Capitolo 21

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La lampada emetteva una luce ovattata nella grande stanza dove Eijirou se ne stava, sdraiato con la testa poggiata sul petto di Katsuki. La sua mano, ora libera di vagare sul corpo del proprio amato, se ne stava ferma accanto alla propria testa a percepire il ritmo della respirazione del ragazzo. Lo sentiva rilassato sotto di se e non chiuse nemmeno per un istante gli occhi per cercare di addormentarsi. Voleva godersi tutto quel calore che scaturiva dal proprio corpo, ma non dal proprio ano che era stato scopato violentemente, bensì dal proprio cuore, che batteva lentamente, avendo preso il ritmo del cuore che sentiva direttamente nel proprio orecchio. Non vi era peluria su quel petto immacolato, bianco e candido, nonostante ora fosse marchiato da dei segni rossi che erano il simbolo del proprio passaggio. Eijirou aveva graffiato e morso Katsuki, nei posti più disparati e la stessa cosa aveva fatto il biondo con lui. Sapeva che se solo si fosse guardato allo specchio, avrebbe trovato una costellazione a lambirgli il collo, il tronco e perfino il sedere, con cui Katsuki si era divertito parecchio.

Eijirou alzò lo sguardo verso Katsuki, trovandolo a fissarlo e gli sorrise, come poche volte faceva nelle sue giornate. Lo fissò per qualche istante e poi si puntellò su un gomito, arrivando fino alla sua bocca, dove posò un bacio leggero, a fior di labbra, per poi poggiarsi sul suo bicipite scolpito. Katsuki si mise sul lato, così da poter stare faccia a faccia col rosso ed Eijirou gli mise una coscia sulle gambe. Il biondo sorrise, prendendo la gamba e sollevandola di più.

"Sei proprio bello quando sorridi, Eiji"

Il rosso si coprì il volto con entrambe le mani, imbarazzato da quell'affermazione, per poi sbirciare tra le dita il volto luminoso di Katsuki. Risplendeva sempre quel ragazzo, anche in presenza di quella luce offuscata e il rosso si chiese cosa avesse fatto per meritarsi che lo notasse. Proprio quando non aveva speranze, quando si era abbandonato all'idea di vederlo per sempre con Uraraka, di dovergli stare lontano per sempre, qualcosa era successo, qualcosa lo aveva attratto verso di se e per la sua mente era inconcepibile. La voglia di sapere perché arrivò in un solo istante, sorprendendo lo stesso Eijirou, che non si era mai sentito così pieno di vita, anche se si sentiva stanco per via della performance a cui lo aveva appena sottoposto Katsuki.

Così si tolse le mani dal volto definitivamente, per poi portarle dietro la nuca di quel meraviglioso ragazzo che gli stava così vicino al volto.

"Perché proprio io?"

Non sapeva se fosse la domanda più adatta, non sapeva se Katsuki avrebbe colto il senso di quello che intendeva, ma sperò di si, perché il coraggio che aveva raccolto per chiederglielo era già finito e si sentiva completamente passivo di fronte a quello sguardo che ora gli stava trafiggendo il cranio, come se potesse leggerli nella mente. Katsuki si fece più vicino, facendo scontrare i loro nasi ed Eijirou sorrise, lasciandogli un bacio sulle labbra.

"Perché non tu?"

Eijirou sgranò gli occhi a quella risposta, però posta come una domanda e sentì il proprio cuore scaldarsi a quella dichiarazione d'importanza che riceveva per la prima volta nella propria vita.

Il biondo tolse la mano dalla gamba del rosso, poggiata sulla propria e gliela portò sul viso, facendogli una dolce carezza che scese fino al collo e poi al petto.

"Sei un ragazzo speciale Eiji, ma non te ne rendi conto. Ti sei fatto influenzare dalle persone sbagliate per fin troppo tempo. Ma tu non sei come loro"

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, senza volerlo, senza che nemmeno se ne accorgesse e in un secondo lo abbracciò, stringendosi forte al suo petto, come se potesse entrargli dentro, diventare un'unica cosa con quel corpo meraviglioso, ma che possedeva un'anima ancora più bella. I sentimenti di Eijirou scoppiarono in quell'istante, tra i capelli di Katsuki, vicino al suo orecchio e si mise a piangere, questa volta di felicità, cullato dalle braccia del biondo che lo strinsero, infondendogli tranquillità, sicurezza, solidità. Aveva sempre desiderato che qualcuno gli dicesse quelle parole, ma nessuno lo aveva capito: i suoi genitori, i suoi amici, nessuno, tranne Katsuki.

E una piccola, ma importante, consapevolezza, si fece spazio nel proprio cervello: con quel ragazzo lui ci avrebbe voluto passare tutta la vita.

"Suki, io.."

Il telefono di Eijirou prese a squillare.

Il biondo sbuffò e il proprietario del cellulare fu restio a farsi indietro dall'abbraccio nel quale era stretto per andare a controllare chi fosse. Fin troppo volte erano stati bloccati nei loro intenti da personaggi più o meno piacevoli. Così Eijirou decise di farlo squillare fino alla fine, ma non staccarsi da Katsuki, che ancora lo guardava sorridendo, contento per la decisione muta presa.

Eppure, quando il telefono smise di squillare, ci mise poco a riprendere e questa volta fu il biondo stesso ad allontanarsi da il rosso, alzandosi dal letto.

Eijirou si mise le mani dietro la testa, fissando Katsuki che si muoveva per la stanza, nudo, alla ricerca della provenienza di quel suono. Lo osservò mentre tirava su da terra i suoi vestiti, piegandosi in avanti e mettendo in mostra quel sedere sodo che aveva toccato così tanto che credeva di poterci lasciare la propria impronta e sospirò quando si rese conto di essersi eccitato di nuovo di fronte a quella scena.

Katsuki si voltò, infine, guardando il cellulare di Eijirou.

"è Sero. Ma non è quel ragazzo che veniva in classe con noi, ma ha lasciato qualche mese fa?"

Il rosso scattò verso di lui, afferrando il cellulare e rispondendo immediatamente alla chiamata. Quel ragazzo che era scappato da tutto e tutti lo stava ricontattando, quindi, evidentemente, qualcosa doveva essere per fora successo. Si ricordava perfettamente la sera in cui gli aveva detto addio e aveva pensato, nello stesso istante in cui aveva abbandonato il pub, che non lo avrebbe mai più rivisto o sentito.

Eppure.

"Oh Sero!"

"Fra, ma dove sei?"

"In che senso?"

Eijirou si sedette sul bordo del letto. Se per prima cosa aveva messo su un'espressione felice, forse anche perché era davvero felice con accanto Katsuki, ora tornò serio, mentre il biondo gli si sedeva accanto, notando la sua espressione e poggiandogli una mano sulla coscia.

"Kaminari è stato arrestato! Mi ha chiamato mia sorella che era ad una festa con lui. Porca puttana, che cazzo ci faceva quello con mia sorella? E tu dove cazzo stavi?"

Eijirou sussultò, colpito da tutti quegli insulti gratuiti, passando in rassegna, però, che lui di una sorella di Sero nemmeno sapesse dell'esistenza. Quella sera aveva preferito la compagnia di altre persone, proprio come aveva fatto il nero, scappando a Londra piuttosto che affrontare la realtà in quel posto.

"Arrestato? Ma che cazzo stai dicendo?" chiese poi, alzandosi in piedi e praticamente urlando, quando si rese conto delle parole che gli aveva detto il proprio amico. Si voltò verso Katsuki, cercando un sostegno morale. Ma l'unica cosa che vide fu la sua testa bionda che fissava il pavimento.

Ancora sveglio [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora