"Oh Kirishima! Ma dove sei sparito sabato sera?"
Kaminari gli fu accanto appena lo vide entrare nel corridoio della scuola. Il rosso si voltò verso l'amico trovando i soliti capelli biondi, macchiati da una ciocca nera, su un viso solcato dalle occhiate per i fine settimana passati a sballarsi. Se si fosse concentrato, Eijirou non avrebbe fatto fatica a ricordare il mal di testa con cui si era risvegliato il giorno prima, dopo quella serata in cui aveva decisamente esagerato rispetto alle volte precedenti, ma non trovava un motivo per pentirsene. Avevano festeggiato la partenza del loro amico comune, Sero, per Londra.
Il suo amico dai capelli neri, lui, non lo avrebbe mai capito. Stava abbandonando tutto per andare a lavare i cessi a Londra, quando rimanendo lì sarebbe potuto essere mantenuto almeno per gli ultimi mesi delle superiori dai genitori, prendendo il diploma. Invece aveva deciso di abbandonare gli studi per andare a cercare di meglio.Eijirou si passò una mano sulla rasatura dei capelli, mentre il resto se ne stavano ingellati verso l'alto, con un bandana nera posta sulla fronte.
"Me ne sono andato, stavo troppo male"
"Minchia frate, me ne sono accorto, sei improvvisamente scappato in bagno"
Prima di poter mandare avanti la conversazione, Eijirou decise, per amor proprio, di proseguire il proprio cammino verso la propria classe, perché altrimenti ne avrebbe dette quattro a Kaminari che, pur vedendolo star male, lo aveva lasciato perdere per continuare a fumare e strusciarsi su quella tipa che aveva conquistato in serata.
Fu allora che lo vide sbucare dalla mensa.
I capelli biondi vennero illuminati dalla luce al neon, che li resero dorati, soffici, come quelli di un angelo. Il sorriso che solcava il volto fresco, appena sveglio e riposato, gli fece mancare il fiato, mentre lo vide stringere la mano alla ragazza dai capelli castani che gli stava sempre accanto. Il caschetto della ragazza si mosse soave mentre rispondeva sorridendo al proprio ragazzo, anche lei illuminata da una luce che il rosso sapeva di aver perso per sempre dopo le varie abitudini che aveva preso ultimamente.
Katsuki Bakugou e Uraraka Ochako erano perfetti.
E lui li odiava per questo.
"Oh amico! È da cinque minuti che ti chiamo!"
Kaminari lo distolse dai propri pensieri, facendolo voltare verso di lui, che gli stava alle spalle, leggermente più basso. Tra le mani stringeva una cartina e nell'altra aveva il contenitori dei filtri.
"Che ne dici?" gli propose, sapendo benissimo che in tasca il rosso portasse sempre un po' d'erba.
E forse fu proprio a causa di quei capelli biondi, dell'esitazione che aveva percepito nell'osservare le mani dei due ragazzi che si stringevano, nella fitta allo stomaco causata dal sorriso di Katsuki, che alla fine decise di accettare.
Era da mesi che andava avanti così e le cose non facevano altro che peggiorare. Una sera si era accorto di star fissando il proprio vicino di casa mentre andava a prendere la posta, perché, come se non bastasse, Katsuki Bakugou abitava persino vicino a lui, vestito della sua semplice canottiera nera, così come i pantaloncini. Lo guardò mentre apriva la cassettina, ne tirava fuori il contenuto, lo guardava per due secondi e poi si rimetteva in cammino verso la propria perfetta casa. Aveva guardato fin troppo intensamente quel lembo di pelle lasciato scoperto dalla maglietta che, nel movimento, si era tirata su e si era ritrovato a masturbarsi nella sua stanza buia, in silenzio, mentre si mordeva il labbro, maledicendosi, infine, per aver accettato quella nuova situazione.
Da quel momento, le uscite con i propri amici erano peggiorate.
Beveva, fumava, non si dava il tempo di pensare, così si ritrovava, molto spesso, a farsi qualche ragazza in qualche angolo della discoteca, che poi il giorno dopo nemmeno si ricordava.
La maggior parte delle volte erano bionde.
Si sedette sulla panchina posta fuori dalla scuola e passò l'erba al proprio amico, che in qualche minuto preparò una canna perfetta, che iniziarono a fumare. Eijirou non avrebbe mai detto al proprio amico cosa gli passava per la mente, perché le volte in cui accettava di farsi una canna fossero aumentate così esponenzialmente rispetto a prima, perché non fosse più il ragazzo sorridente di una volta.
Eppure, Kaminari, anche se se ne fosse accorto, probabilmente non gli avrebbe detto nulla.
E forse, in quel momento, comprese Sero che se n'era voluto andare da quel posto di merda, cercando più fortuna di quella che qui gli era stata data. Alla ricerca di qualcosa di cui vivere, non sopravvivere, come stava facendo lui ultimamente.
Decisero di entrare solo quando le loro menti furono quasi del tutto leggere.
Il sorriso era tornato sul volto di Eijirou, che nemmeno si rese conto che la prima ora fosse passata. Entrarono in classe e si sedettero al loro posto. Tutti gli occhi furono su di loro, ma nessuno disse nulla, sapendo benissimo cosa stessero facendo prima di entrare nell'edificio, anche per via dell'odore che emanavano. Anche i professori avevano perso le speranze con loro due.
Forse Eijirou non avrebbe voluto che fosse così, però.
Il rosso viveva circondato da quella indifferenza da tutta la vita, partendo dai suoi genitori, troppo presi dal lavoro per occuparsi di lui direttamente, i professori che lo avevano visto iniziare a mettere in atto quei comportamenti autodistruttivi, che se n'erano rimasti zitti e infine i suoi amici, che non gli avevano mai detto nulla, spingendolo solo a fare di più, spingersi sempre oltre, proponendogli nuove serate, nuove sostanze, cercando un nuovo modo di sballarsi.
Ma quando all'intervallo qualcuno gli mostrò il proprio interesse, quello fu l'inizio di tutto.
Se ne stava seduto il mensa, con una mano sulla fronte, alle prese con il post-sballo che diventava sempre peggiore man mano che faceva uso di quelle sostanze, nonostante facesse solo qualche tiro, mentre girava con il cucchiaino, il caffè che Kaminari gli aveva offerto, prima di dirgli che andava cinque secondi al bagno. Era l'intervallo, tutta la scuola era riversata in quella stanza, ma lui non alzò lo sguardo per paura di vedere qualcosa che non desiderava.
Perché i suoi pensieri erano sempre rivolti in quella direzione.
"Forse dovresti smetterla di farti, in questo modo non avresti più questo mal di testa" disse una voce, sorprendendolo e facendogli alzare immediatamente il capo. Sentì il caffè uscire dal bicchierino in plastica, scosso dalla sua stessa mano, perché si era spaventato, non aspettandosi che qualcuno gli rivolgesse la parola.
Eppure quelle cocche bionde che sognava tutte le notti, se ne stavano ferme davanti a lui, mentre la sua mano gli porgeva quello che sembrava un antidolorifico. Non si mosse, non rispose, ma la sua mente iniziò a correre, mentre fissava quelle iridi rosse che per la prima volta erano serie, determinate e non sorridenti come quando si rivolgeva alla propria fidanzata. Analizzò la situazione, potendo osservare finalmente da vicino quello spettacolo che era Katsuki Bakugou, mentre il suo profumo iniziava a circondarlo.
Il mondo attorno a loro sparì per Eijirou e quando si accorse del calore che stava crescendo nel suo stomaco, distolse lo sguardo da quelle iridi rubino.
"Fatti i cazzi tuoi" rispose, tornando a girare il caffè, che ormai stava diventando freddo.
Katsuki, però, non si mosse, mentre la sua mano rosea e liscia, continuava a porgergli quell'antidolorifico che avrebbe volentieri accettato, se solo non fosse stato così orgoglioso e spaventato. Quando il suo profumo fu così intenso nel suo naso, Eijirou decise di trattenere il fiato, sperando che, semplicemente, quello se ne andasse, sparisse insieme a tutti gli altri.
Per la prima volta volle che qualcuno diventasse indifferente nei suoi confronti, proprio come tutti gli altri, ma per la prima volta, qualcuno non si arrese.
La sua mano si mosse, poggiando la pastiglia proprio di fronte al ragazzo, che ancora stava cercando di non calcolarlo e fu solo quando Kaminari tornò che quella situazione si sbloccò.
"Ciao, hai bisogno di qualcosa?" chiese il suo amico biondo, sorridendo gentilmente al ragazzo. Eijirou non alzò lo sguardo, non guardò ancora Katsuki, ma lo sentì dire un 'no', per poi vederlo allontanarsi.
Proprio come tutti gli altri.
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Ancora sveglio [Kiribaku]
Fanfiction"Come posso amarti se faccio schifo a me stesso? E dimmi come amarti se sei insieme a lei nel letto Qua va tutto a puttane eppure va di male in peggio Decidi se vuoi amarmi oppure spararmi nel petto" - Kiribaku - Boyxboy - OCC - Ispirata alla can...