemi?> chiedo fissandolo indifferente, noto i suoi tatuaggi sulle braccia e me ne incuriosisco, ha diversi tatuaggi come: una rosa nera sulla spalla. Sulla mano ha una ragnatela e sul petto ha una x: dove c'è il cuore in pratica.

Fa un sorrisetto sghembo e inizio a sentirmi irritata dalla sua presenza. <Sebastian, Dove sei?.> sento una ragazza urlare e poi spunta accanto al ragazzo in questione. <che fai qui? Ti cercavo> lo guarda con occhi sognanti e, a me viene da vomitare. <abbiamo della carne fresca qui> mi indica con il mento. Il suo tono grezzo e rauco emana sicurezza. La tipa mi guarda impassibile e noto che mi sta giudicando.

Almeno io sono vestita, non vado in giro con soltanto l'intimo addosso<ah, si, è nuova> stringo il bicchiere che ho in mano e, la fisso attentamente. È bella non c'è che dire, ha dei capelli mossi argentati con delle punte arricciate e degli occhi azzurri, sembra una strega.
<se avete finito di guardarmi così, io andrei> la mia faccia resta impassibile. Li supero con una spallata e poi salgo le scale per andarmi a preparare, mentre salgo però, sento uno sguardo bruciarmi la schiena.

<quindi.. Questo è il North college di Seattle eh?> Cecil si mette una mano davanti al viso e si copre dai raggi solari. <si, Cecil. > risponde seccata Regina. <andiamo dobbiamo prendere gli orari>, ci incamminiamo tutt'e tre e noto che parecchi sguardi si posano su di noi.<ci fissano tutti> bisbiglia Cecil alla mia sinistra, <lo so>,<e non ti da fastidio?> chiede, <no perché è invidia la loro> Regina fa l'occhiolino ad alcuni ragazzi che la fissano e io scuoto la testa. Sempre la solita.

L'edificio è davvero sofisticato e moderno, ci sono i parcheggi, poi delle scale in pietra che portano all'entrata e un prato verde ai loro lati, inoltre è pieno di finestre che trasmettono la luce all'interno dell'edificio. È molto bello lo ammetto.
Entriamo dentro e notiamo un bel via vai di persone. <la segreteria dov'è?> dico confusa, <aspetta ci penso io> Regina ferma un ragazzo carino dal braccio e gli chiede<scusami, sai dirmi dov'è la segreteria dolcezza?> ammicca verso di lui e io alzo gli occhi al cielo, la stessa identica cosa fa Cecil.

Lui ci casca come una pera, sorride<si, dovete andare dritte e poi girare a destra, la troverete in fondo.>lei gli sorride e lui la guarda divertito. <grazie caro> , <andiamo> la tiro dal gomito e lei protesta <ma insomma l'hai visto? Era proprio carino..>, <non puoi provarci ogni volta regina!>
Sbotta l'altra. <zitta, impicciona>
giriamo l'angolo e vediamo il bancone con la segretaria dietro.
<salve, siamo le McQueen, io sono Danielle e loro Regina e Cecil, avremmo bisogno degli orari> ci guarda un attimo e poi annuisce, <si aspettate un secondo> sposta dei documenti e poi c'è li passa.

Guardo l'orario delle lezioni e noto che ho due lezioni oggi. <ho studio delle lettere inglesi la prima> dico, <io scienze che schifo> afferma Regina, <io chimica> non siamo insieme in nessuna, che seccatura.
<va bene allora vado io> le guardo e loro annuiscono. <in bocca a lupo> ammicco verso di loro, mi avvio verso la mia aula, sul foglio c'è scritto che è nel corridoio a sinistra, è la numero 20> cammino a passo spedito con i miei stivaletti in pelle neri e finalmente arrivo.

Busso ed entro, una marea di sguardi si posano su di me e io stringo il foglio in mano. Che hanno da guardare? <salve, lei è? > domanda l'insegnante, <sono Danielle McQueen, frequento questo corso> la donna accanto alla cattedra mi squadra e si aggiusta gli occhiali sul naso, <va bene, entra.> uh, l'ho scampata.
Vado a sedermi infondo e inizio a seguire la lezione.
Ogni tanto qualche ragazzo mi fissa ma cerco di non farci caso, sono abituata ormai.

Alle superiori io e le mie sorelle eravamo molto popolari, da una parte era bello essere corteggiate tutti i giorni, dall'altra invece era seccante perché alla fine non volevano conoscerci davvero, volevano solo portarci a letto.
Noi comunque non siamo vergini, anche se non ci siamo mai fidanzate le nostre esperienze le abbiamo fatte, io l'ho fatto una volta sola però, la stessa cosa vale per Cecil, invece Regina... Lei non si risparmia diciamo, non si porta a letto tutti, solo chi vuole lei.

A fine lezione raduno le mie cose e metto tutto dentro lo zainetto con le borchie, esco dall'aula insieme a tutti gli altri ed estraggo il telefono per scrivere alle mie sorelle. Noi abbiamo un gruppo sul telefono, perciò scrivo li. mando un messaggio e domando ad entrambe dove sono, aspetto e noto che non c'è nessuna risposta. Ma che fine hanno fatto?. Sto per chiamare Cecil, quando poi< stavi guardando il mio ragazzo per caso?> sento una voce derisoria provenire dall'angolo sulla sinistra, mi avvicino e vedo mia sorella essere presa di mira da una ragazza.

<sto parlando con te sai?> la prende in giro e Cecil la guarda spaesata, <no.. Stavo raccogliendo i libri.. > stringo i pugni,<si, come no> fa una risata infastidita e la sua mano finisce sul collo di mia sorella. Strabuzzo gli occhi e quando vedo che la sta stringendo troppo intervengo immediatamente.
La tiro dai capelli da dietro e la spingo a terra con irruenza, urla per il dolore e io la guardo con occhi avvelenati. <put-puttana> tossisce, sto per avvicinarmi di nuovo, quando poi sento una voce, quella di stamattina.

<hai fatto abbastanza non credi?> alzo il capo e guardo il tizio di stamattina, Sebastian. Mi fissa leggermente seccato e io stringo i denti, guardo dietro di lui e noto altri due ragazzi. Stava sul serio guardando uno di questi ragazzi mia sorella? E chi dei due?
Il biondino con il piercing nel labbro o il castano con i ciuffi sparati in aria?. <sto parlando con te, io> sposto il mio sguardo su chi ho davanti e mi avvicino a lui, faccio due passi e lo guardo dritto in faccia.

<state lontani dalle mie sorelle o vi rovino, chiaro?> pronuncio queste parole con rabbia repressa, lui mi fissa stupito e anche un pò infastidito, gli volto le spalle e poi me ne vado via con Cecil.











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