Gli Assassini fecero ritorno al covo e per fare rapporto ai membri della Confraternita dell'uccisione di Duccio Corsini.
Caterina in quei giorni si chiuse in sé stessa, non aveva più appetito, non aveva voglia di vedere nessuno. Voleva solo stare da sola e piangere.
Con la morte di suo padre finalmente si chiuse un capitolo della sua vita, ottenne vendetta per sua madre e si tolse di mezzo un altro maledetto Templare ma nonostante l'uccisione avesse portato a cose positive non riuscì a ricavarne altro che dolore. Dolore per aver perso un padre che amava e cercava da anni per poi scoprire essere solamente uno sporco conspiratore contro il mondo e soprattutto contro la sua famiglia, per aver ucciso la sua amata madre senza rimorsi e tentato di fare lo stesso anche con lei. Aveva agito per tutto quel tempo all'oscuro di tutti, cambiando identità. Le era crollato il mondo addosso, aveva improvvisamente perso fiducia nelle persone. Se suo padre, sangue del suo sangue, non ebbe scrupoli a tradire la propria famiglia come poteva aspettarsi del bene da sconosciuti?
Il mondo cominciò a farle schifo. In quel momento comprese le sofferenze di Lucia e del suo gesto estremo ma Caterina non avrebbe ceduto, non gliel'avrebbe data vinta a suo padre né ai Templari. Lei avrebbe lottato e raggiunto il suo obiettivo. Il suicidio non le sfiorò minimamente la mente.
Qualcuno bussò alla porta ma sapeva già chi fosse.
Arezio entrò e lasciò su un baule un piatto con una coscia di pollo, un pezzo di pane e un buon calice di vino rosso.
- "Non puoi stare a digiuno."
- "Grazie del pensiero ma non ho fame."
- "Caterina devi mangiare qualcosa."
- "Ti prego, lasciami sola."
- "Sono due giorni che passi le tue giornate da sola."
- "Arezio, non capisci.."
- "Non capisco? Lo stai dicendo proprio a me?" chiese stupito.
Caterina non rispose, capì di aver detto una fesseria. Entrambi stavano vivendo un dolore immenso seppur differente.
- "Perdonami, io non volevo.." si rammarico. Sul suo volto caddero violentemente lacrime di dolore.
Arezio si sedette accanto a lei su quel letto e le spostò i capelli dal volto.
- "Sei bella anche quando piangi."
Le parole di Arezio la fecero sorridere.
- "Ma quando ridi.. sei una meraviglia." le disse accarezzandole una guancia.
Il cuore le scoppiò di gioia nel sentire quelle parole. Quell'uomo era la cura dei suoi malesseri.
Si tirò su e cominciò ad addentare la coscia di pollo. Appena diede il primo morso capì quanto fosse affamata.
Nessuno dei due riuscì a pronunciare una parola, entrambi capirono che la loro reciproca compagnia non aveva bisogno di parole, bastava semplicemente essere l'uno accanto all'altra per sentirsi meglio.
- "Grazie per.."
- "Shhh!" Arezio la azzittì di colpo. Lei non capì.
L'Assassino si alzò lentamente e andò verso la porta.
Pochi secondi dopo ci fu un esplosione.
Entrambi si buttarono sul pavimento. Poi qualcuno sfondò la porta.
- "Assassino! Finalmente ho l'onore di vederti così da vicino." disse ridendo Cesare Borgia, contornato da guardie.
- "Maledetto bastardo!"
- "Guardie, prendete quella puttana."
Si scagliarono addosso a Caterina. Arezio si mise davanti la donna per proteggerla. Cominciò a prendere a pugni i soldati, non aveva con sé armi in quell'istante.
Caterina si buttò addosso alle guardie cercando di annientarle. Quella stanza era troppo piccola, limitava i loro movimenti e le guardie erano fin troppe.
Riuscirono ad acchiappare Caterina, la legarono e la portarono via.
Arezio fu bloccato al muro da almeno cinque spade puntate alla gola.
- "Lasciatemi andare!" urlò la giovane, dimenandosi.
- "Non fare i capricci." le sussurrò Cesare accarezzandole il viso.
Lei si scansò immediatamente da quella mano.
- "Guardie, finitelo. Mi sono preso in anticipo il mio trofeo." disse ridendo guardando Caterina. Poi scomparve da quella stanza.
Arezio diede un calcio alle parti basse di una guardia, le altre cercarono di affondare le loro lame ma lui si accovacciò prima che riuscissero nel loro intento. Prese la spada della guardia colpita con il calcio e la uccise. Facendo danzare la spada riuscì a farne fuori altre due.
Sopraggiunse Federigo nella stanza in suo soccorso e affondò la lama celata alle spalle dei nemici, uccidendone uno dopo l'altro, senza concedergli il tempo di reagire.
- "Arezio, cos'è successo?" chiese preoccupato.
- "State tutti bene?"
- "Si.. no.. non lo so.. Ho sentito un boato. Ho visto alcuni adepti a terra, probabilmente molti sono morti.." disse confuso.
Arezio uscì immediatamente dalla stanza e vide il caos più totale. Donne e uomini della Confraternita a terra in pozze di sangue.
- "Dove sono gli altri?"
- "Non ne ho idea.."
- "Trovali!" ordinò Arezio funesto.
Federigo corse alla ricerca dei suoi amici.
Arezio andò nella stanza dei grandi maestri e assistette all'inimmaginabile.
Essi giacevano a terra inermi, c'era sangue ovunque. Si avvicinò con passo lento e titubante, si accovacciò vicino quei corpi e chiuse gli occhi di quelle povere persone che lo accompagnarono in quella lunga battaglia contro i Templari.
Posò le sue dita sugli occhi del vecchio, il quale emise un sussulto. Era ancora vivo ma la sua vita era appesa a un filo.
- "Tenete duro!"
- "A.. Arezio.. và a prendere quei farabutti. Salva il nostro popolo."
- "Non posso lasciarvi morire.." disse sconvolto.
- "Và.. ora!"
Arezio lasciò il vecchio nella sua pozza di sangue. Corse lungo il corridoio e durante il tragitto incontrò i quattro Assassini. Fortunatamente erano vivi.
- "Arezio, dove corri?" chiese preoccupato Federigo.
- "Da Cesare Borgia."
Restarono inermi, sconvolti dalla situazione, poi seguirono Arezio. Federigo buttò un'occhiata alla sala dei grandi maestri, vide i corpi a terra e corse nella sala.
Rimase inorridito da quella scena.
Il vecchio girò lievemente lo sguardo verso lui.
Federigo si avvicinò immediatamente, si mise in ginocchio e prese le sue mani.
- "Non ceda alla morte.. combatta!" gli sussurrò.
- "Federigo.. non mi resta tanto tempo purtroppo. Voglio solo che tu sappia che sono orgoglioso di te. Non ti ho mai dimenticato e.. quel giorno non ti ho mai abbandonato.." disse con voce flebile.
Federigo sbarrò gli occhi. Immediatamente divennero lucidi.
- "Nonno.." disse tenendo la sua mano.
Egli sorrise e spirò per sempre.
Lo sguardo di Federigo si fece più funesto che mai. Era colmo di rabbia. Lasciò cadere la mano fredda del nonno a terra e chiuse i suoi occhi.
- "Che il cielo vi accolga."
Lasciò quel luogo e raggiunse gli altri.
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La Confraternita
FanficRoma, età rinascimentale. Un gruppo di quattro giovani viene reclutato da Arezio, Mentore della Confraternita, per annientare il dominio dell'Ordine Templare e recuperare la Mela dell'Eden, un Frutto misterioso e potente, ambìto dai Templari, in gr...