Capitolo 17

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"Tutto passa", ma non è cosí vera questa cosa. Direi che tutto si alleggerisce, che con il tempo si impara a sopportare certi dolori. Che il tempo copre e mette a tacere certe ferite.
Niente passa del tutto, tanto meno ciò che ci ha feriti dentro, in modo netto e preciso.
Lo ricorderemo sempre e sarà sempre una parte di noi, anche quando sarà parte definitivamente del nostro passato.
Ed eccolo lí il passato.
Il passato che ritornava a bussare alla mia porta, trascinandomi in uno tsunami di emozioni contrastanti.
In due secondi, da quando ho sentito il tocco della sua mano a quando mi sono voltata e l'ho vista, la mente mi si era appannata, il cuore mi si era fermato per un attimo e fu strano.
Fu strano perchè erano passati mesi da quando ci eravamo viste l'ultima volta, mesi da quando i nostri occhi si erano incrociati per l'ultima volta, mesi dall'ultimo tocco tra le nostre mani, mesi da quando avevo sentito la sua voce per l'ultima volta. Erano stati mesi difficili, mesi in cui avevo lottato per dimenticarla, per dimenticare il dolore che avevo dentro, mesi in cui avevo provato a farmela passare.
Ma niente passa davvero.
Neanche con tutto il tempo del mondo.
E vederla lí, di fronte a me, mi fece uno strano effetto.
Non sapevo come comportarmi, cosa dire, cosa fare.
Lei era andata avanti e anche io ci stavo provando.
Quando quel giorno di primavera venne da me e mi disse che non provava più la stessa cosa nei miei confronti, mi crollò il mondo addosso.
Mi ci volle un po' di tempo per ragionare a mente lucida e capire cosa fare.
Decidemmo comunque di rimanere in buoni rapporti e in un primo momento ci riuscimmo anche.
Forse il periodo post-rottura è cosí.
Sei in quel limbo in cui non vuoi separarti dalla persona che ami e accetti tutti i compromessi possibili per restarle ancora accanto, ma quando poi capisci che devi andare avanti provi man mano ad allontanarti.
Come se volessi chiudere quella piccola parte, quel momento, della tua vita in una scatola, tenerla nel passato e non aprirla mai più.
Ed io avevo deciso di uscire dalla sua vita e far uscire lei dalla mia.
Non potevo continuare ad essere legata ad una persona che avevo amato, e dalla quale ero stata amata, continuando a farmi male.
Dovevo pensare al futuro, non continuare a vivere nel passato pensando ai 'se' e ai 'ma'.
Dovevo reagire.
Dovevo andare avanti.

"Marti, da quanto tempo!" disse Sara sorridendomi
"Già" dissi tentando di ricambiare il sorriso, ancora scossa nel vederla lí
"Io vi lascio, torno dentro. Ciao" disse Stefano salutando con un cenno di mano, sentendosi forse di troppo
"Come stai?" mi chiese
"Sto bene" risposi "e tu?" continuai dopo qualche secondo
"Sto bene, sono contenta di averti rivista" disse sorridendo
"Beh è passato un po' di tempo...qualche mese forse" dissi facendo la vaga, ma sapevo benissimo quanto tempo fosse passato dal nostro ultimo incontro
"Si, dal compleanno di Nicolò. A proposito come sta la tua famiglia? Tua mamma, tuo papà..."
"È tutto okay, anche se non li vedo spesso, anzi non li vedo quasi mai praticamente però ci sentiamo tutti i giorni e stanno bene" risposi
"Scusami non vivete insieme?" chiese confusa
"No, non più. Mi sono trasferita. Studio alla Juilliard adesso" dissi orgogliosa del mio percorso e di me stessa
"Wow, ce l'hai fatta" disse sorridendo
"Già" risposi imbarazzata "Alla fine dopo tante indecisioni ho scelto la musica, anzi direi che la musica ha scelto me" continuai
"Non avevo dubbi, lo sai..." rispose mordendosi le labbra
"Lo so" risposi annuendo "E tu? Che mi racconti?" dissi cercando di evitare l'imbarazzo
"Continuo a studiare fotografia con la speranza di diventare la miglior fotografa del mondo" disse vantandosi e mi scappò una risata.

