19. VERDÄCHTIGE

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Richie si ritrovò, senza sapere esattamente come, con delle forbici da cucina fra le mani e un fiducioso Paul McCartney che gli dava le spalle.
"Non sono certo sia una buona idea" ripeté per l'ennesima volta, osservando sconfortato i folti capelli corvini dell'amico.
"Andiamo, Richie. Sono diventati troppo lunghi, mi danno fastidio" si lamentò Paul, scuotendo la testa come un puledro per dimostrare al polacco che, in effetti, le lunghe ciocche scure sfioravano ormai il collo e gli cadevano sugli occhi.
"Non erano le donne che tagliavano i capelli quando volevano ricominciare?" commentò acremente Ringo, giocherellando con i capelli dell'amico per decidere da dove iniziare.
"Se non ti dai una mossa farò da solo. Ma prima con quelle forbici ti taglio la gola" ribatté il tedesco, lapidario.
"Convincente".

Il primo colpo di forbici richiese a Richie non meno di un minuto e mezzo, dato che continuava a sussultare a ogni maledetto capello reciso, ma dal secondo in poi sembrò quasi prenderci la mano.

"Sembri un fungo, Paul" lo informò infine il polacco, allegramente, squadrandolo con aria critica.
Paul ridacchiò "Immagino sia tardi per chiederti di rincollarmi i capelli in testa".
"Io sono un cuoco, Paul McCartney. Ti avevo avvisato" gli ricordò Richie, iniziando a spazzare via i capelli bruni che macchiavano il pavimento.
"Questi vanno nascosti in fondo alla spazzatura" ragionò fra sé e sé, ad alta voce.
Paul osservò con aria colpevole le fitte ciocche corvine che ricoprivano il parquet chiaro.
"Bruciali, così non lasceranno traccia" consigliò infine, reggendo per Richie la paletta.
"Questa è una buona idea" concordò sorridente il polacco, scompigliandogli i capelli e avviandosi verso l'ampio salone, "Com'è il tuo libro?" chiese poi, accennando al volume che Paul aveva iniziato a sfogliare in quell'oretta di silenzio.
"Meraviglioso. Parla di uno scienziato italiano che-"
"Paul" lo riprese Richie, ridendo "So chi è Galileo"
"Sì, d'accordo. In ogni caso, sono arrivato al punto in cui Galileo è costretto ad abiurare. I suoi discepoli sono tutti molto delusi da lui ed Andrea, il suo preferito, grida "Sventurato il mondo che non ha eroi"" recitò Paul, sognante.
Richie armeggiò con i fiammiferi, "Come dargli torto?" mormorò, e per un attimo gli tremarono le mani.
"Ricordi il tuo discorso sull'hejnal, Richie?"
Il polacco sorrise cautamente "Lascia perdere, ero fuori come un balcone".
"Invece io non faccio altro che pensarci. Penso a cosa sarebbe successo se avessimo avuto un eroe, come Cracovia secoli fa. Non so, Richie, qualcuno che sparasse al führer nel bel mezzo di un discorso, lo avvelenasse nel sonno o qualsiasi altra cosa. Non esisterebbe Auschwitz, né Birkenau, né un altro solo campo. Dawid sarebbe ancora qui con noi. E anche Brian" Paul si asciugò gli occhi, con furia "E George".

Richie chiuse brevemente gli occhi, come a difendersi da quelle parole, e tornò a parlare "Non è mai troppo saggio concentrarsi sui se, scrittore" lo consolò, passandogli una mano sui capelli "Anche tutto questo male ha un senso. Vedi, Paul, esistono due modi per sottrarsi all'inferno: il primo metodo consiste nel diventarne parte integrante, a tal punto da non sentirlo più. Questa è stata la scelta del Führer, del tuo John, e di molti dei prigionieri. Ho capito questo: non possiamo fargliene una colpa, ognuno sceglie il suo modo di scappare da quello che non è uno spazio metafisico, qualcosa di astratto che incontreremo nel futuro. L'inferno è qui e ora, Paul, l'inferno è quando alzo la voce per coprire quella di qualcuno che non ha le mie stesse idee. Ti faranno credere che c'è differenza fra questo e bruciare milioni di persone nei forni. Tu non crederci. Il germe è esattamente lo stesso, e in ogni forma va combattuto. Perché esiste un secondo metodo, e consiste nel riconoscere che c'è ancora qualcosa di puro a cui aggrapparsi, a questo mondo. Ed anche in mezzo all'inferno degli inferni, possiamo trovarlo. Ti faranno credere anche che non esiste del buono, che tutto è marcio e il futuro non è altro che una spirale verso l'orrore definitivo. Tu non crederci neanche stavolta. Il buono esiste. George diceva sempre di avere la certezza di aver conosciuto il male assoluto. Io ne aggiungo un'altra. Qui dentro ho conosciuto il Bene assoluto, quel buono che ho trovato in voi. Non esiste inferno in cui non possa sbocciare, tutto d'un tratto, un paradiso".

𝐒𝐌𝐎𝐊𝐄 𝐁𝐄𝐍𝐄𝐀𝐓𝐇 𝐀 𝐒𝐈𝐋𝐄𝐍𝐓 𝐁𝐋𝐔𝐄 𝐒𝐊𝐘 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora