"Dai, Ei, non è così difficile"
Katsuki gli stava vicino, troppo vicino, mentre cercava di spiegargli un concetto matematico su cui lui non si era mai applicato. In realtà non ricordava di averne sentito parlare nemmeno in aula, ma in fondo durante le lezioni la maggior parte delle volte era distratto a causa del rilassamento provocato dall'erba che si era fumato qualche minuto prima di entrare. Era sempre stato difficile per lui dover affrontare una giornata scolastica intera, senza darsi una botta all'inizio. A volte nemmeno Kaminari poteva comprendere questo suo modo di essere, ma non lo aveva mai distolto dalla sua volontà.
Infondo Eijirou lo faceva per riuscire ad affrontare l'attrazione sbagliata che provava per Katsuki.Così, con la matita in mano, provò a ripetere i passaggi che gli erano stati indicati parola per parola dal biondo, riuscendo, in qualche minuto, a risolvere quella semplicissima equazione. Osservò il foglio per qualche istante, aspettandosi che Katsuki lo sgridasse per il risultato sbagliato, esattamente come stava facendo da qualche minuto, ma il silenzio rimase nella stanza ancora per qualche istante.
Così Eijirou sollevò lo sguardo, notando che il biondo non stesse più ponendo attenzione a lui, ma al suo cellulare, scorrendo con il pollice lungo una chat, di cui non fece il tempo a leggere il nome, per via del fatto che venne catturato dall'espressione infelice sul volto del ragazzo al suo fianco. Gli era così vicino che se solo avesse mosso leggermente il braccio avrebbe potuto toccarlo, ma decise di rimanere fermo, osservandolo, cercando di studiarlo per conoscerlo meglio e forse il suo sguardo fu più penetrante di quello che credeva, infatti Katsuki alzò lo sguardo verso di lui, senza più quell'espressione sofferente e gli sorrise."Allora, ci sei riuscito?" e fece per avvicinarsi al foglio, toccando maldestramente la spalla di Eijirou, che dovette poggiare la mano a terra per non perdere l'equilibrio. Aveva la mente leggera per il terrore di non riuscire a controllarsi e per i sentimenti che gli sgorgavano liberi dal cuore. Si chiese come fosse arrivato a quella situazione, nonostante lo avesse evitato per tutta la vita. Lo faceva per se stesso, per Katsuki e per le loro famiglie. Nessuno doveva venire a conoscenza di quell'emozione che avrebbe voluto urlare al mondo intero di essere presente, di essere la cosa più importante.
La stessa emozione che lui affogava nell'alcol e nell'erba ogni volta che poteva."Bravissimo!" esclamò, poggiandogli una mano sulla spalla e allungandosi sul tavolino da caffè su cui si erano poggiati per fare qualche esercizio. Davanti a loro vi erano alcuni biscotti, che Katsuki aveva portato all'inizio, lasciando solo nella stanza il rosso che si era guardato attorno per qualche momento disorientato e poi si era seduto sul pavimento, perché se solo si fosse poggiato sul letto, non sarebbe riuscito a non abbassarsi sul cuscino per sentirne il profumo.
"Tieni, hai una brutta cera"
Eijirou afferrò il biscotto, portandoselo alla bocca dalla parte del cioccolato, per poi leccarsi le labbra. Sapeva di non essere in grande forma, infondo non mangiava molto e beveva e fumava forse troppo.
"Grazie" si ritrovò a dire, mentre fissava il ragazzo accanto a se, che stava mettendo in ordine il tavolino. Mise via le matite nell'astuccio e chiuse i quaderni, mettendoli di lato.
Il cervello di Eijirou andò in panico, capendo che quel modo di fare fosse solo un metodo carino per dirgli che se ne doveva andare. Così finì velocemente il biscotto e si alzò in piedi, con Katsuki che si voltò a guardarlo dal basso. Il rosso sentì le ginocchia tremare sotto quello sguardo, pensando a quante occasioni avrebbe voluto avere per vederlo così in basso rispetto alla propria altezza, ma si voltò altrettanto velocemente quanto il proprio corpo aveva reagito a quella scena."Vai?"
La voce di Katsuki gli provocò un brivido lungo la schiena, nonostante in quella sessione di studio avesse potuto sentirlo parlare abbastanza.
