L'indomani Caterina si svegliò con forti giramenti di testa, la ferita alla spalla le stava causando ancora forti dolori.
- "Tutto bene?" chiese Arezio, vedendola portarsi una mano sulla ferita.
- "Ho ancora un po' di dolore." gli sorrise. In realtà quella ferita le stava facendo vedere le stelle.
- "Devi stare a riposo e non fare alcun tipo di sforzo. Ma credo tu questo già lo sappia." disse Arezio ironicamente ricordando quando fu ferita durante il loro primo combattimento insieme a Monteriggioni.
Lei annuì imbarazzata.
Arezio rise.
- "Perché ridi?"
Pensò quanto fosse assurdo il fatto che dovunque lei si trovasse, ci fossero guai e quante volte rischiò di perdere la vita. A volte era così impulsiva, non curante delle conseguenze, che incappava spesso in spiacevoli inconvenienti.
- "Ci facciamo un giro?"
- "Devi assecondare i tuoi dolori e lasciarli guarire senza sforzi."
- "Ho voglia di respirare un po' d'aria fresca." lo guardò con occhi dolci.
Arezio cedette e acconsentì la sua richiesta.
- "A patto che, quando ti sentirai stanca me lo dirai e torniamo indietro."
Caterina annuì.
Passeggiarono vicino il Tevere, l'alba era appena sorta e i mercanti cominciarono ad aprire le loro botteghe.
C'era pochissima gente in giro e potevano godersi quella tranquillità e quel silenzio che di lì a poco sarebbero stati disturbati dall'inizio della giornata.
- "Ancora non posso credere che Madonna Elena abbia tradito me e la Confraternita per tutto questo tempo."
- "Mi dispiace, Arezio."
- "Ho bisogno di un confronto con lei. Non può farla franca."
- "Cosa intendi fare?"
- "Farle dire la verità."
Caterina fece una smorfia di dolore e Arezio cominciò a preoccuparsi.
- "Ti avevo detto di avvertirmi quando cominciassi a provare dolore alla spalla."
- "Sto bene, stai tranquillo." sorrise per tranquillizzarlo. Non avrebbe voluto tornare dentro quattro mura. Aveva bisogno di stare all'aria aperta ed ammirare il cielo.
- "A cosa stai pensando?" chiese lei.
- "Di recarmi al bordello."
- "Vengo con te."
- "Abbiamo camminato abbastanza, hai bisogno di tornare a riposo."
- "Voglio vedere la faccia di quella donna quando le sputerai in faccia tutto quello che sai!"
Arezio non replicò. Non aveva voglia di discutere. Non c'era verso di ragionare con lei.
Si diressero insieme al bordello, probabilmente per l'ultima volta nella loro vita. Caterina prima di allora non era minimamente a conoscenza di quanta sporcizia e disonestà esistesse al mondo, come se fosse sempre vissuta in una bolla.
Da quando incontrò Arezio venne a sapere di tutti quegli aspetti negativi nel mondo che nemmeno la morte della madre le fece captare.
Arezio era abituato ad essere pugnalato alle spalle da amici e alleati, difatti lui non si legava mai fino in fondo ad una persona, eccetto Leonardo, quei quattro giovani Assassini, che crebbe sotto la sua protezione e pochissime altre persone.
Caterina, invece, era tutto il contrario. Aveva piena fiducia in qualsiasi persona conoscesse, si confidava e non riusciva mai a cogliere aspetti negativi nelle persone. Era ingenua, ma grazie alle esperienze che stava vivendo con Arezio cominciò a cambiare modo di vedere il mondo circostante e finalmente si rese conto di quanto quel mondo fosse colmo di falsità, avidità, disonestà, ipocrisia, corruzione e infedeltà.
Videro la porta del bordello spalancata e alcune cortigiane fuori a piangere disperate. A giudicare dalle loro emozioni qualcosa di molto spiacevole era appena accaduto.
Arezio corse verso le fanciulle provate e chiese cosa fosse successo.
- "Arezio.." lo chiamò Caterina con tono freddo.
L'Assassino entrò a vedere e non potè credere ai suoi occhi. Madonna Elena era distesa a terra in un lago di sangue, inerme.
Cercò disperatamente Lucia in quel caos di persone in cerca di risposte, ma non la vide da nessuna parte.
Andò nella sua stanza e i presentimenti di Caterina divennero realtà.
La giovane dai capelli biondi giaceva anch'essa inerme a terra in una pozza di sangue. Accanto a lei c'era una un foglio macchiato di sangue. Arezio lo prese e lo lesse in disparte.Mio amato Arezio,
Chiedo perdono per il dolore morale e fisico che ho arrecato a te e alla tua Confraternita per dar conto ai piani cospiratori di quella ignobile donna, che per anni si è pronunciata come una madre nei miei confronti dimostrando essere solamente un'avida figlia del male. Aspiravo ad una vita migliore ma il Signore ha scelto questa per me e con essa anche il suo destino. Ho terminato di reprimere le mie sofferenze e quelle che Madonna Elena continuava ad arrecare ad altri.
Sognavo vivere la mia vita accanto a te, non desideravo altro che amarti e prendermi cura di te ma non me lo hai mai permesso ed io ho sofferto d'amore ogni giorno della mia esistenza dal giorno che ti ho incontrato.
Con la speranza di ricevere il riposo eterno e il tuo perdono.
Tua, Lucia.Arezio si rammaricò per tutto il dolore che arrecò a quella poveretta inconsapevolmente. In quelle parole percepiva nitidamente tutto il dolore che provava e viveva ogni giorno sia a causa sua che di quella donna. E non riusciva ad avercela con lei, era un anima buona. Probabilmente quello era il giusto destino per entrambe, accomunate da forti sentimenti anche se contrastanti.
Prese con sé la lettera per disfarnsene, si inginocchiò vicino a sul corpo nudo e freddo e le chiuse gli occhi.
- "Riposa in pace, Lucia."
Poi scomparve da quel bordello insieme a Caterina, per sempre.Arezio si sedette davanti il caminetto e rilesse quella lettere altre volte. Si sentiva il vero responsabile di quel gesto così effimero che Lucia procurò alla sua esistenza. Se non si fosse innamorata di lui non sarebbe mai accuduto quel massacro ma nello stesso tempo lui non sarebbe mai venuto a conoscenza del tradimento di Madonna Elena. Sapeva che se ne sarebbe fatto una ragione prima o poi e che non avrebbe mai potuto evitare quella fine così tremenda.
- "Cosa hai intenzione di fare con quella lettera?" chiese disturbando i suoi pensieri Caterina.
- "La brucerò e con sé brucerò anche i ricordi di quel passato marcio."
Caterina gli posò una mano sulla spalla.
- "I tuoi presentimenti erano esatti."
- "Era inevitabile, Arezio. Avresti dovuto guardarla negli occhi quando mi urlava contro. Aveva accumulato fin troppa sofferenza, tramutata poi in rabbia, rancore. Povera donna.." disse provando tenerezza nei confronti di Lucia.
- "È colpa mia, non avrei mai dovuto illuderla e trattarla in quel modo. Il suo animo era innocente."
- "Arezio, non colpevolizzarti di nulla. Quella donna era ossessionata da te, non provava un sentimento vero come l'amore, lei non lo conosceva affatto." disse guardandolo negli occhi.
- "Nemmeno io.." rispose con sguardo fisso verso le fiamme ardenti nel camino.
- "Non è vero, stai lottando per amore del popolo, per amore dell'essere umano, per amore della vita, una vita che non dovrebbe conoscere odio."
Arezio non rispose, quella giovane nonostante fosse tanto ingenua aveva una saggezza dentro di sé disarmante. Era umana e genuina. Nessuno prima di lei riuscì a sopraffarlo con le parole.
L'Assassino si alzò e la baciò sulla fronte.
- "Grazie."

STAI LEGGENDO
La Confraternita
FanficRoma, età rinascimentale. Un gruppo di quattro giovani viene reclutato da Arezio, Mentore della Confraternita, per annientare il dominio dell'Ordine Templare e recuperare la Mela dell'Eden, un Frutto misterioso e potente, ambìto dai Templari, in gr...