Capitolo 27

2.4K 229 96
                                    

Quel giorno aveva visto la situazione ribaltarsi. Ogni schema era stato modificato, ribaltato, con il risultato che la famiglia Kirishima aveva accolto in casa propria Katsuki per poter far passare un pomeriggio tranquillo ai due ragazzi, insieme, facendo rendere conto al rosso che per anni si era sbagliato riguardo a quel dettaglio. Aveva sempre considerato la famiglia Bakugou come perfetta, che dietro a quelle tende blu non si nascondesse nulla, ma la realtà dei fatti era che nascondevano la vera natura del proprio figlio, che trattassero bene una ragazza che gli stava accanto, solo nella vana speranza che lei non si stancasse delle disattenzioni del suo fidanzato, facendole regali e promesse di cose belle, mentre il figlio soffriva, guardando verso Eijirou, e volendo avvicinarsi a lui, senza poterlo fare.

Era stato facile vederlo presentarsi alla porta di casa propria, vederlo sorridente, finalmente pronto ad essere se stesso, ma era stato difficile rendersi conto quanto sarebbe stato complicato affrontare il mondo esterno, per primi i genitori di Katsuki, per fargli presente la volontà del figlio, di quello che fosse, di quello che volesse.

La mamma di Eijirou aveva accolto Katsuki con un caloroso abbraccio, proprio come faceva quando era piccolo e poi i due ragazzi erano andati al piano di sopra, con il rosso imbarazzato per il comportamento della madre. Adorava quella nuova situazione venitesi a creare nella sua casa, dove lui poteva essere se stesso, senza segreti, senza rimorsi, con la madre che gli permetteva di frequentare il ragazzo che amava.

Si era reso conto, quindi, che fosse la propria famiglia ad avere tutti i presupposti per essere perfetta, ma che per anni non avessero fatto altro che renderli vani, avendo tutti paura di comunicare. Era bastato eliminare quel piccolo problema per rendere ogni momento fantastico, anche se il lavoro dei genitori li rendeva sempre così lontani da lui. Perché al momento la madre se ne stava a casa in ferie, ma sarebbe dovuta tornare a lavorare e il tutto sarebbe tornato come prima, ma contemporaneamente no, perché ora Eijirou sapeva di poter contare sulla propria famiglia.

Quando si sedette accanto a Katsuki e gli prese le mani, però, si rese conto che se lui avesse questa fortuna, il biondo no e una piccola parte del proprio cuore venne spezzata, pensando a quanta tristezza avesse accumulato in tutti quegli anni, mentre doveva trattenere il proprio io, esattamente come aveva fatto lui. E allora si chiese se, quel segnale delle tende aperte negli ultimi periodi, non significasse che anche lui aveva passato anni a pensare a lui, anche mentre faceva sesso con la propria ragazza.

Katsuki si voltò verso di lui, distogliendo lo sguardo dalle proprie mani e portò entrambe attorno al viso di Eijrou, stringendolo, per poi avvicinarselo e congiungere le loro labbra. Il rosso non aveva chiuso la porta a chiave, ma passò in secondo piano quando la lingua di Katsuki si fece spazio nella sua bocca. Il biondo aveva fame di lui a causa di tutti quegli anni passati a reprimersi ed Eijirou amava farsi modellare dalle sue mani e da quel calore che sentiva provenire dal proprio petto. Il rosso gli portò le mani attorno alla testa, infilando le dita tra quei capelli dalle ciocche leggermente lunghe e le tirò, mentre si godeva la lingua di Katsuki che si muoveva esperta nella propria bocca. Chiuse gli occhi e sentì il proprio corpo eccitarsi quando le mani del biondo iniziarono a scendere sulla schiena carezzandolo fino al sedere, dove cercarono di infilarsi nei pantaloni.

"Scusate.."

I ragazzi si staccarono improvvisamente, con le labbra gonfie e bagnate e le guance rosse.

Eijirou alzò lo sguardo verso la madre, che ora li guardava leggermente imbarazzata per aver interrotto il momento, ma non disse nulla perché congelato dall'essere stato beccato a fare smancerie. Vide che la donna stringeva tra le mani un piccolo vassoietto su cui aveva posto delle briochine e del succo di frutta e fece per alzarsi ad aiutarla, ma Katsuki fu più veloce.
Si alzò in piedi ed afferrò il vassoio, mostrando alla donna il miglior sorriso del proprio repertorio.

"Grazie signora Kirishima, non doveva"

La madre ricambiò il sorriso, ammaliata da esso proprio come il figlio ogni volta e gli consegnò il vassoio. Prima di uscire dalla stanza, però, lanciò uno sguardo al figlio che al primo istante Eijirou non comprese, ma quando Katsuki poggiò il vassoio e chiuse la porta, questa volta facendo scattare la serratura, capì. Si portò le mani al volto per l'imbarazzo, rendendosi conto che sia lui che la madre avessero gli stessi gusti in fatto di persone e che volesse riferirgli in quel modo, che lei apprezzasse quel ragazzo e quello che stessero facendo lì dentro.

Eijirou si sarebbe aspettato tutto nella vita, meno che quello che gli stava davvero capitando.

"Tua madre è una donna stupenda" fece Katsuki, tornando a sedersi accanto al rosso, che se ne stava ancora con le mani sul volto per la vergogna. Sentiva di essere bordeaux sul volto, proprio per tutto quello che stava capitando, ma quando le mani di Katsuki furono sulle proprie, liberandogli il viso, non si tirò indietro dal liberarsi la vista. Il ragazzo gli stava sorridendo, di un sorriso sincero, nonostante avesse mille cose di cui preoccuparsi e allora decise di mettere da parte quell'imbarazzo almeno per lui, per poter passare ogni momento bello tranquillamente col ragazzo che amava.

"Hai deciso che ogni componente della famiglia Kirishima ti piace?"

Eijirou lo guardò con fare malizioso, cercando di essere spiritoso nel suo piccolo, perché voleva vederlo sorridente e felice. Riuscì nel proprio intento, quando lo vide inginocchiarsi sul letto e mettersi sopra di lui, facendolo arretrare fino a sdraiarsi sul cuscino. Si fissarono negli occhi, mentre Katsuki sorrideva conquistando ogni suo neurone e mandandolo in tilt. Ancora qualche secondo ed Eijirou non avrebbe capito più nulla con cervello in pappa.

"Deve essere il cognome Kirishima" sussurrò il biondo, avvicinandosi al suo orecchio e provocandogli brividi in tutto il corpo. Eijirou deglutì, fermo immobile sul letto, mentre percepiva sulla propria pelle il respiro caldo di Katsuki che passò dall'orecchio, alla guancia, fino al collo, dove prese e baciare e leccare, facendolo fremere ed emettere dei gemiti.

"Ma solo tu sei mio ed è solo a te che farò queste cose, per molto tempo"

Eijirou sorrise a quell'affermazione e gli mise le mani dietro la schiena, atterrandolo addosso a se, abbracciandolo stretto e annusando quel profumo fantastico che emanava Katsuki. Tutto di lui lo rendeva perfetto, tutto lo rendeva eccitante e quel tutto glielo faceva amare da morire.

Katsuki ricambiò l'abbraccio e si strinsero forte.

Il rosso desiderava che il biondo lo prendesse lì, seduta stante, ma nonostante ora la porta fosse chiusa e la madre gli avesse dato la propria benedizione per quella cosa, a lui sembrava strano farlo quando in casa ci fosse qualcun altro. Così rimasero fermi in quella posizione per alcuni istanti, fino a che Katsuki si tirò su, portandosi dietro anche Eijirou mentre lo baciava castamente sulle labbra.

"Penso che non mi stancherò mai dei tuoi baci" disse il rosso, mentre il biondo si sporgeva verso la scrivania per prendere una delle briochine che la madre aveva portato nella stanza prima. Eijirou lo vide sorridere e quando tornò a sedersi come prima si avvicinò con il dolce tra le dita. Lui aprì la bocca e poi morse quel dolce che gli stava porgendo.

"Non permetterò mai che tu ti stanchi dei miei baci. Ho aspettato così tanto tempo per farlo che ho intenzione di recuperare tutti quelli che non ti ho dato in questi anni"

Quasi Eijirou non si strozzò a quell'affermazione e, mentre gli passava del succo per mandare giù il boccone, Katsuki scoppiò a ridere.

Non era pronto a sentirsi dire tutto quelle dolci cose, ma sicuramente ci si sarebbe abituato volentieri.

Ancora sveglio [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora