Capitolo 2

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Quando le lezioni finirono, Eijirou tornò velocemente a casa, così da poter mettere in ordine i propri pensieri. Non aveva idea di cosa fosse successo in mensa, del perché Katsuki improvvisamente gli si fosse avvicinato e gli avesse detto quelle cose, eppure era successo e non era stato in grado di mantenere la facciata che aveva con tutti.

Nessuno in quella scuola gli si avvicinava, proprio per la reputazione da tossico di cui si era circondato e credeva, fino a quel giorno, che il primo a volergli stare lontano fosse il perfetto Bakugou Katsuki, con la sua vita perfetta e la fidanzata perfetta.

Alla fine quell'antidolorifico lo aveva anche preso, senza davvero capire cosa questo potesse significare, sotto lo sguardo di Kaminari, indifferente come al solito, che quando se n'era andato il biondo, non gli aveva chiesto nulla, proprio come facevano tutti in quella sua vita.

Così, per distrarsi da quella situazione, Eijirou gli chiese se volesse fare qualcosa quella sera.

Di lunedi, in settimana, con scuola il giorno dopo.

Kaminari non aveva fatto domande, ma dato che della scuola non gliene importava molto, aveva semplicemente accettato l'invito dell'amico, dicendogli che si sarebbero messi d'accordo nel pomeriggio. Eijirou sapeva come sarebbe finita la serata e che si sarebbe ritrovato più fatto del solito, ma non gliene importava, anzi, sperava che la cosa potesse aiutarlo a trovare una persona con cui passare la notte e dimenticare gli occhi rossi perfetti di Katsuki.

Leccò la cartina che aveva tra le mani per chiudere il contenuto all'interno e poi si portò la sigaretta alle labbra. Questa volta qualcosa di normale, ma aveva bisogno di rilassarsi in qualche modo. Si affacciò alla finestra, attivando l'accendino e facendo un grosso respiro quando l'accese. Chiuse gli occhi, godendosi la sensazione di bruciore in gola, che poi scese fino ai polmoni. Trattenne il respiro qualche secondo e poi buttò fuori il fumo, riaprendo gli occhi. La luce del sole, nonostante fosse debole, colpiva direttamente la sua finestra, riscaldandolo leggermente, nonostante il cielo fosse pronto a nevicare, se non fosse stato per quei pochi raggi che bucavano le nuvole. Le piante che circondavano le villette nei dintorni sembravano ghiacciate, non riuscendo a muoversi nel leggero venticello che le attraversava.

Lo sguardo di Eijirou fu portato così verso la casa di quel vicino che tanto lo attirava e lo confondeva. Era una villetta bianca dalle finestra blu, sembrava perfetta nelle sue tende sempre tirate, come a nascondere la sua vera natura, ma il rosso sapeva che nulla ci fosse da nascondere che la facciata di perfezione fosse reale, non qualcosa per nascondere altro. La famiglia Bakugou era benestante, felice, perfetta.

Proprio a partire dal figlio.

Sapeva perfettamente dove si trovasse la finestra della camera del ragazzo, aveva guardato per mesi quelle tende blu come le finestre, venire tirate dalle mani lisce e perfette di Katsuki, mentre alle sue spalle, seduta sul letto, se ne stava sempre Uraraka, la sua splendida fidanzata. Ed Eijirou per mesi non aveva fatto altro che trattenere il magone in gola mentre si masturbava pensando a quel ragazzo che faceva sesso con la ragazza dal caschetto castano e alla fine chiamava sempre Kaminari per fumare un po', per cercare di dimenticare il dispiacere, anche se alla fine, quando l'effetto dell'erba spariva, tutto tornava, forse in dose ancora peggiore.

Fissò, ancora una volta quella finestra, con le tende già tirate, però, e percepì il vomito risalire la gola. Lasciò cadere la sigaretta dalla finestra del primo piano dove si trovava la sua stanza e corse al bagno, inginocchiandosi davanti alla tazza e rimettendo tutto ciò che aveva mangiato durante la giornata. Con il fiatone in corpo e le lacrime agli occhi, si fece seduto, poggiando la schiena al muro del bagno, allontanandosi dalla tazza. Quei sentimenti erano distruttivi per il suo corpo, eppure, invece che cercare un modo per stare bene, Eijirou preferiva infierire su quella sua debolezza, distruggendo non solo la propria mente, ma anche il proprio corpo.

Quel giorno, come gli altri, nessuno si sarebbe accorto del rosso che si sentiva male in bagno o del suo chiudersi in se stesso. Ma a quella solitudine il ragazzo ci aveva fatto l'abitudine.

Solo la chiamata di Kaminari interruppe il suo crogiolamento, non che fosse preoccupato per l'amico, lo era solo per sapere dove si sarebbero trovati quella sera, cosa avrebbero fatto, cosa avrebbero potuto recuperare per farla diventare una serata interessante. E sapeva che prima o poi il biondo lo avrebbe portato ad assumere qualcosa di più pesante rispetto a dell'erba, ma non ci voleva pensare, perché forse non si sarebbe tirato indietro.
Alla fine decisero di incontrarsi al solito pub che stava aperto anche in settimana, nonostante non ci fossero i giovani come il venerdì o il sabato, ma gente meno piacevole e più grande, persone che nella vita si spera di non incontrare molto spesso. O meglio, mai.

Eppure quella sera, prima che potesse prendere la propria macchina per poi passare a prendere Kaminari, l'attenzione di Eijirou venne catturata dalla macchina del proprio vicino di casa, che stranamente se ne stava nel vialetto, invece che nel garage. Lui, ancora sulla porta di casa, dopo aver avvertito i genitori che sarebbe stato fuori tutta la notte, si mise le chiavi in tasca e camminò per tutto il vialetto, fino a che arrivò alla propria auto.

Solo in quel momento, nella traiettoria più vicina alla macchina di Katsuki, notò la sua presenza nell'abitacolo.

Se ne stava con le mani strette sul volante, con la testa china, la bocca spalancata e gli occhi chiusi. Sembrava in piena estati e il rosso non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo viso perfetto. La tentazione di raggiungerlo fu forte, prima che si rendesse conto di cosa stava realmente osservando. Il suo piede destro, che aveva fatto un passo in avanti, tornò indietro, mentre le sue mani prendevano a tremare.

Aveva sempre immaginato Katsuki e Uraraka alle prese con il sesso, ma non si immaginava che prima o poi li avrebbe visti.

Così, quando vide la testa del biondo reclinarsi all'indietro, oltre che ritrovarsi con un'erezione tra le gambe, vide la sua fidanzata tirarsi su dal cavallo dei suoi pantaloni e pulirsi la bocca con il dorso della mano, solo come la miglior prostituta avrebbe potuto fare.

Ad Eijirou mancò il fiato, mentre arretrava di qualche passo, come se potesse allontanarsi da quello che sarebbe stato un ricordo vivo nella propria mente e poi si ritrovò a cadere all'indietro, inciampando nel gradino del marciapiede, facendo fuori uscire dalle proprie tasche l'accendino e le chiavi dove erano custodite.

Rimase fermo in quella posizione fino a che non vide la coppia perfetta portare la macchina all'interno del garage e la sua mente confusa si chiese perché non lo avessero fatto prima, perché avessero dovuto correre il rischio di essere visti da tutti. Poi si rese conto che, probabilmente, Katsuki non era l'angelo che lui immaginava, che forse non riuscisse a resistere e avesse voluto un pompino al volo da Uraraka.

Un conato di vomito scosse il corpo di Eijirou, ma non fuoriuscì nulla. Tutto quello che c'era da rimettere, era già stato rimesso prima.

Si rese conto di essere ancora a terra e di avere gli occhi spalancati, anche quando la scena davanti a se fu finita e scuotendosi si tirò su in piedi. Si avvicinò lentamente alla macchina e vi ci salì, abbandonandosi sul sedile, privo di vitalità. Si ritrovò a fissare il tettuccio, chiedendosi perché dovesse provare dei sentimenti per qualcuno con cui non aveva mai avuto nulla a che fare e che, soprattutto, fosse del proprio stesso sesso.

Si arrabbiò con se stesso, pensando che quella fosse soltanto un'altra delle sue decisioni autodistruttive, che il proprio cervello fosse felice della sofferenza che si infliggeva da solo e per questo lo avesse portato ad innamorarsi di quel ragazzo.

Eijirou si faceva schifo per questo.

Mise in moto e si diresse verso casa di Kaminari. In un modo o nell'altro, si sarebbe costretto a dimenticarli quei sentimenti.

Ancora sveglio [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora