Prologo.

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Che cos'è la speranza?

Cos'è la fede?

Cos'è la forza?

Mi chiedo così tante volte come le persone trovino la speranza in ogni occasione bella e brutta che sia e l'unica risposta che ottengo è: trovano la speranza perché hanno qualcuno al loro fianco che apre loro gli occhi.
Ma come io ho potuto trovare sempre la speranza anche essendo completamente sola?

Tutti mi hanno sempre insegnato che per essere forti, per essere felici, per stare bene bisogna trovare la propria metà, la persona che con un sorriso ti illumina la giornata, ma come io sono riuscita a restare in piedi nonostante fossi completamente sola?

Come una ragazza può essere tanto forte da superare da sola ogni sua paura, ogni sua incertezza?

Non si può essere così abbastanza forti ed immuni.

Non si può essere da soli, non si può combattere una guerra senza nessun esercito, non si può avere tanta forza da non versare neanche una lacrima in tutta la propria vita, non si può essere tanto forti da far scomparire le proprie debolezze.

Quelle stesse debolezze che ti rendono vulnerabile devono essere condivisi con qualcuno. Non si può portare in eterno l'enorme fardello di una paura o di un'insicurezza anzi si deve trovare qualcuno che se ne faccia carico al posto tuo e che al momento giusto faccia scivolare via quella paura dai cuori di entrambi.

Ma io come ho fatto a sopravvivere  così a lungo senza qualcuno al mio fianco, come ho potuto avere la speranza accesa nel mio cuore pur non avendo qualcuno che la alimentasse?

Forse con l'aiuto di mio padre Jack, forse con l'aiuto di Sam, forse con il lontano ricordo del viso sorridente di mia madre.

Mia madre era una donna geniale, con il suo carattere forte ma allo stesso tempo chiuso e poco estroverso come il mio, ha dal primo momento fatto breccia nel cuore di mio padre che a differenza sua è un uomo tutt'altro che chiuso con la sua parlantina.

Ma prorpio come me, papà, è stato scheggiato nel profondo del cuore dalla perdita della mamma, ed io non ho neanche così tanti ricordi con lei dato che all'epoca della sua morte avevo su per giù quattro anni.

Ma siamo andati avanti insieme, dandoci la forza una per l' altro ed è forse questo il motivo per cui mi sono ritrovata ad avere una mentalità già adulta alla sola età di dieci anni. Per niente al mondo volevo fare le cose che gli altri bambini facevano, volevo tirare su il morale del mio papà facendolo sentire fiero di me per il mio rendimento scolastico.
Funzionava.

Ed ora? Ora che non sono una bambina che può nascondersi dietro la lettura di un libro dove posso nascondermi?

Nel mio piccolo angolo di paradiso, il mio albergo.
Io e mio padre abbiamo fatto così tanti sacrifici ed abbiamo passato così tante notti insonni che vederlo lì nel centro di Londra con la sua insegna in ferro scuro con la parola "PARADISE", ancora di sembra tutto un sogno.

Un bel sogno dove in qualche modo possiamo stare anche vicino alla mamma che da qualche posto lassù ci guarda e ci da la speranza di un lieto fine migliore.

Non avrei pensato che quel semplice edificio sarebbe diventato il mio paradiso, non avrei mai immaginato che lui sarebbe diventato il mio paradiso.
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Ciao a tutte/i,io sono Irene è questa è la prima storia che pubblico, se vi è piaciuta questa breve prima parte vi invito a mettere mi piace e a commentare.

Vi saluto

Love in the Paradise.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora