ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟠

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La sveglia del mio telefono suona impertinente alle 6:30 di mattina e io continuo a rimandarla.
Ma perché suona così presto?
Mi chiedo mentre cerco di riprendere il mio strano sogno per la decima volta. Spalancò gli occhi: OH CAZZO! È lunedì devo andare a scuola!

Ho solo mezz'ora e devo fare tutto.
Mi alzo e vado a farmi una doccia di corsa, asciugo i capelli il minimo indispensabile per evitare di prendermi la febbre e indosso i vestiti che avevo preparato ieri sera (beh ogni tanto la mia mania di controllo serve): maglietta della Nike bianca e i miei jeans neri preferiti; poi metto un filo di trucco, ingoio due gocciole ed esco prendendo la mia giacca di jeans pesante. Dopo che sono arrivata al fondo delle scale faccio dietrofront e chiudo la porta di casa a chiave.

"Non commento va..."

Arrivo all'ingresso della mia nuova scuola stremata per la corsa, ma almeno sono in tempo; entro e il grande atrio e i corridoi al piano terra con gli armadietti sono pieni di studenti che chiacchierano, io mi avvio alla segreteria.
- Salve sono una nuova studentessa, mi chiamo Samantha Charlson. -
Mi presento all'anziana segretaria che mi squadra per un momento poi torna a scrivere al computer.
- Sì, buongiorno. Le stampo il libretto delle assenze e l'orario dei corsi. - Mi informa, poco dopo infatti mi porge un libricino di carta giallo scuro con il mio nome scritto sopra e un foglio raffigurante una tabella con le lezioni.
Suona la campanella e tutto l'ammasso di studenti si riversa su per le scale.
- Il suo armadietto è il 135, in fondo al corridoio qua a sinistra. - Continua indicando la lunga fila di armadietti blu di fianco alla segreteria.
- Grazie signora. Ah, ho qui i 30$ per felpa d'istituto. - Dico tirandoli fuori dallo zaino e consegnandoli a lei.
- Ok che taglia hai? - Chiede voltandosi a rovistare in una scatola.
- Se vestono stretto mi dia una M. -
Lei mi consegna una grande felpa stile college rossa con il logo della scuola.; ringrazio e vado al mio armadietto per sistemare le mie cose dentro prima della seconda ora (tanto ormai la prima è andata per colpa di quella segretaria).

Aula 27. Spingo la porta ed entro.
- Oh buongiorno, lei dev'essere Sam. - Esclama la professoressa alzandosi e venendomi incontro. - Piacere io sono la signora Grey, professoressa di letteratura. - Aggiunge strimgendomi la mano.
- Piacere. - Ricambio con un saluto distaccato.
La donna mi porta dentro e mi presenta alla classe: - Bene ragazzi lei è Sam Charlson ed è nuova quindi fatela ambientare. -
La guardo storta poi poso gli occhi sui miei nuovi compagni che mi fissano curiosi.
- Ciao a tutti. - Esito non sapendo cosa dire.
- Ti va di presentarti? -
- Emh... Ho 16 anni, sono della Florida e mi sono appena trasferita. - Guardo la prof sperando che basti quello che ho detto.
- Qual è la tua passione Sam? -
- La matematica. -
Gli altri ridacchiano e lancio loro uno sguardo fulmineo.
- D'accordo, Va bene così, vai pure a sederti. -
Mi avvio in mezzo ai banchi e ne trovo uno libero il seconda fila accanto a un'altra ragazza.

- Ciao mi chiamo Zoey, Zoey Wilson. - Si presenta sorridente; è piccoletta, ha i capelli biondi raccolti in uno chignon e gli occhi verdi nascosti da degli occhiali neri.
- Ciao sono Sam. - Le sorrido timidamente.
Mi sento a disagio: che strana sensazione.
- Sei in ansia? - Bisbiglia perché è iniziata la lezione.
- Non saprei... mi sento più che altro spaesata. - Rispondo.
- Stai tranquilla dopo c'è l'intervallo e ti faccio fare un giro. - Conclude e la ringrazio.
La mia prima ora passa in fretta e la prof mi fa un riassunto di quello che hanno fatto fin'ora (ok, perfetto... penso che dovrò fare ripetizioni di quasi tutto visto che non ho mai sentito queste cose).

- Come mai ti sei trasferita? - Mi domanda Zoey quando ci avviamo agli armadietti.
- Avevo bisogno di cambiare aria e stare da sola dopo che i miei genitori sono morti in un incidente stradale. - Vado giù pesate cercando di far trasparire tristezza, la ragazza che camminava accanto a me si blocca spiazzata per un momento. - Oh... mi dispiace moltissimo. - Mormora.
- Stai tranquilla, va tutto bene. - La rassicuro sorridendo.
- Qual è il tuo armadietto? - Cambio discorso.
- Il 130, il tuo? -
- Il 135, siamo vicine. -
- Ah wow! Sai che il 134 è libero? Se per te va bene posso chiedere di spostarmi. - Mi propone con una scintilla di speranza negli occhi.
- Emh va bene. - Acconsento e lei si rallegra.

Poco dopo noto un assembramento di ragazze un po' più in là, sull'altra sponda del cirridoio.
- Che fanno quelle? - Chiedo a Zoey.
- Mh le "miss perfezione". - Dice con sarcasmo roteando gli occhi.
- E chi sarebbero? - Ridacchio.
- Sono le cheerleader riccone che si credono fighe perché vestono solo marche. - Spiega chiudendo l'armadietto e appoggiandosi vicino a me mentre continuiamo a fissarle.
A un certo punto le "miss" si spostano leggermente per consentire il passaggio a un gruppo di ragazzi, loro li guardano praticamente sbavando.
- Ecco arrivano anche "i più fighi" - Sbuffa roteando di nuovo gli occhi. - Sono gli atleti, altrettanto ricchi e popolari, che organizzano feste e si scopano mezza scuola. -
Rimango interdetta (perché in questa scuola ci sono delle classi sociali scusate?); osservo i ragazzi e sono piuttosto fighi, soprattutto quello davanti che cammina serio: ha I capelli ricci color miele, gli occhi blu e profondi come l'oceano e i muscoli tatuati e la mascella che paiono scolpiti (ma cos'è? una statua, un dio o cosa?).
- Chi è quello davanti? - Domando senza staccargli gli occhi di dosso.
- Pf... James Evans. - Risponde Zoey acidamente e fa per andarsene verso l'uscita, io la seguo continuando a guardarlo: sta parlando con le "miss" e loro ridono sonoramente (che risata fastidiosa mamma mia!); quando scompare dalla mia vista proseguo dietro la mia amica e ci sediamo su una panchina nel piccolo porticato.
James Evans...wow.
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Hey hey eccomi qua con il primo capitolo scolastico.
Da adesso si entrerà nel vivo della storia siete prontiii?🤍

•ᴛʜᴇ ᴛʜᴇᴏʀᴇᴍᴇ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora