ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟙𝟞

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Oggi mi sveglio di cattivo umore, ho dormito male e ho mal di pancia.
Ciondolando mi avvio in bagno e, giustamente, scopro che le mestruazioni sono tornate a farmi visita... Fantastico direi, ci mancava.
Mi vesto come capita (non m'importa): pantaloni della tuta grigi e maglietta nera a maniche lunghe. Stamattina Steph è dovuta uscire prima, quindi niente pancake (che palle, sto morendo di fame); esco scazzata e mi avvio al mio solito bar italiano a cercare una gioia.

- Hey Sam! come va? - Mi accoglie Andrew, solare come sempre.
- Ciao... - Mugugno - Lasciamo stare va. - Mi siedo e lui si precipita da me.
- Che succede? Stai male? - Domanda apprensivo.
- Ho dormito malissimo. - Confesso stropicciandomi gli occhi.
- Capisco... A parte un caffè potente e qualcosa di buono hai bisogno di altro? Un'Aspirina? - Si preoccupa come un padre, mi spunta un leggero sorriso e arrossisco.
- Beh un Ibuprofene in realtà, ma dubito ce l'abbiate. - Dico voltandomi a guardarlo.
- In effetti non ce l'ho, mi spiace. - Si rabbuia.
- Non fa niente, tranquillo Andrew. - Lo rincuoro accarezzandogli il braccio.
Sorride a sua volta e si allontana.

"Ok, ammetto che è il ragazzo più dolce che esista"
Persino il mio inconscio mi da ragione... Mh forse lo preferivo quando mi faceva ragionare però.

Il ragazzo-miele (anzi forse lui è ancora più dolce) torna da me con un vassoio.
- Ecco a lei. - Dice con fare elegante, posando sul tavolino una tazza enorme del mio cappuccino preferito, un fagottino caldo colmo di cioccolato, una rosa rossa e una scatola di Ibuprofene.
- Oddio grazie Anrew! Ma dove l'hai trovato? - Esclamo, riferendomi alla medicina.
- Ce l'aveva una mia collega, mi ha dato il permesso di dartelo visto che stavi poco bene. - Sorride e io mi sento lusingata, ho le farfalle nello stomaco.
D'istinto mi alzo e lo abbraccio mormorando un "grazie", lui inizialmente resta spiazzato poi mi stringe a se e affonda la testa tra i miei capelli. Non riesco a staccarmi da questo ragazzo, anche se lo conosco da così poco... è strano: non ho mai provato così tatno affetto per una persona in vita mia.
Mi risiedo in silenzio e lui torna al bancone, lanciandomi qualche occhiatina furtiva di tanto in tanto.
Gusto la mia fantastica colazione e lo raggiungo per pagare.

- Eccomi qua, quanto ti devo? Ah e per l'Ibuprofene? - Chiedo tirando fuori il portafogli dalla tasca dello zaino.
- Oggi offre la casa, madame. - Ridacchia Andrew
- Oh andiamo! - Sbuffo e lo guardo male, ma con una scintilla di divertimento negli occhi.
- Beh se vuoi però c'è qualcosa che puoi fare... - Dice lui più serio - Ti va di uscire con me? Sabato sera, magari a cena. - Sorride.
Rimango spiazzata e per poco non stramazzo a terra: le gambe non mi reggono più, ho lo stomaco in subbuglio e sto per esplodere dalla felicità.
- B-beh... Sì, sì certo! - Farfuglio.

"Wow, emozionante, ma ripigliati!"

Ringrazio la me stessa ragionevole e, per sicurezza, do di nuovo un tono scherzoso alla conversazione: - Solo per ripagare la colazione però! - Gli faccio l'occhiolino e ridiamo entrambi.

Uscita da quel luogo magico, vado verso scuola di nuovo felice.
Questo barista elegante mi ha stravolto la giornata, è riuscito a farmi sorridere (nonostante il ciclo) e mi ha chiesto di uscire!

"Buone notizie: abiamo la conferma che i miracoli accadono, Samantha"
"In effetti... stavolta ti do ragione"
"Io ho sempre ragione."

L'inconscio è l'unica regione del mio cervello di che continua a ragionare seriamente da quando sono uscita: forse è un po' cattivo con la mia "parte umana", ma almeno non rischio di imbattermi in cose tremende, tipo i "sentimenti".

E poi, comunque, ho pur sempre una reputazione da mantenere.

- Terra chiama Saaam! - Urla Zoey sventolandomi una mano davanti alla faccia.

Aspetta, quando l'ho incontrata?

- Eh, sì , ciao Zoey. - Mi guardo intorno spaesata, siamo quasi arrivate a scuola.
- Mi hai già salutato, se non sbaglio - Ride - Ti ho chiesto come stai e non mi hai risposto... ma a che stai pensando? - Continua.
- Ah, scusa... sto bene comunque, tu? - Balbetto.
- Tutto bene. Ma che ti è successo? ti vedo strana. - Domanda.

Esito. - Un ragazzo mi ha chiesto di uscire, a cena. - Rivelo e lei caccia un urletto, si mette a saltare e mi abbraccia emozionata.
- Oddio, davvero?! E chi è? - Mi chiede quando torna in sè - No aspetta! Fammi indovinare... - La lascio parlare divertita dalla sua reazione.
- Non mi dire che è quel figone del bar! - Le si illuminano gli occhi. Annuisco e lei ricomincia a sclerare.

Ci guardano tutti. Il suo entusiasmo è davvero carino, ma è troppo imbarazzante, quindi la facccio calmare.
- Voglio sapere tutto! - Gesticola come una pazza.

Passo la giornata a raccontarle come me l'ha chiesto, cosa faremo e lei mi da dei consigli su come comportarmi.
- Ah, e non annoiarlo con la matematica okay? - Conclude la sua lista quando ormai siamo arrivate alla sua fermata, sotto casa mia.
- Ma perché?! - Sgrano gli occhi.
- Perché è un argomento che non interessa molto a tutti, non vuoi farlo scappare vero? - Ridacchia inarcando un sopracciglio.
Non replico. La saluto mogia ed entro nel mio portone.

Seguirò le sue dritte... forse ha ragione sulla questione della matematica, ma ci sono rimasta male: non è giusto.

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Hey, scusate davvero l'inattività🤍
prometto che in questi giorni recupero, magari scrivendo un capitolo più ricco ogni due giorni🧸



•ᴛʜᴇ ᴛʜᴇᴏʀᴇᴍᴇ ᴏғ ʟᴏᴠᴇ•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora