Quel pomeriggio Arezio e Leonardo si trovarono nei pressi del Pantheon.
Leonardo voleva a tutti i costi passeggiare ed ammirare le meraviglie monumentali di quella città, prendendo spunto per i suoi prossimi quadri.
- "Sei insaziabile, Leonardo."
- "Sono solo un semplice amante dell'arte alla ricerca dell'innovazione." rispose pavoneggiandosi.
- "Sei molto di più."
- "Hai ragione. Non mi accontento di riprodurre il mondo. Voglio cambiarlo."
Arezio sorrise. Stimava molto quell'uomo ed fu estremamente entusiasta di avere come amico un genio del genere, dal quale apprese tanti insegnamenti di vita.
- "Novità sulle tue ricerche?" chiese continuando ad ammirare la natura artistica dell'edificio.
- "Nulla di concreto."
- "I Templari sono nemici astuti."
Arezio si limitò a guardarlo, in quel momento avrebbe voluto avere tra le mani la testa dell'uomo che rapì il suo amico e uccise suo padre. Doveva ricoprire qualche carica potente anche se ancora misteriosa. Purtroppo le sue ricerche non portarono a nulla, stava vagando ancora nel vuoto ma era certo che quell'uomo sarebbe stata la sua prossima vittima.
- "Sta cominciando a calare il buio, dovremmo tornare a casa." disse Leonardo guardando il cielo.
- "Ti raggiungo più tardi, se per te non è un problema."
- "Mi stai chiedendo di lasciarti in compagnia dei tuoi pensieri?"
Arezio rise e annuì.
- "Certo, amico mio."
Leonardo tornò verso casa sua e lasciò l'Assassino da solo. Sapeva benissimo che Arezio avesse bisogno dei suoi spazi, dei suoi attimi di solitudine. In quei momenti immaginava che conducesse lunghe chiacchierate con sé stesso e la cosa lo faceva sorridere.
Arezio continuò la sua camminata verso nessuna metà precisa, aveva bisogno di stare da solo e meditare. Il tradimento e la morte delle due donne lo avevano scosso parecchio. Era molto dispiaciuto per la fine che Lucia aveva disegnato per sé stessa, avrebbe dovuto ascoltarla di più e non usarla solo per le sue fantasie sessuali. Dopotutto era una donna con dei sentimenti anche lei, non un oggetto sessuale. Purtroppo solamente dopo quella tragedia riuscì a riflettere fino in fondo, analizzando ogni aspetto, riservando degne considerazioni su quella giovane donna. Non che non la stimasse o rispettasse, semplicemente sottovalutò la sua fragilità emotiva.
Si sedette su una panchina, chiuse gli occhi e scacciò per un momento tutta quella baraonda nella sua testa.
- "Arezio Dalborgo?" disse una voce.
Arezio riaprì immediatamente gli occhi e vide accanto a sé un uomo.
- "Chi sei?"
- "Mi chiamano in molti modi. Omicida. Tagliagole. Ladro. Ma tu puoi chiamarmi La Volpe."
- "Cosa vuoi da me?"
- "Ho delle informazioni sull'uomo a cui stai dando la caccia."
- "Chi ti dice che io stia cercando qualcuno?"
- "Un amico in comune."
Arezio lo scrutò attentamente.
- "Vieni con me, ti spiegherò meglio."
- "Perché mai dovrei fidarmi?"
La Volpe si alzò e se ne andò.
- "Aspetta!"
L'uomo si fermò.
- "Fammi strada."
Arezio si ritrovò nel Distretto del foro. Davanti i suoi occhi vide un edificio. Il quartier generale della gilda dei ladri.
L'edificio era stato camuffato come una locanda per contenere al minimo i sospetti dei Templari.
- "Benvenuto nella mia taverna, Arezio."
Entrarono all'interno della struttura e si sedettero al bancone.
- "Deduco che il nostro amico in comune ti abbia rivelato non solo il mio nome."
La Volpe rise.
- "Puoi stare tranquillo, questo è il nostro campo operativo segreto contro i Templari."
Arezio scrutò quel luogo. Erano riusciti a mimetizzare benissimo il loro covo, camuffandolo in una semplice taverna.
- "E dimmi, chi sarebbe il nostro amico in comune?"
- "Niccolò Machiavelli."
La Volpe fece cenno a un uomo di preparare due birre.
- "Quindi ti ha mandato lui?"
- "Esattamente. So che stai cercando Duccio Corsini, dico bene?"
- "Si. Cosa puoi dirmi su di lui?"
- "Un lecca piedi del Papa con il compito di giustiziare coloro che non andavano a genio a Sua Maestà. E tu, sei nella lista."
Arezio rise con ancora la birra in bocca.
- "Sai dove si trova, suppongo."
- "Ora non ne ho idea.."
Arezio sbuffò.
- ".. ma so dove si troverà tra esattamente tre giorni." disse con un ghigno La Volpe alzando la brocca di birra.Gli Assassini rincasarono nel covo per fare rapporto agli altri membri riguardo la loro prossima mossa. Caterina tornò ad indossare l'abito e le armi. La sua vita ebbe di nuovo quel pizzico di brio che tanto desiderava. Era felice di poter tornare a combattere insieme agli Assassini.
Si congedarono e ognuno andò nelle proprie stanze per riposare e ricaricare le energie per l'indomani. Solamente la notte separava gli Assassini dalla verità. Riuscirono a rintracciare Duccio Corsini grazie all'aiuto di Machiavelli e La Volpe e finalmente avrebbero avuto tutte le risposte alle loro domande e ai loro dubbi.
Caterina si chiuse la porta alle sue spalle e sorrise. Si guardò intorno e nessuno potè immaginare quanto le fosse mancato quel luogo. Vide un piccolo specchio affisso su una parete, incastonato in una piccola cornice dorata. Si avvicinò e si sofferma sulla sua immagine riflessa. Vedeva il suo volto cambiato, maturato. I suoi occhi più vivi e luminosi e i suoi capelli sempre più lunghi. Qualcosa però le fece storcere il naso. C'era un dettaglio in lei che stonava con tutto il resto ma non riusciva a capire cosa fosse. Non riusciva a vedere pienamente, in quella immagine riflessa, una donna. Si sistemò i capelli dietro la schiena per cercare di capire meglio quale fosse quel particolare non adatto alla nuova Caterina e solo in quel momento realizzò che fossero proprio i suoi lunghi capelli a non essere più adeguati alla sua figura. Prese la spada e con due colpi netti tagliò la sua lunga e folta chioma all'altezza delle spalle. Si guardò i piedi e vide quell'ammasso di capelli a terra. Non poteva più tornare indietro e pensandoci bene non lo avrebbe mai voluto. Posò di nuovo lo sguardo sulla sua figura e fu entusiasta di quella decisione.
- "Aria di cambiamenti?" esordì Arezio dietro di lei.
Caterina si voltò sorridendo e mostrando la sua nuova cornice intorno al volto.
- "Che ne pensi?" disse raggiante.
- "Se desideravi tanto un cambiamento, hai fatto la scelta giusta."
- "Non parlo della scelta! Pensi che mi donino?"
Arezio non le rispose. Le fece l'occhiolino e se ne andò.L'alba era ormai sorta. Gli Assassini si trovarono appostati sopra un tetto.
- "Eccolo lì, quel farabutto." disse furiosa Caterina.
Duccio Corsini era pronto a condannare all'impiccagione un povero civile.
- "Si sa chi sia quell'uomo?" chiese Niccolò socchiudendo gli occhi per capire chi fosse la vittima.
- "È una donna.." rispose Ludovico.
Federigo e Bartolomeo risero sotto i baffi.
- "Si sa almeno per quale motivo sia stata condannata?" chiese stizzito Niccolò.
- "È un membro della gilda della Volpe, l'hanno sorpresa ad origliare i piani dei Templari. Sono riusciti ad acciuffarla ed ora la giustizieranno, ovviamente camuffando il motivo della condanna ai cittadini." rispose Arezio.
- "Qual è il piano?" chiese Federigo.
- "Fate fuori tutte le sentinelle, sorprendeteli alle spalle, tappate le loro bocche e affondate la lama. Non devono fiatare, altrimenti Duccio e i suoi uomini se ne accorgeranno e ci circonderanno. Dobbiamo coglierli di sorpresa. Non appena avrete finito ci darete il segnale. Caterina colpirà la corda del cappio con la pistola, io salterò dal tetto ed ucciderò Corsini." spiegò Arezio.
Gli Assassini annuirono e si diressero verso i soldati per attuare il piano.
- "Sei teso?" gli chiese Caterina.
- "Mai stato meglio in vita mia. Sto per mandare all'inferno l'uomo che ha rovinato la mia esistenza."
- "Non farti sovrastare dalla frenesia." gli disse preoccupata Caterina.
Arezio non rispose.
Bartolomeo, di fronte a loro, diede il via all'esecuzione.
In quel momento Duccio Corsini ordinò al boia di procedere con la condanna.
Arezio le fece cenno, lei si posizionò, chiuse l'occhio sinistro per prendere la mira e sparò dritto sulla corda. Un colpo preciso.
La donna della gilda cadde a terra e scappò, le guardie la inseguirono.
Arezio fece uno scatto e balzò giù dal tetto.
Duccio percepì il movimento dell'Assassino e scappò via, chiamando a squarciagola le sue guardie che prontamente fermarono la corsa di Arezio. Caterina fece cenno ai quattro Assassini di aiutarlo e lei si mise all'inseguimento del fuggiasco correndo sopra i tetti.
Nessun soldato intercettò Caterina, che potè correre liberamente, librando sopra le abitazioni. Duccio continuò a guardarsi le spalle per essere sicuro di aver seminato gli Assassini e non vedendo più nessuno si diresse indescreto all'interno del Pantheon.
Caterina scese rapidamente e planò sul terreno. Si diresse anche lei all'interno del tempio.
- "È finita, Duccio Corsini."
L'uomo si voltò.
- "Un altro Assassino." rise.
Caterina gli puntò la spada.
- "Pensate davvero di riuscire a fermare i nostri piani?"
- "È esattamente quello che faremo."
- "Poveri illusi." disse scuotendo la testa.
Estrasse anch'egli la spada e colpì Caterina che prontamente schivò il colpo.
Continuarono a duellare indisturbati nel tempio antico degli dei.
- "Credi che una donna con la spada possa intimidirmi?" la stuzzicò.
Caterina si caricò di rabbia e riuscì a disarmare Duccio e ferirlo nel fianco. L'uomo cadde a terra dolorante e si trascinò all'indietro cercando l'aiuto delle sue guardie.
- "Mai sottovalutare una donna." disse sbeffeggiandolo.
Caterina si avvicinò a lui. Gli tolse il cappuccio e potè finalmente vedere il suo volto.
Era pronta ad ucciderlo e rivendicare la morte di Sebastiano, per amore di Arezio.
Corrucciò la fronte e subito dopo sgranò gli occhi.
Si sentì mancare la terra sotto i piedi.
- "Voi, maledetti Assassini, non capite.. noi aspiriamo all'ordine, alla perfezione di questo mondo. E.. otterremo tutto ciò a qualsiasi costo."
- "Avreste dovuto aspirare ad essere un padre presente e amorevole."
La giovane si tolse il cappuccio per mostrare il suo volto all'uomo mentre una lacrima scese funesta sul suo volto.
- "Caterina.." disse l'uomo scioccato.
- "Potete spiegarmi, padre? Chi è Duccio Corsini? Cosa avete a che fare con i Templari?"
- "Ho camuffato la mia identità. Io.. sono un discendente dei Templari da generazioni. Fin da bambino ho sempre combattuto al loro fianco insieme a mio padre. Credo fermamente nel mio Ordine e.. nessuno fermerà il mio intento."
- "Mi avete abbandonata! Non mi avete mai scritto o fatto visita dopo che mia madre morì.. perché?"
- "Tua madre.. una maledetta Assassina come te. Aveva scoperto tutto e voleva spifferare i nostri piani al suo Ordine, ma io l'ho preceduta.." un sorriso malefico si fece largo sul suo viso.
Caterina si sentì svenire.
- "Avete ucciso vostra moglie.. mia madre!" urlò cominciando a piangere.
- "Esatto. Come anche Sebastiano Dalborgo, il padre del tuo nuovo amico. Stesso motivo, stessa esecuzione. Ma penso che questo tu già lo sappia. E non ho rimorsi. Come non avrò rimorsi nemmeno ad uccidere te!"
L'uomo estrasse la sua pistola e caricò verso sua figlia che restò inerme di fronte a quello che un tempo vedeva come un padre e che stava cercando disperatamente.
Un proiettile si conficcò tra gli occhi dell'uomo, uccidendolo sul colpo.
Caterina si voltò e dietro di lei vide Arezio che aveva assistito alla scena.
La giovane donna tornò a guardare il corpo morente del padre e crollò a terra in ginocchio, scoppiando in un pianto isterico che echeggiò nel tempio.
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La Confraternita
FanfictionRoma, età rinascimentale. Un gruppo di quattro giovani viene reclutato da Arezio, Mentore della Confraternita, per annientare il dominio dell'Ordine Templare e recuperare la Mela dell'Eden, un Frutto misterioso e potente, ambìto dai Templari, in gr...