ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟙𝟙

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- È successo tutto l'anno scorso, a fine febbraio, in gita con altre classi... - Zoey inizia il suo racconto e io mi giro sull'altalena in modo da poterla guardare e darle tutta la mia attenzione; lei si dondola leggermente con i piedi appoggiati al terreno e li fissa per evitare il mio sguardo.

- I-io ero la ragazza di James Evans - Le si incrina la voce, io spalanco gli occhi incredula. -Si era dichiarato in una maniera dolcissima ed ero troppo felice perchè era la mia cotta dal primo anno. Siamo stati insieme per circa un mese, io stavo molto bene, ma lui mi sembrava strano nell'ultimo periodo... Mi ha lasciata ad aprile: "Non mi sento più come prima con te", "Sei una ragazza fantastica, ma in questo periodo ho bisogno di stare da solo", "Non è colpa tua, sono io, perdonami" e tutte le solite balle che si dicono quando vuoi lasciare qualcuno perché ti sei stufato.
Io credevo di essere speciale per lui, ma non gliene importava niente: pensa che, dieci giorni dopo la nostra rottura, non mi ha fatto neanche gli auguri per il mio compleanno! - Le cade una lacrima.

- Bastardo! - Sussurro distogliendo lo sguardo.
- Già, ma non finisce qui purtroppo... - Si gira verso di me e nei suoi occhi leggo il dolore puro. - Qualche settimana dopo che ci eravamo lasciati, si avvicina a me uno del suo gruppetto, il più bravo (che penso stesse con lui solo per non essere emarginato), e mi racconta come sono andate davvero le cose. - Continua.
- In che senso? - La interrompo non capendo.
- Hai presente il gioco obbligo o verità? - Mi chiede e scuoto la testa. - Praticamente i giocatori, spesso ubriachi, fanno a turno e si fanno domande personali o obblighi in base a cosa si sceglie... Non so come spiegartelo in realtà. - Cerca di farmi capire.
- Non importa dai. - Le dico e lei arriva al punto: - Fatto sta che in quel periodo avevo discusso con la mia migliore amica d'infanzia: Victoria Clark, e lei, per ripicca, durante una di queste partite ha obbligato James a stare con me un mese per poi lasciarmi. - Ormai piange e io sono sconvolta (che schifo le persone!).
- Ah... - Mormoro.

- Oh, e ho scoperto anche che, mentre stavamo ancora insieme, James si faceva Victoria alle feste. -  Si asciuga gli occhi, io rimango spiazzata.
- Ormai provo solo più rabbia... e rimpianto, per essermi fidata di loro. - Conclude e mi guarda, io ho la bocca aperta e non so che cosa fare o dire.
- Tranquilla, sto bene, non c'è bisogno che tu mi dica niente. - Accenna un sorriso vedendo la mia espressione di compassione, come mi avesse letto nel pensiero (ammiro la sua forza a restare in questa scuola nonostante tutto, cavolo...); Zoey si alza e faccio altrettanto, la abbraccio forte per confortarla... Io al suo posto sarei crollata completamente.

- Dai andiamo che se no facciamo tardi. - Mi esorta staccandosi e ci avviamo all'ingresso della scuola.
- Come hai fatto a superare tutto? - Domando indiscreta.
- Sono stata male fino alla fine dell'anno, piangevo tutte le notti ed ero tentata di cambiare scuola, ma poi ho capito che così avrebbero vinto loro e mi sono mostrata più forte... anche se non lo sono. - Risponde tranquillamente ma rabbuiandosi di nuovo.
- Ma certo che lo sei, fidati! - La incito.
- Nah: non riesco più a guardarli, piango ancora a ripensare a tutto e tanto sembra che non li faccia differenza il fatto che ci sia o meno. - Non so come rispondere, poi abbozzo un sorriso e sussurro: - E chissene frega di sti pezzi di merda. - lei sorride leggermente divertita.
- Rifatti la tua vita, senza più pensare a nessuno, vivi come vuoi e trova la tua strada Zoey! -
Lei annuisce e io penso alla mia di storia: ora sono più felice, di sicuro, e  spero tanto che anche lei riesca a scappare da tutto; mi sono affezionata così tanto in così poco tempo a una persona che mi sembra di conoscerla da una vita... non credevo fosse possibile.

"Wow certo che il mondo dei normali è davvero strano, ma anche incredibile."

Prima di entrare scorgo James, mi fermo e lo guardo attentamente, da lontano, chiacchierare con gli altri: i suoi sorrisi sono ridotti e mi pare parli da dietro a un muro.
Calcolo le probabilità di cosa prova e faccio fatica a decifrarlo; provo solo pena, e schifo, di fronte a quel ragazzo così affascinante ma vuoto. Da quello che vedo gli è rimasta solo la bellezza; qualcosa deve averlo segnato in passato: un'anima non ce l'ha più, non è più la persona di un tempo, e basta guardarlo per capirlo anche se non lo si conosce.
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Hey! Lo so, questo capitolo è piuttosto deprimente, ma spero vi piaccia comunque e vi trasmetta cosa provano certe persone che in un attimo sono cadute e hanno visto tutta la loro felicità allontanarsi sempre più mentre precipitavano...😔🤍

•ᴛʜᴇ ᴛʜᴇᴏʀᴇᴍᴇ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora