Capitolo 25

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La madre gli aveva detto di stare a casa qualche giorno, nella speranza di potersi riprendere al meglio, sbollendo tutte quelle sostanze con cui aveva esagerato.

Aveva fatto una promessa ai propri genitori: non avrebbe più bevuto o fumato. Era stato difficile convincerli nel lasciargli fumare almeno le sigarette normali, giurando, anche in questi caso, di non esagerare, ma, alla fine, avevano compreso quanto potesse essere complicato smettere di fare tutto insieme e avevano deciso che quello fosse il danno minore.

Così aveva passato giornate all'insegna delle più svariate coccole: gli avevano preparato il suo piatto preferito, lo avevano portato fuori a cena, gli avevano fatto vedere il film che preferiva tutti insieme sul divano del salotto così come non facevano da tempo e si era beccato tutte le coccole che non aveva permesso ai genitori di fargli da quando era tutto degenerato.

In tutta questa situazione, aveva chiesto alla madre un unico favore direttamente: di prendere il cellulare e restituirglielo solo quando sarebbe tornato a scuola. Non voleva avere contatti col mondo esterno, ne con Kaminari, ne con la propria tentazione di mandare un messaggio a Katsuki. Aveva passato le giornate svagandosi, ma il proprio pensiero confluiva sempre in quella direzione. Era stato anche tentato di chiedere alla madre di cambiargli stanza, di farlo dormire piuttosto con loro, ma quando aveva notato le tende spalancate, le sue idee si erano completamente azzerate.

Non vi era nessuno nella stanza, eppure le tende se ne stavano lì, completamente aperte, come se Katsuki volesse dirgli qualcosa. Solo una volta le aveva trovate così, ovvero quando era stato a casa sua. Allora aveva cercato di non pensarci troppo, preso alla sprovvista da quel gesto, ma con la mente lucida di chi è stato rifiutato, il proprio pensiero non potè che non apparire in grande nella sue mente, come un urlo: il biondo aveva capito che Eijirou guardava attraverso quelle tende.

Si era irrigidito ed era andato a letto, arrabbiato più che mai, con la tensione visibile sulla pelle e si era addormentato, perché non voleva abboccare di nuovo al suo amo, non gli avrebbe permesso di prendersi gioco di lui come più gli piaceva.

Il giorno dopo era stata la madre a svegliarlo, avvertendolo che altrimenti avrebbe fatto tardi a scuola. Si era alzato, aveva fatto svogliatamente colazione, si era preparato e, arrivato davanti alla porta, la madre lo aveva fermato.

"Ti accompagno io, va bene?"

Le sorrise, annuendo semplicemente, perché gli andava di farsi coccolare ancora un po', sapendo che la donna si fosse presa una periodo di ferie dal lavoro apposta per lui. Non gli andava di rovinarle il momento di riavvicinamento, nemmeno a causa del proprio umore che era atterrato bruscamente negli ultimi minuti, più si avvicinava a scuola. Guardò l'ambiente attorno a loro cambiare, fino ad arrivare all'edificio grigio e rosso, dove la madre accostò. Erano già molti gli alunni che entravano ed Eijirou si ritrovò a deglutire rumorosamente cercando con lo sguardo Kaminari o Katsuki, avendo paura di poter incontrare entrambi. Non voleva tornare più alle sue vecchie abitudini, lo aveva promesso ai suoi genitori e non voleva più soffrire, anche perché non aveva idea di come sarebbe potuto confluire tutta quella rabbia che provava.

Baciò la madre, che gli disse che sarebbe andato a prenderlo quando voleva, bastava farle un telefonata e scese dall'abitacolo, fronteggiando, dopo giorni, il mondo reale.

Entrò nell'edificio con timore, avanzando tra la folla, che come sempre non lo calcolava, fino alla propria aula, dove gli occhi delle persone presenti si posarono su di lui. Non erano in molti, ma vi erano le persone che meno desiderava vedere: Uraraka e Katsuki. Il biondo non la stava toccando, non la guardava nemmeno, non sorrideva come il solito e sembrava spento. La castana gli faceva smancerie cercando di attirare la sua attenzione, mentre il loro gruppo li fissava ridendo.

Il suo arrivo li fece smettere e lo sguardo di Katsuki cambiò quando si posò su di lui, che mantenne il colpo, alzando il capo e cercando di darsi un contegno per non mostrare la propria sofferenza. Era furioso, avrebbe voluto spaccargli la faccia, ma quella tristezza che gli leggeva negli occhi gli faceva male. Non comprendeva cosa stesse accadendo, sapeva solamente che, quella mano della ragazza che vide spostarsi su quella del proprio fidanzato, gli fece male il doppio.

Strinse il pugno lungo il fianco e fece un passo in avanti. Non aveva idea di quello che avrebbe potuto fare, ma vide reagire di conseguenza anche Uraraka, che stava per alzarsi in piedi, sotto lo sguardo di Katsuki. La rissa che si stava per venire a creare, però, venne bloccata alla nascita dall'arrivo di un'altra persona che Eijirou non avrebbe voluto vedere: Kaminari.

"Brutto pezzo di merda! Vieni qui che ti spacco la faccia!"

Eijirou si voltò, pensando in un primo momento che il suo amico ce l'avesse con lui per averlo abbandonato alla festa, per averlo lasciato andare da solo e fatto arrestare, ma quando lo vide avanzare oltre lui, senza nemmeno guardarlo, diretto verso il gruppi di Katsuki, la paura che potesse fare del male al biondo, fu più grande. Lo afferrò per le spalle, mentre il gruppo del ragazzo si tirava indietro.

"Che succede Kaminari?!"

Il rosso non aveva molte forze, nonostante la madre lo avesse trattato più che bene in fatto di cibo e trattenere il proprio amico fu un'impresa più che colossale.

"Se fai così ti sospenderanno!" urlò ancora Eijirou, vedendo che l'amico non avesse intenzione di calmarsi nemmeno tra le proprie braccia, ma a quelle parole sembrò placarsi leggermente, mentre si sfilava dalla sua presa e si sistemava la maglietta. Fissava ancora il biondo quando sbattè il pugno sul banco che gli stava accanto, facendo trasalire tutti i presenti nella stanza. Il rosso osservò il gruppo di Katsuki, cercando di comprendere con chi ce la potesse avere, ma non aveva idea di chi avesse mai potuto avere a che fare con Kaminari tra di loro.

"Kami..-"

"Capisco che volessi scopartelo, ma almeno non andargli a dire i cazzi miei!"

Kaminari si voltò verso Eijirou, che a quell'affermazione sgranò gli occhi. Si portò le mani davanti al petto, bloccando il ragazzo davanti a se, che sembrava intento nell'aggredirlo. Non riusciva a comprendere come potesse saperlo, come lo avesse intuito e cosa c'entrasse con lui arrabbiato.

"è stato lui a denunciarmi!" urlò ancora, questa volta afferrando il colletto della sua maglia, con fare minaccioso. Eijirou sgranò gli occhi e, mentre le proprie mani se ne stavano tese ancora davanti a se, il proprio sguardo cadde alle spalle di Kaminari, verso Katsuki, che ora era in piedi, diretto verso di loro. Il rosso si rese conto che il ragazzo avesse usato le proprie parole, quelle che gli aveva detto in confidenza, per denunciare il proprio amico e per un secondo comprese la rabbia che sentiva nel corpo che stava trattenendo.

"Non fargli del male"

Katsuki ora se ne stava proprio alle spalle di Kaminari, che, decidendo di lasciar perdere Eijirou, si voltò di nuovo verso il biondo, che lo fronteggiò, mostrando quella determinazione che gli aveva visto parecchie volte negli occhi. Il proprio amico non era una bella persona, non conosceva gente rispettabile e il rosso aveva avuto sempre un timore reverenziale nei suoi confronti, anche se non glielo aveva mai dimostrato perché non voleva sapesse di avere questo potere su di lui.

"Sei un bastardo, ma posso capirlo. Volevi proteggere il tuo amichetto, no? Era da te quella sera, vero? Chi mette il cazzo in culo a chi, eh?"

Kaminari iniziò a girare attorno a Katsuki mentre emetteva quelle parole che fecero gelare il clima nella stanza. Eijirou fissò il biondo, che ora era liberamente davanti a se, mentre Kaminari s'incamminava verso Uraraka. Osservò quegli occhi che erano fissi nei suoi e vide quella tristezza ormai troppo presente, farsi spazio.

Eijirou arrivò alla conclusione che Katsuki non volesse tutto quello.

Allora fu naturale dire:"Kaminari, smettila, non sono frocio e anche se lo fossi, ti pare che mi farei scopare da questo qui?"

Ancora sveglio [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora