CAPITOLO 19

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Arrivano i signori Laurent a dirci che possiamo entrare nella stanza di Melanie, che possiamo vederla anche se sta ancora dormendo. Perciò ci facciamo forza, ci alziamo e sorreggendoci l'un l'altro io e Nick raggiungiamo la camera 203, quella nella quale si trova lei. Entriamo insieme e lei è distesa nelle coperte bianche, ci avviciniamo al suo letto e rimaniamo entrambi lì in piedi a guardarla senza fare niente. Mi sembra così  surreale ed impossibile, fino a poche ore prima eravamo insieme a cenare, a ridere e scherzare, e a progettare il nostro viaggio a Parigi di Dicembre ed ora lei a Dicembre non ci arriverà mai.
Le accarezzo dolcemente la mano e Melanie apre gli occhi.
<<Hey, amore mio. Cos'è successo?!>>
Non riesco a trattenere le lacrime ed inzio a piangere, Nick nel frattempo chiama i genitori. Mi chiedono di uscire che le devono dire tutto, io le do un rapido bacio sulla testa e poi esco nella sala d'aspetto. Poco dopo sento Melanie piangere disperata, adesso sa tutto anche lei.

I tre giorni successivi al suo ricovero in ospedale, passano senza che riesca a chiudere occhio. Ho paura che se mi addormentassi o se andassi a casa mia, Melanie potrebbe morire per un'emorragia celebrale ed io non potrei darle un'ultimo addio.
La vedo sempre più stanca, e alterno momenti in cui parlo cercando di tenerla sveglia ad altri in cui aspetto che si addormenti per poter stare da solo e piangere. Quando sono costretto ad uscire dalla sua stanza per dare anche la possibilità ai suoi familiari o alle sue amiche di stare con lei, mi sento morire. Non vorrei perdere nemmeno un secondo del tempo che ci resta insieme e che so purtroppo sta per volgere al termine. Mi ritorna in mente la mail di quella ragazza, quella che diceva che il suo fidanzato stava morendo per una malattia rara e lei era talmente sfinita emotivamente che se da un lato avrebbe voluto rimanergli accanto, dall' altro avrebbe voluto scappare e fare finta di non averlo mai conosciuto. Io anche ora, anche in questo momento sull'orlo di una crisi emotiva,  queste cose non riesco proprio a pensarle. Il mio unico desiderio è quello di stare tutto il tempo che le resta al suo fianco senza perdermi nemmeno un secondo prezioso.
Mentre sono semi addormentato sulla sedia nella sala d'aspetto, vedo arrivare mia madre. Mi ha portato un ricambio e qualcosa da mangiare.
<<Va in bagno a darti un rinfrescata e mangia qualcosa, sono tre giorni che non tocchi cibo.>>
Nessuno meglio di mia madre sa cosa sto provando in questo momento, glie lo leggo negli occhi che l'ultima cosa che avrebbe voluto era quella che anche io mi trovassi nella situazione di dover vedere morire la persona che amo. Ma purtroppo sta succedendo e nemmeno lei può fare nulla.
<<Non ho fame mamma.>> Dico allontanando la busta con dentro un panino che ha lasciato sulle mie gambe. Lei mi passa una mano dietro la schiena e quel lieve contatto umano basta per farmi cadere di nuovo in mille pezzi. Abbraccio mia madre e piango altre lacrime che non pensavo di avere.

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