ℙ𝕣𝕠𝕝𝕠𝕘𝕠

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Il compleanno dovrebbe essere un giorno speciale, invece no: è solo un giorno come un altro.

Mi chiamo Samantha Churchman (che nome di merda vero?) e sono una "superdotata", discendente da una nobile famiglia di matematici e rinchiusa in questa struttura da quando avevo 5 anni (solo perchè ero capace di risolvere banali espressioni mentre i miei coetanei imparavano 2+2, assurdo). Ah già, ho i capelli marroni mossi, gli occhi color ambra, le lentiggini e bla bla bla.

Oggi è il mio sedicesimo compleanno e non ho mai conosciuto il mondo esterno: pensavo di essermi rassegnata alla "fantastica" vita che mi aspettava, ma oggi più che mai ho voglia di uscire da questa fottuta prigione, con scienziati al posto delle guardie e aule al posto delle celle.
Il mio unico amico è stato sbattuto fuori due anni fa perchè era diventato inutile: dicevano che non si applicava, certo come no! E oggi io ho intenzione di raggiungerlo attuando il piano che preparo da mesi.

Le uniche cose buone che fanno in questo posto sono esentarti dalle lezioni il giorno del tuo compleanno, corsi di teatro e una sauna, e sono esattamente questi gli elementi essenziali per la mia fuga: basterà dire al mio tutor e ai compagni di non cercarmi perchè voglio passare tutto il giorno a rilassarmi nella sauna o in camera mia ed è fatta.

Mi sveglio alle 4 di notte, anche se controvoglia, metto tutti i miei pochi vestiti e i soldi, accumulati dai regali dei parenti, in uno zaino abbastanza spazioso ed esco dalla mia cella per l'ultima volta.
Le lezioni iniziano alle 8, quindi ho tutto il tempo di raggiungere il nostro piccolo teatro, scassinare la serratura con una forcina (è incredibile quanti tutorial ci siano su Internet) e andare nei camerini per truccarmi e vestirmi come una delle professoresse che odio di più.
Malefica (così la chiamo perchè è vero) arriva tutti i giorni alle 6 per fare un bagno nella nostra sauna, sperando non la veda nessuno, ma io l'ho beccata più volte; allora oggi ne approfitto per rubarle occhiali e telefono e chiuderla là dentro: nel posto in cui tutti pensano che ci sia io.

Con aria trionfante (e sculettando come fa lei) attraverso tutto il campus e raggiungo l'ingresso sorvegliato dai controllori.

- Buongiorno signor Romano - Dico a uno di loro, imitando la voce stridula di Malefica.
- Di nuovo buongiorno a lei miss Taylor, è appena arrivata e già va via? - Ride lui.
- No no, è solo che mio marito mi ha telefonato per un emergenza... Dica per favore al capo che non so quando tornerò. - Rispondo con finta aria dispiaciuta.
- Nessun problema signora! - conclude il signor Romano, cordiale come sempre (forse è il più simpatico qua dentro).

Apre quel dannato cancello e rimango ferma come un ebete a fissare il misero paesaggio boschivo fuori da esso; mi riprendo, ringrazio con il sorriso più falso che esista ed esco finalmente da quel carcere, senza voltarmi indietro, respirando una nuova aria.

Però devo ammettere che la sauna mi mancherà parecchio...

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Ciao a tutti! Spero che la trama di questa storia vi piaccia, cercherò di svilupparla il meglio possibile promesso🖤

-Mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura-

•ᴛʜᴇ ᴛʜᴇᴏʀᴇᴍᴇ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora