Capitolo 14

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Con una scusa si era ritrovato a scappare verso la propria casa. Negli ultimi dieci minuti aveva dovuto sopportare le smancerie provenire da quella stessa bocca che stava baciando la sua prima che Uraraka arrivasse a disturbarli. Eppure le ragazza, non appena entrata in stanza, non aveva sospettato nulla, anche notando l'enorme succhiotto fresco sul collo di Eijirou. Evidentemente non le passava nemmeno per un istante per la mente che il proprio fidanzato potesse fare una cosa simile, soprattutto ad una persona del suo stesso sesso.

Eijirou dal canto suo aveva mantenuto la sua faccia d'indifferenza davanti a Katsuki, che lasciava un bacio casto sulle labbra di Uraraka per salutarla e quando le metteva un braccio attorno alle spalle con fare casalingo, come una vecchia coppia sposata, con un amore ormai consolidato. E allora prese coscienza dell'enorme sbaglio appena commesso: si era esposto, aveva acconsentito a tutte quelle cose e, soprattutto, gli aveva mostrato che il primo a volerle fosse lui. Non che fosse la prima volta che capitasse una situazione imbarazzante simile, ma aveva sperato con tutto il cuore che Katsuki avesse deciso di mettere da parte quella scena davanti alla porta di casa.
Salì le scale, sbattendosi la porta alle spalle e chiudendola a chiave, per poi lanciare la cartella a terra con fare frustrato. Voleva urlare dalla rabbia, mentre la frustrazione lo aveva portato ad allentare quell'eccitazione che prima lui e Katsuki non erano riusciti ad accontentare. Si buttò sul letto, cercando di contenere l'istinto di andare alla finestra e spiare cosa stessero facendo i due innamorati, non volendo infierire troppo sulla propria salute mentale. Eppure non riuscì a bloccare l'immagine di Uraraka che notava l'erezione del fidanzato e che quindi prendeva a fargli un pompino, quello che lui stesso aveva desiderato così tanto fargli mentre se ne stava tra le sue braccia.

Affondò la faccia nel cuscino, stringendo i pugni nelle coperte, come se potesse dimenticare tutto in qualche modo, ma sapeva fosse inutile.

Come ci sarebbe andato a scuola? Con che faccia sarebbe tornato a guardarlo?

Non che ci parlasse molto spesso, ma sapeva che in quella situazione non sarebbe stato facile per lui mantenere ancora le distanze e cercare una scusa con cui spiegare il tutto a Kaminari, perché anche se l'amico non ne voleva di spiegazioni, lui gliele avrebbe date, forse per pulirsi la coscienza da qualcosa che credeva sbagliata.

Sbagliata, questa volta, non solo perché stava provando attrazione per qualcuno del suo stesso sesso, ma anche perché qualcosa lo aveva davvero fatto, portando al tradimento di una ragazza che, in tutto quello, ci era solo finita in mezzo.

Spostò il volto di lato, seguendolo con il resto del corpo e si mise a guardare le proprie tende bianche. La prospettiva di aver rovinato la purezza di Katsuki gli faceva accapponare la pelle, ma se pensava a quelle labbra che si posavano attorno al proprio drum, ogni dubbio veniva spazzato via. Lo sguardo che gli aveva lanciato prima di passare all'attacco, come lo aveva bloccato contro il muro, tutto gli era sembrato naturale, come se quella cosa dovesse accadere e l'unica cosa innaturale era stato l'arrivo di Uraraka che tutto quello lo aveva spezzato.

Si voltò ancora una volta, questa volta a pancia in su, portandosi un avambraccio sulla fronte e chiudendo gli occhi.

Desiderava che tutta quella confusione sparisse, che tutto fosse più facile o che, per lo meno, qualcuno lo aiutasse a comprendere come dover agire in quella nuova situazione. Passò in rassegna l'opportunità di chiedere ai propri genitori, ma come gli venne in mente, l'idea fu scartata. Pensò a Kaminari, che capì immediatamente che fosse un'idea totalmente fuori di testa. Così si rassegnò a doversi risolvere i problemi da solo, esattamente come faceva ogni giorno.

Fallendo miseramente.

Afferrò il cellulare, che se ne stava nella tasca anteriore dei propri pantaloni, e andò nei messaggi alla ricerca della chat con il ragazzo dai capelli biondi che definiva il suo unico amico. La osservò per qualche istante e l'unica idea folle che gli venne in mente per cacciare l'immagine dei due fidanzati che scopavano, fu quella di uscire, sballarsi un po' e poi tornare ad affrontare il problema il giorno dopo.

Gli scrisse di vedersi quella sera, sperando che l'amico fosse a conoscenza di qualche festa a cui portarlo. Come sempre, Kaminari non fu una delusione, perché confermò all'amico che aveva tutte le intenzioni di andare completamente fuori quella sera stessa.
Dopo cena, quindi, con la mente ancora in subbuglio a causa della giornata appena passata e lo stomaco non totalmente pieno per via del nodo che percepiva, Eijirou si era preparato per farsi trovare pronto dall'amico che lo sarebbe passato a prendere davanti a casa per non fargli prendere la propria macchina. Quella sera il rosso voleva solamente divertirsi, senza troppi pensieri e dover aspettare di essere tornato leggermente lucido per tornare a casa, non era un qualcosa che poteva permettersi. Non era piacevole uscire di casa e osservare quelle pareti bianche e sapere che dentro di esse ci fosse qualcuno che lo aveva toccato, stava adorando il proprio corpo e che, dopo qualche minuto, quelle stesse cose le stesse facendo con un'altra persona.

Al suo arrivo, Kaminari gli fece uno squillo per scendere e lui, senza mai voltarsi, camminò velocemente verso la piccola berlina gialla dell'amico. Per mesi lo aveva preso in giro per il colore della sua macchina e per altrettanto tempo l'amico l'aveva difeso, dicendogli che fosse il colore migliore che potesse trovare per una macchina.

Quel dettaglio, però, quel giorno fu insignificante quando salì sulla macchina.

"Finalmente esci! Pensavo avessi deciso di diventare un nerd del cazzo visto che ultimamente quel Bakugou ti cerca di continuo" esclamò il biondo appena si sedette sul sedile, facendo sgranare leggermente gli occhi ad Eijirou, mentre si allacciava la cintura. Ringraziò di essere voltato dall'altra parte mentre le proprie espressioni venivano fuori naturalmente, così si potè voltare mostrando indifferenza, senza che il suo amico sospettasse nulla.

"Non so che cazzo vuole quello, ma te l'ho detto, questo fine settimana non sono stato bene, fra"

Sperò vivamente che in quel modo, se Kaminari avesse dei sospetti, venissero tutti sradicati. Guardò davanti a se, la strada che avanzava, mentre l'amico si metteva in marcia, mentre i secondi avanzavano dalla sua ultima affermazione. Forse stava diventando troppo paranoico, doveva ricordarsi con chi avesse a che fare e anche del fatto che non gli avesse mai dato l'opportunità di fargli credere che in lui ci fosse qualcosa di sbagliato.

"Stasera farò un botto di soldi e ci sfracasseremo. Minchia fra, nemmeno immagini la figa che ci sarà alla festa a cui ti sto portando. Mi ringrazierai dopo" disse dopo qualche minuto Kaminari, rompendo il silenzio ad un semaforo rosso. Eijirou guardò fuori dal finestrino alla propria destra, mentre un sorriso amaro gli si formava sulle labbra, pensando che davvero il pensiero che in lui ci fosse qualcosa di diverso, non aveva mai sfiorato la mente dell'amico.

Decise, così, semplicemente di mantenere quella facciata e voltarsi verso l'amico sorridente.

"Meno male, fra, non sai quanto bisogno ho di figa!" si sentì dire e si sentì un pesce fuor d'acqua mentre quelle parole gli lasciavano la bocca con una sensazione amara che si andava a formare sulla propria lingua, mentre pensava che l'unica cosa che avrebbe voluto al momento sarebbe stato il cazzo di Katsuki, se solo non fosse stato già occupato.

Ancora sveglio [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora