Che gionata...

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Pov's Alexander

Flashback
Sono appena arrivato nella mia destinazione:il cimitero. Sembrerà strano ma penso che molti abbiano capito che andassi da  alisia ma non ho le palle per farmi vedere da lei in questo stato quindi una volta sceso dall'auto mi dirigo verso l'entrata del cimitero e appena entro ho nostalgia di tutto. Mi avvio verso la mia piccola Lilia e mi accascio sulla sua tomba e guardo la sua foto dove sorride e leggo il nome: Lilia Smith nata il 25 luglio 2003 morta il 25 luglio 2018. Quella data mi fa molto più male di una pugnalata alle spalle. Non doveva andare in quel modo quel fottuto giorno. Non me lo perdonerò mai…le ho fatto una promessa e la manterrò. Tranquilla piccola combatterò con tutta me stessa per non far sì che accada ciò che è accaduto a te.

Fine Flashback

Mi sveglio di colpo e noto che sono le sei e mezza del mattino e il mio telefono non smette di suonare. Mi affretto a prenderlo e noto che sono in camera di Filippo e lui dorme beatamente quindi posso stare tranquillo. Prendo il telefono e cammino fuori dalla stanza e rispondo notando anche che è un numero non salvato nella mia rubrica.

"pronto parlo con il tutore legale della ragazza alisia Smith" chiese una voce dall'altro capo del telefono

"si sono io con chi parlo" chiesi preoccupato

"sono la segretaria dell'ospedale dove la sua protetta è stata ricoverata. Mi ha riferito il suo dottore che la sta seguendo in questi giorni di venire al più presto possibile per dirle una cosa urgente" disse

"va bene arrivo subito" dissi chiudendo la chiamata

Corro in camera mia anche se è un po difficile dato che ieri Filippo me le ha suonate di brutto ma le ho meritate anche se ora capisco cosa prova alisia quando lo faccio con lei. Mi vesto velocemente anche se il dolore è forte e mi infilo velocemente una felpa e un jeans e le mie scarpe semplici nere. Corro al piano di sotto e lascio un biglietto in modo che capiscano il perché della mia assenza e prendo le chiavi della macchina e sfreccio verso l'ospedale e in 10 arrivo dato che è prima mattina e non c'è traffico. Dopo aver trovato il primo parcheggio libero entro e vado diretto nella sua stanza dove fuori dalla porta c'è il dottore che la segue.

"salve sono il tutore legale di alisia mi hanno chiamato perché mi voleva parlare" dissi salutando con una stretta di mano

"si l'ho fatta chiamare io mi segua" disse andando verso il suo ufficio credo. Una volta dentro lui si siede dalla parte opposta della scrivania e io davanti.

"allora l'ho fatto chiamare perché ad un tratto la situazione di alisia è peggiorata. Da ieri si è rifiutata di mangiare ogni pasto ma fortunatamente la sua compagna di stanza le  ha fatto mangiare metà cena. I suoi valori si sono abbassati radicalmente e sta tutto il giorno a piangere. Fino a pochi minuti fa stava piangendo ma le ho iniettato del calmante e della morfina in modo che riesca a dormire almeno tre ore. Io ho i miei dubbi sul perché del suo comportamento ma ne ho avuto la conferma quando prima di chiudere gli occhi per la sostanza iniettata ha sussurrato "Alex". Penso proprio che la ragazza dato che ieri suppongo non l'abbia vista tutta la giornata si è sentita trascurata e delusa. Io non voglio sapere le ragioni per cui ieri l'ha trascurata e non le voglio sapere perché non sarei nessuno ma le posso dire semplicemente di non fare più una mossa del genere perché potrebbe danneggiare ancora di più la situazione della ragazza che adesso sta andando a migliorare ma ieri ha avuto questo crollo. Quindi più tardi quando si sveglierà potrà passare tutto il tempo che vuole con lei ha la mia autorizzazione. Adesso devo andare da altri pazienti fra tre ore tornerò a controllare la situazione di alisia "disse il medico mentre legge una cartella clinica credo che sia di alisia.

" va bene dottore non permetterò che possa succedere una cosa del genere alla mia piccola "dissi mentre stringo la sua mano

Esco dal suo ufficio ed entro nella sua stanza e la trovo stesa su un lettino che dorme grazie alla morfina iniettata. Resto al suo fianco e le prendo una mano e la stringo a me.

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