Annuì semplicemente e il biondo gli fu davanti per fargli strada verso la porta, mentre tra le mani teneva la scatola di biscotti da cui aveva tirato fuori quello che poco prima aveva offerto al ragazzo. Scesero le scale e più si allontanava da quella stanza, più Eijirou sentiva di starci lasciando il cuore. Ma come sempre non disse nulla, trattenendo se stesso e il suo modo sbagliato di essere.
Osservò le spalle di Katsuki muoversi verso la porta, stranamente in silenzio, anche se un po' di confidenza il ragazzo se l'era presa e quando furono davanti all'uscio, si voltò, sorridente come al solito, proprio come quando stava accanto alla sua fidanzata, facendo fare allo stomaco del rosso una capriola e portandolo ad abbassare la testa verso le proprie scarpe."Beh, io vado" fece infine il rosso, non sapendo come uscire da quella situazione surreale, nella quale mai pensava di arrivare, cercando di mettere un po' della sua finta personalità in quella frase. Katsuki gli sorrise ancora e mise una mano sulla maniglia della porta, facendola scattare e aprire. Eijirou fece un passo verso l'esterno, proprio mentre un caschetto castano stava poggiando l'indice sul campanello di casa Bakugou.
Il cuore del rosso si fermò all'instante e desiderò sparire sotto la terra piuttosto che ritrovarsi in quella situazione. Non era successo niente, eppure si vergognava da morire anche solo per essere in quella casa con i propri sentimenti nel cuore. Tra l'altro, poco prima, da ubriaco, aveva fatto la figura peggiore della sua vita davanti al biondo e solo in quel momento si rese conto che, probabilmente, ne avrebbe parlato con Uraraka e che lei, da fidanzata, non gli avrebbe mai più permesso di vederlo."Oh, ciao Kirishima, che ci fai qui?" chiese lei, veramente sorpresa, guardando il suo ragazzo che se ne stava accanto ad Eijirou sull'uscio della porta. Al rosso mancava il fiato, non aveva idea di come giustificare la propria presenza in quella casa, se non dicendogli che da ubriaco era andato lì ad infastidire quel ragazzo che, stranamente, invece, lo aveva accolto in casa sua, nonostante lui stesso, qualche secondo prima, gli avesse detto di andarsene a casa.
Perciò rimase in silenzio, continuando a fissare quella ragazza che non poteva che essere più lontana da lui caratterialmente."Mi ha riportato un libro che gli avevo prestato e poi è rimasto qui a studiare un po'" spiegò, invece, Katsuki al suo fianco ed Eijirou si voltò a guardarlo, sconvolto da quella piccola bugia che il biondo aveva appena detto alla sua ragazza. Cercò nella sua mente un motivo per cui dovesse coprirlo e l'unica cosa che trovò fu la pena.
Pensò ad un Katsuki che provasse pena per lui e si sentì morire."Già" disse lui, semplicemente, scendendo gli scalini sul quale se ne stava Uraraka ferma ad osservarli. Voleva scappare da quella situazione, andare a casa e magari fumare un po'. Doveva dimenticare tutte le parole di Katsuki, la sensazione del suo tocco, quel suo modo gentile di comportarsi con lui.
"Aspetta!" urlò, però, il biondo alle sue spalle. Sorpreso, il rosso si voltò, ritrovandosi Katsuki ancora una volta troppo vicino. Osservò la sua ragazza alle spalle che li osservava confusi, per poi riportare lo sguardo su quel ragazzo meraviglioso che ora gli si parava davanti. I suoi capelli erano illuminati dalla luce serale, resi dorati e lucenti. Deglutì, nella speranza di mandare via il magone che gli si formò in gola.
"Tieni, questi sono per te. Ho visto che ti piacciono" e gli pose tutto il pacco di biscotti che prima stavano mangiando in camera. Esitò qualche istante prima di sollevare una mano e prendere quel piccola pacchettino.
Per la quarta volta Katsuki non stava mostrando indifferenza come tutti gli altri."Grazie" sussurrò, voltandosi immediatamente e andando velocemente verso casa sua con la mente in subbuglio.
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Ancora sveglio [Kiribaku]
Fanfiction"Come posso amarti se faccio schifo a me stesso? E dimmi come amarti se sei insieme a lei nel letto Qua va tutto a puttane eppure va di male in peggio Decidi se vuoi amarmi oppure spararmi nel petto" - Kiribaku - Boyxboy - OCC - Ispirata alla can...