Non era cambiata per niente.

"Ce la farai, lo sai" dissi continuando a sorridere
"Lo so" mi rispose ricambiando il sorriso.

Il mio rapporto con Sara era sempre stato questo, da quando eravamo amiche fino al momento in cui c'eravamo allontanate.
Lei c'era per me ed io c'ero per lei.
Lei era giù ed io la tiravo su.
Io ero giù e lei mi tirava su.
Litigavamo, ci urlavamo contro però poi tornavamo sempre l'una dall'altra.
C'eravamo noi e basta.
Con Sara non era stata l'unica relazione che avevo avuto, ma sicuramente era stata l'unica che mi aveva lasciato il segno.
L'unica che se tornavo indietro con la mente, il cuore sussultava ancora.
Ma non perchè provavo qualcosa per lei, ma per tutto l'amore che c'eravamo date, per tutti i momenti up e per tutti i momenti down, per l'esserci sempre state l'una per l'altra e per i ricordi che mi legavano a lei.
Poi l'amore finisce, si va avanti, si incontrano altre persone ed ora c'era Gaia.
Gaia.
Riuscivo a percepire il suo sguardo anche a metri e metri di distanza.

"Scusate...Marti è ora di rientrare" disse Talisa avvicinandosi
"Si arrivo subito" risposi

Talisa si allontanò di qualche metro, continuando però a fissare sia me che Sara

"Devo andare..." dissi riferendomi a ciò che aveva detto Talisa
"Si ho sentito" sorrise "è stato bello rivederti Marti" continuò
"Si, anche per me" risposi accennando un sorriso "allora...ciao" continuai imbarazzata
"Dai vieni qua" disse tirandomi a sè.

Ricambiai l'abbraccio, poi la salutai e andai verso Talisa.

"Andiamo..." dissi guardandola
"Vabene" disse e iniziammo a camminare verso gli altri
"Chi era quella ragazza?" mi chiese curiosa
"La mia ex" risposi lasciando Talisa un po' sorpresa
"Dovresti fare attenzione a Gaia" mi disse dopo qualche secondo.
La guardai confusa non sapendo a cosa si riferisse.
"È un po'...brilla" disse cercando il termine più adatto

Arrivammo dagli altri ragazzi, che nel frattempo avevano raggiunto l'uscita, e notai subito Gaia. Era seduta su una poltroncina con Nyv accanto che provava a tenerla a bada.
"Possiamo andare" disse Talisa subito dopo aver raggiunto il gruppo.

Cercai di tenere Gaia sott'occhio tenendomi a debita distanza, anche se in quel momento avrei voluto soltanto che tenesse il suo braccio appoggiato al mio e non a quello di Nyv.
Certo, aver rivisto Sara dopo tanto tempo mi aveva fatto uno strano effetto e nella mia testa rivivevo tutti i ricordi che mi legavano a lei, ma questo non cambiava i miei sentimenti per Gaia, il mio legame con lei e nè tantomeno il desiderio e la voglia di costruire insieme a lei un futuro.
Gaia era la persona giusta per me ed io sentivo di essere la persona giusta per lei.

Durante tutto il tragitto verso il campus non parlai molto, mi limitai ad osservare Gaia.
Era palesemente brilla, ma nonostante ciò non rinunciava a fare quei suoi discorsi filosofici mischiati, in quel momento, all'alcool e al sonno probabilmente.
Persi la cognizione del tempo, forse a causa dell'alcool o forse perchè ero quasi completamente assorta nei miei pensieri, e la camminata mi sembrò durare due minuti.
Arrivammo all'entrata del campus ed entrammo all'interno, tentando di non fare rumori esagerati.
Le nostre stanze non erano tutte vicine.
Alcuni di noi si trovavano nello stesso corridoio mentre altri erano nella parte opposta del campus, così decidemmo di salutarci tutti nell'androne principale per evitare che qualche collaboratore scolastico ci scoprisse a rientrare in tarda notte.
Stavo salutando i ragazzi, pronta a rientrare in camera con Gaia, quando proprio quest'ultima iniziò a parlare, biascicando qualcosa che provò a ripetere più di una volta per farsi capire da tutti

"Ragazzi scusate, io e Martina dobbiamo dirvi una cosa..."

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