Capitolo 7

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"Grande zio!" esclamò Kaminari alle sue spalle, mentre Eijrou, a testa in giù, scolava più birra possibile da quella pinta posta al centro del giardino di quella casa dove l'amico lo aveva portato per fare serata. Il rosso si sentiva soffocare, ma desiderava lo stordimento che immaginava sarebbe arrivato dopo quella situazione.

Percepì la botta quando tornò in piedi, dovendosi aggrappare ad una ragazza dai capelli rosa per rimanere in piedi. Il mondo parve muoversi insieme a lui, mentre cercava di arrancare, felice grazie all'alcol, verso la panchina che se ne stava in un angolo di quel giardino. Voleva godersi la spensieratezza per qualche minuto, godersi semplicemente il freddo pungente sulla pelle, prima di tornare a casa e svegliarsi poche ore dopo in preda all'emicrania e al rimpianto. Non riuscendo a mantenere bene la dritta, si voltò verso il proprio amico, pronto a chiedergli una mano, così da potersi fumare insieme ancora un po' di erba, ma quello era troppo occupato con una ragazzina dai capelli verdi lunghi fino al sedere, che non sembrava avere nemmeno quindici anni.

Scrollò il capo, cercando di fare qualche passo, ma si sentì cadere, prima che una mano afferrasse la propria, portandolo all'equilibrio. Osservò le dita dalle unghie laccate di rosso ancor prima di voltarsi, che se ne stavano intorno alla sua mano e poi il volto di quella ragazza sorridente, forse un po' brilla, ma che sembrava interessata a lui.

Sorrise a sua volta.

"Hei bella"

La ragazza emise un risolino, mentre Eijirou le si piazzava davanti in tutta la sua altezza e stazza fisica. Era stato in condizioni decisamente migliori. Si faceva troppo, beveva troppo e mangiava sempre meno, ma i suoi muscoli, la sua corporatura forte, erano ancora lì, pronti a catturare le prede che gli servivano per guadagnare giorni in quella foresta che era la sua vita.

"Vieni a casa mia?" chiese, senza nemmeno presentarsi, senza chiederle come si chiamasse, da dove venisse o quanti anni avesse. La voleva solamente scopare, se ci fosse riuscito, così da poter svuotare le palle non sempre immaginando Katsuki. Il meraviglioso perfetto Katsuki Bakugou.

Le sorrise ancora, mentre quella abbassava la testa e si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata, mentre semplicemente annuiva con il capo.

Troia.

Fu così che Eijirou si ritrovò nella propria macchina, senza la forza di guidare fino a casa, troppo fuori di testa per pensare di mettersi alla guida e riuscire a fare qualche metro senza schiantarsi, con la testa rosa tra le gambe, la cui bocca lavorava sul proprio pene. Sembrava un automa che andava su e giù. Non ci metteva passione, gusto, grinta e solo per abitudine, il rosso le mise una mano tra i capelli, costringendo la ragazza ad accoglierlo di più, farlo arrivare fino alla gola.

Spinse con foga, perso nella memoria di capelli dorati che splendevano alla luce e in un sorriso perfetto che gli faceva tremare i polsi.

Quando sentì l'orgasmo salire, trattenne la ragazza con il suo cazzo in bocca, senza permetterle di respirare e venne copiosamente direttamente nella sua gola.

Con un sospiro si lasciò andare sul sedile, maledicendosi per essersi fatto fare un pompino, praticamente dall'immagine che aveva di Bakugou nella propria mente. Non gli era mai capitato di non riuscire a distrarsi nemmeno da ubriaco, nemmeno con una ragazza tra le gambe e forse tutto quello era dovuto a Katsuki che aveva preso a parlargli, preoccuparsi e, addirittura, regalargli cose.

La ragazza dai capelli rosa si tirò su, con gli occhi rossi per le lacrime. Lo guardò per qualche istante, ma quando vide che Eijirou non aveva la benché minima intenzione di ricambiare, quella scese dalla macchina, sbattendo la portiera e tornando nel giardino di quella enorme villa. Probabilmente avrebbe trovato qualcun altro con cui scopare, ma Eijirou non sarebbe stato quella persona.
Si tirò su la cerniera dei pantaloni, per poi rimanere fermo per qualche secondo fermo sul sedile, seduto a pensare. La sua mano, prima ancora che potesse controllarla, andò verso il cruscotto della macchina, verso l'unico cassetto presente e ne tirò fuori il contenuto.

I biscotti di Katsuki.

Prese la confezione con entrambe le mani, con il cervello in stand by, mentre il suo cuore batteva velocemente nel petto al pensiero di quel gesto dolce, tanto quanto il ragazzo stesso.

Aprì la scatoletta e ne tirò fuori uno, portandoselo alla bocca, gustando il sapore del cioccolato che si scioglieva al contatto con la lingua e gli venne in mente il momento in cui ne aveva mangiato uno in camera di Katsuki, che era stato seguito dall'arrivo di Uraraka, momento in cui lui era stato cacciato. La castana era la sua fidanzata, di questo Eijirou ci aveva fatto l'abitudine, ma non riusciva comunque a togliersi dalla mente il biondo.
Chiuse di nuovo la scatola e la mise di nuovo al suo posto, come per conservarla, perché nessuno la vedesse o prendesse uno di quei biscotti che erano i suoi, che erano stati donati a lui.

Scese dalla macchina.

Chiuse l'auto alle sue spalle con il telecomando e si avviò verso il proprio amico, Kaminari, che se ne stava in mezzo alla folla di prima, senza più la ragazzina dai capelli verdi a ronzargli attorno, ma con una sigaretta accesa tra le dita. Rideva, insieme alle altre persone, forse per qualcosa che non sapeva nemmeno lui, anche se sapeva che tutta quella felicità derivasse in parte anche dalle sostanze che il biondo stesso aveva portato a quella festa.
Perché era stato Eijirou a chiedergli di uscire, ma Kaminari sapeva già dove andare.
Il rosso non era il tipo da chiedergli dove spacciasse, quanto guadagnasse o a chi vendesse, ma in quel momento si sentì a disagio. Si chiese se fosse giusto continuare a comportarsi così, se quella fosse la strada giusta da prendere nella vita, se Kaminari avesse potuto migliorare la propria vita, i propri obiettivi, proprio come aveva fatto Sero andandosene a Londra.
Perché tra tutti e due era proprio il biondo ad aver bisogno di cambiare la propria vita.
Sero, invece, se n'era andato solo per allontanarsi da tutta quella merda, convincendo persino i suoi genitori, nonostante lo avessero pregato di rimanere e finire gli studi. Ma alla fine lo avevano capito. Sero voleva allontanarsi da Kaminari, allontanarsi dalla droga e forse anche Eijirou ci aveva pensato più di una volta, ma se si fosse allontanato anche da lui, non gli sarebbe rimasto nulla.

Per questo gli si avvicinò, rubandogli il drum dalla mano e facendo un grosso tiro, sorprendendo il proprio amico, che però subito dopo, gli poggiò una mano sulla gamba, facendogli segno di sedersi proprio lì accanto a lui.

Forse lo aveva visto andare nella macchina con quella ragazza dai capelli rosa. Forse l'aveva anche vista uscire dall'abitacolo piangendo, ma non disse nulla, perché secondo Kaminari quello era il modo di godersi la vita e, dopo tutto quel tempo, Eijirou se n'era anche abituato.

Ancora sveglio [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora