Capitolo 14

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Orgoglio: sentimento unilaterale ed eccessivo della propria personalità, che isola l'individuo o ne altera i rapporti sociali o affettivi.
Che poi io sta cosa dell'orgoglio non l'ho mai capita: chiama prima tu, chiamo prima io, mi guardi prima tu, ti guardo prima io.
Questa cosa dell'orgoglio io la odio da sempre e l'ho odiata quando ho visto legami forti sgretolarsi per un niente, magari per una chiamata mancata o per un 'ti amo' non detto.
Io non credo che nella vita vinca chi si tiene tutto dentro, tutto per sé o chi si nasconde dietro all'immagine di qualcuno che non è mai stato, io credo che sia forte chi non si vergogna di mostrarsi 'fragile', chi dice che ci tiene, chi ti dice che sta male.
Eppure io dentro di me avevo un fuoco che ardeva, il fuoco dell'orgoglio.
Tanto odiato, ma tanto presente dentro me.

Erano passati due giorni da quando Gaia mi aveva detto di essere stata con un'altra persona ed io non avevo ancora trovato il coraggio di parlarle.
La evitavo in tutti i modi: quando la incrociavo nei corridoi cambiavo direzione, quando lei era in mensa io mangiavo fuori, quando lei era con gli altri ragazzi io passavo in stanza sapendo che non ci fosse.
Sapevo di stare sbagliando e che continuando cosí non facevo altro che allontanarmi da Gaia.

Ero la contraddizione fatta persona.
Mentre trovavo il coraggio di parlarle poi tornavo subito indietro credendomi inadeguata, che mi mancava e la odiavo contemporaneamente, che non riuscivo a starle lontana ma mi allontanavo sempre più.
Non facevo altro che pensare a Gaia, a pensare "come sta?" "cosa starà facendo ora?" "avrà mangiato?".
E partivano i miei viaggioni mentali che Talisa puntualmente smentiva.

Ma se c'era una cosa "positiva" in tutto questo era sicuramente il fatto che avevo più tempo per dedicarmi allo studio dato che avevo bisogno necessariamente di distrarmi.
Per questo motivo avevo chiesto a Giulia di provare il nostro duetto quasi tutti i giorni, nonostante avessimo diversi giorni davanti per poterci preparare al meglio.
C'eravamo messe d'accordo che lei avrebbe scelto la canzone ed io avrei fatto l'arrangiamento musicale con il pianoforte.

Poco prima di incontrami con Giulia per provare il duetto, pregai Talisa di tenere occupata Gaia cosí ne avrei approfittato per passare in camera a prendere dei vestiti.
Percorsi i vari corridoi che mi separavano dalla mia stanza e quando proprio quando mancavano pochi metri incontrai Nyv.
"Marti ciao" mi sorrise
ricambiai il saluto ed il sorriso
"Come stai? Non ci vediamo quasi mai, anche i ragazzi mi chiedono spesso di te"

In cuor mio speravo che la mia 'assenza' fosse passata inosservata, puntando anche sul fatto che essendo l'ultima arrivata non avrei dato nell'occhio, ma evidentemente non era cosí.

"In realtà sto scrivendo delle cose in questo periodo, ne sto approfittando, e quando scrivo tendo ad 'isolarmi' un po' per concentrarmi maggiormente. Però prometto che appena finisco recupereremo il tempo perso" dissi sorridendo, tentando di non destare sospetti.
"Sono felice che tu stia scrivendo, non vedo l'ora di sentire ciò che stai creando" ricambiò con un dolce sorriso.
Continuammo a parlare del più e del meno, mi raccontò dei suoi brani, dei ragazzi, del duetto che stava preparando con Gaia, poi Nyv mi salutò con un caldo abbraccio e se ne andò.
Mi fece bene quella chiacchierata, finalmente pensai ad altro per qualche istante e realizzai che a quei ragazzi volevo realmente bene, cosí come loro ne volevano a me.

Andai in camera e per qualche secondo non feci altro che fissarla, guardandomi intorno: mi mancava stare lí, vivere lí, dormire lí, osservare Gaia mentre dormiva nel mio letto, mi mancava anche il profumo di quella stanza che era un mix tra quello mio e di Gaia.
La nostra essenza.
Ecco quella stanza profumava di noi.
Subito ritornai alla realtà guardando l'orologio e notai che la chiacchierata con Nyv era stata piuttosto lunga, stavo pregando che Talisa stesse ancora intrattenendo Gaia.
Presi di fretta dei vestiti: due magliette, un jeans, dei calzini e una mutanda, ma proprio mentre mettevo gli indumenti nello zaino la porta si aprí e rimasi pietrificata.

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