Capitolo 23 - Il Ritrovamento -

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Arezio tornò nella taverna della Volpe per assicurarsi che quel luogo fosse ancora intatto.
- "Arezio!" lo accolse La Volpe.
- "Sono passato per assicurarmi che tu e la tua gilda steste tutti bene."
- "Nobile gesto da parte tua. Ti ringrazio. Come vedi stiamo tutti alla grande." disse offrendo una brocca di birra all'Assassino. - "Salute."
Arezio brindò.
- "Eccolo, finalmente! L'uomo che mi ha salvato la vita."
Una donna si avvicinò ad Arezio con fare sensuale.
- "Il merito è mio." disse Caterina avanzando sicura di sé ed infastidita dai modi di fare di quella donna.
La giovane della gilda cambiò subito espressione in volto e se ne andò irrata, lanciando un'occhiataccia all'Assassina.
- "Non c'è di che!" le urlò ironicamente Caterina. Si aspettava almeno un ringraziamento.
- "Donne.." bisbigliò La Volpe ad Arezio.
- "Che razza di maleducata quella lì!" disse scocciata sedendosi al bancone insieme a loro.
Caterina fece cenno al garzone di preparare una birra anche per lei.
- "Questa donna sa il fatto suo." bisbigliò ancora La Volpe ad Arezio dandogli un colpo al braccio con il gomito.
Arezio bevve un lungo sorso di birra per non lasciarsi scappare una grossa risata.
- "Dimmi, novità sulla Mela?"
- "Per ora nessuna." disse sconfortato Arezio.
- "Buona fortuna." gli augurò La Volpe scolandosi l'ultimo sorso di birra, poi se ne andò.

Quel pomeriggio Caterina restò distesa sul suo letto a contemplare quel maledetto ciondolo. Non riusciva ancora a metabolizzare il tradimento del padre e restò ancora scossa per il rapimento da parte di Cesare. Aveva rischiato di perdere la vita e solo in quell'istante si rese conto di quanto fosse fortunata ad essere ancora in vita ed in salute. Era certa che sua madre mandò Arezio in tempo per salvarla.
- "Cosa ne farai di quel ciondolo?" Arezio interruppe i suoi pensieri.
- "Lo getterò nel Tevere." rispose continuando a fissarlo.
- "Penso sia la cosa più giusta da fare."
Si avvicinò e si sedette accanto a lei.
- "Non riesco ancora a crederci, Arezio. È tutto così.. così.."
- "Surreale."
- "Si! Esatto!"
Caterina lo guardò negli occhi con la speranza di trovare altro conforto nelle sue parole ma l'Assassino non era affatto in grado di consolare con le parole le persone.
- "Caterina.. so quanto è stato difficile per te questo periodo. Se pensi che sia meglio lasciar perdere con la Confraternita.."
- "Stai scherzando? Non mi ha mai sfiorato per la mente il pensiero di voler abbandonare l'Ordine."
- "Non devi sentirti obbligata."
- "Il mio legame con la Confraternita va oltre il giuramento fatto per farne parte. Questa è la mia vocazione."
Arezio abbozzò un sorriso. Era sereno nel sentir pronunciare quelle parole ma nello stesso tempo era preoccupato per la sua incolumità.
I due restarono in silenzio. Entrambi conoscevano il dolore, con la sola differenza che per Arezio la cicatrice si era rimarginata, per Caterina, invece, era ancora fresca.
- "Se non ci fossimo mai incontrati non avrei mai scoperto la verità." disse lei cercando di rianimare la conversazione.
Arezio annuí continuando a restare in silenzio.
Caterina sbuffò. Aveva imparato a conoscerlo e percepì la sua anima impassibile. Si arrese e voltò lo sguardo verso il soffitto.
- "Ho avuto tanta paura di perderti per sempre.." disse lui, provando una leggera vergogna. Non esprimeva mai i suoi sentimenti ma con lei era diverso. Aveva il bisogno di rivelarle le sue emozioni.
Caterina spostò di nuovo gli occhi su Arezio e sorrise. Il suo sguardo tramutò velocemente e i suoi occhi si fecero tremendamente vogliosi. Aveva bisogno della sua pelle addosso, di inebriarsi con il suo profumo, di baciarlo ed averlo dentro di sé. Arezio la guardò e capì subito le sue intenzioni. Quella donna era un libro aperto per lui.
Avvertì lo stessa voglia, così le accarezzò una guancia delicatamente, Caterina chiuse gli occhi per assaporare la dolcezza di quel gesto. L'Assassino non resistette e la baciò vigorosamente. Finalmente le loro bocche si ricongiunsero ed entrambi ne furono estremamente felici, tanto che in quel momento i loro rispettivi dolori svanirono.
Uno era la cura dell'altra.
Si distesero sul letto, senza staccare le loro labbra. Arezio le tolse gli abiti e scoprì tutte le sue nudità. La contemplò ammaliato dal suo corpo formoso. Le sfiorò i seni e Caterina sussultò. Uno strano formicolio solleticò lo stomaco di Arezio. Una sensazione insolita, nuova ma tremendamente bella.
Fece scendere delicatamente la sua mano fino ad arrivare alla folta peluria della giovane. Caterina non resistette ed emise un gemito liberatorio. Non desiderava altro che godere per mano di quell'uomo. Arezio cominciò a baciarle le grandi labbra e Caterina allargò completamente le sue gambe. Lui fece scivolare amorevolmente la lingua sul suo sesso ormai umido. Caterina gli sciolse i capelli e affondò le sue mani fra la folta capigliatura dell'uomo. Arezio amava quel gesto.
Alzò lo sguardo per gustarsi l'espressione della donna mentre provava quel forte piacere. Il suo membro si fece sempre più duro così si denudò freneticamente e senza nemmeno darle il tempo di prepararsi si insinuò dentro di lei ma con estrema delicatezza. Non voleva farle assolutamente male. Voleva lasciare impresso nella mente di Caterina il dolce ricordo di quella prima volta.
Quel giorno Arezio scoprì la differenza tra amore e sesso. Provò una sensazione che non sarebbe mai riuscito a descrivere con le parole.
Caterina abbracciò Arezio con tutta la forza che aveva e durante i picchi di godimento fece scivolare le sue unghie sulla pelle dell'Assassino lasciandogli la schiena piena di graffi.
- "Ti amo, Arezio." gli sussurrò all'orecchio con il poco fiato che aveva.
Arezio restò spiazzato e si fermò di colpo restando a guardarla.
Lei si sentì con le spalle al muro e si portò una mano sulla bocca.
- "Scusami.. io non.. forse è troppo.." Caterina si sentì in estremo imbarazzo ma le venne così spontaneo pronunciare quelle due parole. Sperava che quel sentimento fosse ricambiato.
Arezio continuò a fissarla. In quell'istante il suo cuore scoppiò di gioia e dalla sua bocca uscì una risata.
Caterina lo guardò confusa.
Lui si avvicinò lentamente verso il suo volto, restando dentro di lei.
- "Ti amo anch'io, Caterina."
Lei lo abbracciò stringendolo forte a sé. Arezio riprese a muovere le sue anche per continuare quella danza d'amore.

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