Era stato come mettere da parte per un attimo la realtà, amandosi come i genitori di Katsuki non volevano, ma Eijirou aveva ben presente che prima o poi se ne dovesse riparlare, nonostante avrebbe voluto mettere da parte tutto e vivere per sempre con il biondo, da soli, potendo essere se stessi liberi dalle costrizioni degli altri.
Quando Katsuki, però, lo strinse di più tra le braccia, come se potesse infilarsi il rosso nel petto, Eijirou capì il peso che stava opprimendo il petto del proprio fidanzato, quello stesso peso di cui lui si era liberato grazie alle persone di cui era circondato, nonostante lui stesso per molto tempo non li avesse calcolati, credendoli suoi nemici.
"Domani mattina vieni a casa mia a fare colazione. Ti presento ai miei e poi andiamo a scuola"
Eijirou si irrigidì sentendo quelle parole, mentre le braccia di Katsuki continuavano a stringerlo, sempre più forte, come se avesse paura che potesse sfuggirgli come sabbia tra le dita, come se potesse scappare da quella situazione che, doveva ammettere, era sicuramente più grande di lui. Però si tirò su, facendo in modo che quelle braccia allentassero la presa su di lui e sorrise al viso contratto che si ritrovò davanti. Se ne stavano ancora nudi sul letto, con le gambe intrecciate e le coperte a coprire solo le loro intimità, in un letto completamente sfatto a causa del loro amore che era esploso per l'ennesima volta. Mentre gli sorrideva, vide lo sguardo di Katsuki alleggerirsi, come se una piccola paura sparisse leggermente, piano piano, lasciando la consapevolezza che Eijirou non se ne sarebbe andato. Così si avvicinò al suo viso e gli lasciò un bacio a fior di labbra.
"Certo che ci vengo" aveva sussurrato, per poi scostargli i capelli dalla fronte e lasciargli un bacio leggero sulla contrattura che aveva sulla fronte. Voleva che si tranquillizzasse,che almeno il tempo che passavano insieme fosse felice per il biondo e che non dovesse pensare a chi non lo amava come faceva lui. Nella concezione di Eijirou non poteva esistere persona al mondo che non amasse la perfezione di Bakugou Katsuki. Lo aveva osservato così tanto e per davvero tanto tempo, da conoscere ogni suo particolare e tutti i dettagli gli erano sembrati fin troppo perfetti.
Gli occhi rossi di Katsuki lo fissavano, direttamente nei propri, spalancati, non sorridenti e nemmeno liberi dai pensieri, ma seguivano le sue pupille come se non esistesse altro."Sai, mi facevi rabbia quando non mi parlavi e peggio ancora quando hai preso ad evitarmi"
Eijirou sorrise a quell'affermazione, seppellendo la testa nei capelli di Katsuki, al lato della sua testa, proprio vicino al suo orecchio. Rise leggermente, ricordando quei momenti di non troppi anni fa, in cui l'imbarazzo di stare accanto al biondo era scambiato per odio e gli vennero le farfalle allo stomaco pensando che il suo ragazzo gli avesse detto di essere innamorato di lui da allora. Se solo si fosse fatto avanti prima, se solo non avesse deciso di prendere le decisioni sbagliate nella propria vita, essere davvero se stesso, allora avrebbero potuto aver risolto quella situazione molto tempo prima ed essere veramente felici e spensierati.
"Per non parlare del fatto che poi hai iniziato a spiarmi! Credevo che prima o poi saresti venuto da me a dirmi cosa provavi. Cioè, Kirishima Eijirou, il ragazzo che non aveva paura di nulla, che non veniva a dirmi cosa voleva da me. Era inconcepibile"
Il rosso alzò la testa di scatto da quel nascondiglio profumato che si era trovato in precedenza e guardò gli occhi di Katsuki che guardarono subito il proprio viso. Venne investito davvero dall'imbarazzo questa volta dell'essere stato beccato tutte le volte, forse anche nei momenti in cui non lo vedeva direttamente in camera, ma le tende se ne stavano spalancate.
Così prese un cuscino dal proprio fianco e glielo sbattè in faccia, sedendosi sul materasso.
Katsuki si portò le mani al viso, ridendo, per poi afferrarlo per i fianchi e portarselo addosso, seduto, sulla propria vita. Faccia a faccia, come sempre."Ti ho visto persino quella volta che sono tornato a casa con Uraraka e hai visto cosa mi ha fatto. Sono venuto pensando a te che mi fissavi da vicino alla tua macchina e da allora non ho più fatto nulla con lei, perché c'eri sempre e solo tu nella mia testa. Oh dio, cosa mi hai fatto Eiji"
Il rosso gli portò le mani intorno alla testa e lo carezzò, quasi con le lacrime agli occhi per la felicità che gli suscitavano quelle parole che il ragazzo stava emettendo, liberandolo di un ennesimo peso: non aveva più scopato con Uraraka, nemmeno una volta da quando avevano iniziato a baciarsi e poi a fare le loro cose. Si morse il labbro inferiore mentre lo guardava e gli tornavano in mente tutte le immagini che aveva cercato di eliminare di quella ragazza che stava nella stanza di Katsuki a fare le cose che ora poteva solo lui.
"Però c'è stata una volta in cui Uraraka mi ha fissato dalla finestra e tu eri nudo nel letto. Sembrava così, soddisfatta.."
"Si, me ne sono accorto quella volta, ero sveglio. Non abbiamo fatto proprio niente, cioè, lei ci ha provato, ma sai, se le patate non ti piacciono, non ti piacciono"
Eijirou rise mentre quelle parole dal doppio significato venivano emesse da quelle labbra peccatrici e lo spinse a sdraiarsi nuovamente nel suo letto, afferrando le coperte e cercando di riposarsi per come poteva, dato quello che li aspettava il giorno dopo.
Ma dormire quella notte fu un problema.
Non riusciva a pensare ad altro se non che avrebbe davvero preferito fare una cena, poter trattare i genitori del proprio ragazzo con i guanti d'oro, ma tutte le volte che quel pensiero sfiorava la sua mente, si ricordava quanto la perfezione fosse, in realtà, lontana da quella famiglia e che quelle due persone volevano costringere Katsuki a stare con una ragazza che non amava. Nella sua mente, forse anche grazie ai suoi genitori che lo avevano accettato senza dire nulla, quella cosa era inconcepibile. Non poteva comprendere come dei genitori non potessero accettare i gusti di un figlio, direttamente generato da loro. Solo quando Katsuki si era risvegliato al proprio fianco, aveva fatto finta di chiudere gli occhi, perché non voleva che il proprio ragazzo vedesse la tensione che era cresciuta nel suo petto, non voleva che notasse troppo i suoi occhi rossi, ma sapeva che delle occhiaie se ne sarebbe accorto e che gli avrebbe detto qualcosa, anche se, probabilmente, solo dopo l'incontro con i genitori.
Si prepararono in pochi minuti, con la madre e il padre di Eijirou non troppo sorpresi dal vedere Katsuki a casa loro, conoscendo la situazione.
Il biondo fu il primo ad uscire da casa del rosso, seguito da quello, che fissò prima qualche istante la madre e il padre, che, come sapessero cosa stessero per fare, gli sorrisero incoraggianti. Sorrise anche lui loro, cercando di non far trasparire l'ansia che provava, almeno non troppo e poi raggiunse Katsuki, che lo fissò qualche istante, come studiandolo. Fu in quel momento, che, forse, il biondo si accorse dell'ansia di Eijirou, accompagnato dalle sue occhiaie e gli prese una mano, portandosela al petto, facendo sentire al proprio ragazzo come il proprio cuore stesse correndo.
"Andrà tutto bene" si ritrovò a sussurrare, cercando di calmare se stesso e Katsuki, che non gli lasciò andare la mano nemmeno quando fecero quei pochi metri che dividevano le loro case e poi arrivarono davanti alla porta della casa bianca dalle finestre blu, che Eijirou aveva tanto amato.
Guardò il biondo suonare al campanello e qualche secondo dopo la porta che veniva spalancata, con la donna dai capelli biondi che somigliavano così tanto a quelli di Katsuki che li fissò per qualche istante, per poi abbassare lo sguardo sulla loro mano unita, che non era stata lasciata dai ragazzi nemmeno davanti alle persone che avrebbero potuto reggere peggio quella scena.
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Ancora sveglio [Kiribaku]
Hayran Kurgu"Come posso amarti se faccio schifo a me stesso? E dimmi come amarti se sei insieme a lei nel letto Qua va tutto a puttane eppure va di male in peggio Decidi se vuoi amarmi oppure spararmi nel petto" - Kiribaku - Boyxboy - OCC - Ispirata alla can...