Arezio non prese sonno nemmeno quella notte. Si rigirò più e più volte sopra quelle lenzuola, tormentato dai pensieri. Il suo animo era continuamente turbato. Ripensò a suo zio Giovanni e si sentiva l'unico responsabile della sua morte. Come con suo padre. Non riuscì a metterli in salvo dalla morte ma rimase inerme ad osservarli spirare. Si sentiva un debole. Non seppe ribellarsi per sottrarre alla morte le persone a lui più care.
Si passò le mani fra i capelli e una lacrima gli solleticò la guancia. Era amareggiato.
Non riuscì più ad intercettare l'uomo incappucciato per spedirlo a miglior vita una volta per tutte e Cesare Borgia era ancora a capo del suo esercito e in possesso della Mela. E sopratutto ancora in vita.
Qualcuno bussò violentemente e ripetutamente alla porta di Leonardo.
Arezio scattò prontamente dal letto e avanzò cautamente verso la porta.
- "Cos'è tutto questo baccano?" chiese ancora insonnolito Leonardo uscendo dalla sua stanza.
- "Torna nella tua stanza, Leonardo."
- "Arezio che sta succedendo?" chiese preoccupato Federigo.
- "Lo ignoro."
Si avvicinò lentamente con la mano sul pomello della porta impugnando nell'altra la spada.
Aprì di getto e puntò la spada contro quell'estraneo.
- "Arezio, fermo!"
Avrebbe riconosciuto quella voce tra altre mille.
Era tornata.
- "Cosa diamine ci fai qui? Potrei anche ucciderti se non te ne vai all'istante."
- "Devo parlarti." disse toccandosi la spalle dolorante.
- "Sei ferita.." si allarmò.
- "Non sono venuta per farmi medicare da te."
- "Cosa vuoi?"
- "Ti prego, fammi entrare. Devo dirti delle cose importanti." lo supplicò.
- "Non se ne parla.. sparisci."
Caterina spostò delicatamente la lama della spada dal suo volto e si avvicinò ad Arezio. Lui chiuse gli occhi e sentì di nuovo il suo odore. Li riaprì. Caterina era di nuovo sotto il suo naso. Il cuore di Arezio sussultò per un secondo, poi tornò lucido."
- "Arezio, devi credermi. Ma se non vuoi farlo.. allora uccidimi." disse fissandolo dritto negli occhi.
Non lo avrebbe mai fatto, non avrebbe mai ucciso senza motivo, anche se quel tradimento sarebbe potuto essere un buon movente per farlo.
- "Entra."
Si ritrovarono tutti nel salone di Leonardo. Caterina fu medicata da lui stesso.
- "Ecco fatto!" disse finendo di metterle la benda.
- "Grazie infinite, Leonardo." gli disse con un sorriso raggiante.
- "Era il minimo che potessi fare!"
Arezio lo fulminò con lo sguardo. Leonardo si sentì i suoi occhi addosso e capì immediatamente che non avrebbe dovuto continuare a dare confidenza a quella donna.
- "Ma come ti sei procurata questa ferita?" chiese preoccupato, cercando di togliersi di dosso gli occhi funesti dell'Assassino.
- "Spera di averci svegliato per una giusta causa." disse sbuffando Niccolò.
- "Sono tornata qualche ora fa a Roma, non avevo un posto dove dormire e sono andata al bordello. La giovane donna bionda mi ha aperto la porta e mi ha ospitata in camera sua. Era ubriaca e.." si fermò. Voleva risparmirgli le confessioni segrete della donna riguardo il suo amore per Arezio e di quanto fu infuriata quando lui la chiamò con il suo nome.
- "Cosa? Continua!" la invitò Arezio guardandola negli occhi. Dio solo sapeva quanto gli fossero mancati i suoi grandi occhi verdi.
- "Madonna Elena ha cospirato tutto questo tempo contro la Confraternita. L'imboscata al bordello.. è stata opera sua."
Arezio si alzò di scatto dalla sedia.
- "Menzogne! Quella donna non farebbe mai una cosa simile!" disse furioso.
- "Arezio credimi, è la verità!" disse guardando nel suo sguardo.
- "Io le credo." esordì Ludovico.
- "Stanne fuori." lo fulminò Arezio.
- "Stanne fuori? Sono parte anche io di questa Confraternita. Stiamo lottando tutti per lo stesso motivo e quella donna non mi è mai piaciuta."
- "Calma, calmatevi tutti quanti.." provò a placare quella situazione Leonardo.
Caterina cercò freneticamente tra i fogli del diario del padre. Prese la pagina incriminante e la sbattè davanti gli occhi di Arezio.
L'Assassino rimase scioccato nel leggere quelle righe, poi voltò lo sguardo verso Caterina ancora confuso.
- "Mi credi ora?"Madonna Elena tornò al bordello molto tardi quella sera.
Vide la porta della stanza di Lucia aperta. La cosa la insospettì, la teneva sempre chiusa. Non voleva mai essere disturbata la sera. Era l'unico momento della giornata in cui poteva fantasticare.
Andò a controllare e vide la giovane nuda sdraiata a terra, ubriaca lercia.
- "Lucia! Santo cielo, ma cosa fai?"
- "Non mi toccare."
- "Smettila di rivolgerti così a me. Dai, alzati." stava cominciando ad infuriarsi.
- "Smettila tu di sedurre il mio uomo!" urlò Lucia.
Madonna Elena scoppiò a ridere.
- "Ancora con questa storia? Credi che sia innamorata di quello schifoso Assassino?"
Lucia si alzò in piedi barcollando.
- "Mi hai umiliata per tutti questi anni davanti a lui pur sapendo quanto lo amassi." disse in lacrime.
Madonna Elena prese Lucia per il mento stringendo forte.
- "Senti, puttanella da quattro soldi, non me ne importa nulla di te e di quel bastardo. Non sei pagata per innamorarti. E non azzardarti più a rivolgerti a me in questo modo, è l'ultima volta che te lo ripeto."
Madonna Elena mollò la presa e se ne andò.
- "Hai ragione, sarà l'ultima volta.." bisbigliò Lucia con occhi furiosi.
Cercò freneticamente il coltello sotto il letto, lo agguantò e seguì Madonna Elena fuori dalla sua stanza.
Alzò il braccio e con tutta la rabbia che aveva la pugnalò alle spalle una, due, tre, quattro, infinite volte.I quattro Assassini tornarono a dormire. Era notte fonda ormai.
Leonardo si congedò anche lui pochi minuti dopo. Voleva lasciare un po' di tempo e spazio a quei due.
Arezio e Caterina restarono in salone a leggere le pagine del diario di suo padre.
- "Sono rimasta all'oscuro di tutto ciò per tutti questi anni.."
- "Duccio Corsini.. non hai mai sentito parlare di questo uomo?"
- "No, mai. Giuro di non aver mai udito il suo nome."
- "Perché mai tuo padre avrebbe dovuto trascrivere l'uccisione di mio padre da parte di questo sconosciuto?"
Caterina alzò le spalle.
Arezio era confuso, ma l'uomo incappucciato finalmente aveva un nome.
- "Guarda qui, ci sono delle pagine mancanti, come se qualcuno le avesse strappate." le fece notare la giovane.
- "S.."
- "Forse qualcuno sorprese mio padre a trascrivere le cattive intenzioni dei Templari e.. lo hanno catturato."
- "O molto probabilmente ucciso."
Lei spalancò gli occhi continuando a fissare quelle pagine.
Arezio posò lo sguardo su di lei, avrebbe voluto abbracciarla per consolarla ma non poteva farsi vedere debole.
Lei si sentì osservata, alzò lo sguardo e sorprese Arezio a contemplarla. Gli sorrise timidamente.
I loro volti si avvicinarono lentamente. Caterina gli stampò delicatamente un bacio sulle labbra, assaporandole.
Arezio si arrese ai suoi sentimenti e mise le sue mani fra i capelli setosi di Caterina.
Iniziarono a baciarsi timidamente.
Si guardarono negli occhi e Caterina interruppe quel silenzio.
- "In cuor mio ho sempre saputo che non sarebbe stato un addio." gli sussurrò in un orecchio.
Arezio non disse una parola.
Caterina aveva ragione, in un certo senso la morte di Sebastiano aveva una qualche connessione con il padre della giovane, nonostante non fossero ancora arrivati a una spiegazione limpida e il destino li fece ricongiungere di nuovo per poter arrivare a una verità.
Di certo non fu quella la ragione del loro amore.
- "Andiamo a dormire." disse lui.
Caterina annuì.
Si diressero verso la stanza e finalmente riposarono insieme sotto le lenzuola.
La giovane si accoccolò sul suo petto, poi lo guardò.
- "Ho il presentimento che quella povera donna abbia compiuto un gesto folle."
Arezio non diede a vedere la sua preoccupazione. La baciò sulla fronte per rasserenarla e si addormentarono.
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La Confraternita
FanfictionRoma, età rinascimentale. Un gruppo di quattro giovani viene reclutato da Arezio, Mentore della Confraternita, per annientare il dominio dell'Ordine Templare e recuperare la Mela dell'Eden, un Frutto misterioso e potente, ambìto dai Templari, in gr...