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Taehyung aveva preferito tornare prima nella stanza, accusando un leggero malore allo stomaco: non era abituato a tutto quello, a viaggiare, a mangiare piatti di alta cucina guarniti di salsine strane e dalle porzioni striminzite.
Jungkook non lo aveva lasciato solo però: aveva notato, l'host, come il suo cliente per tutta la durata della cena avesse avuto gli occhi spenti nonostante ridesse alle battute di Hoseok.

Il corvino aveva anche notato come il viola ancora arrossisse ogni qualvolta Yoongi posasse lo sguardo su di lui, e le sue gote diventavano rossicce, assieme alle sue orecchie.
Non ci voleva molto per capire che Taehyung fosse ancora perdutamente innamorato di Yoongi, e a Jungkook questo faceva infinitamente tristezza.
Quando il maggiore gli aveva detto di accusare uno scombussolio lì sotto, aveva subito pensato che fosse colpa di qualcosa andato a male: però quello era pur sempre un ristorante 5 stelle Michelin, quindi escluse a priori quella opzione.
Gli bastò girare la testa, e subito si accorse quale fosse la reale causa del malore del suo cliente; Yoongi e Jimin si stavano baciando appassionatamente, suscitando gli applausi e i fischi contenti da parte di tutti gli invitati.

Allora non se la era sentita di rimanere lì, nonostante Taehyung avesse insistito per farlo restare ancora a mangiare il dessert, nonostante gli avesse rassicurato che era solo un problema intestinale.
«Davvero, non è nulla, puoi rimanere qui e raggiungermi dopo.»
«No Tae, vengo con te, e poi qui è abbastanza noioso, voglio dormire.» aveva messo su la scusa il corvino.

Così, una volta che si era richiusa la porta della camera alle loro spalle, Taehyung accese le luci dei comodini, rendendo l'atmosfera soffusa: non voleva una luce accecante, gli era bastato il giardino e le sue mille lucine.
Con un sospiro, si gettò sul letto, ai piedi, con le spalle basse e il corvo ricurvo a guardare le sue ginocchia. Taehyung era distrutto, da tutto quello, da Yoongi, da Jimin, da tutta la messa in scena che stava mettendo su.

Non avrebbe mai pensato, qualche mese prima, di trovarsi in una situazione del genere. Un bellissimo e aitante host a lui sconosciuto, che lo guardava dall'alto in una stanza di un hotel di lusso.
«Cosa c'è?» chiese, e ne seguí un mugolio da parte del maggiore, al che Jungkook continuò «Ti fa davvero male la pancia? Se vuoi ho qualcosa per la gastrointerite, ma non credo ti serva...»

L'altro deglutí, cominciando a giochicchiare con le sue falangi in totale imbarazzo. Uno sconosciuto aveva saputo capirlo meglio di qualunque altro amico.
«Mi fa male la pancia, ma non credo sia nulla del genere... Sono solo...giù di morale.» ammise, lasciandosi cadere di schiena sul materasso.
«Non capisco cosa mi succeda, ho lo stomaco in subbuglio eppure non voglio vomitare nulla. Mi sento uno schifo.»

«Taehyung...» la voce dolce, quasi come miele dell'host andò ad avvicinarsi sempre di più all'orecchio dell'altro. Anche Jungkook si sedette sul letto, accanto a lui, in ginocchio. Si era sfilato velocemente le scarpe e la giacca giaceva riposta sulla sedia all'ingresso.
«So che non sono nessuno per parlarti così, ma credo tu sia ancora cotto di Yoongi.»
Taehyung allora lo guardò con la cosa dell'occhio, andando a fare contatto visivo con il ragazzo più piccolo, e gli intimò di continuare a parlare con un cenno del viso.
«Si vede da come lo guardi, da come arrossisci quando i vostri occhi si incrociano, e da come stai male adesso, dopo averli visti così innamorati.»

Le parole di Jungkook arrivarono dritte come pugnali al cuore di Taehyung. Il fatto che uno sconosciuto lo avesse capito così bene, che lo avesse letto come un libro aperto, gli faceva paura: Jungkook era stato capace di scavare dentro la sua persona nonostante lo avesse visto giusto due volte. I suoi occhi cominciarono a pizzicare, e la voce dell'altro andò a spezzare il silenzio che si era creato.
«Sei ancora innamorato di lui, e la consapevolezza di non poterlo avere più per te ti fa stare ancora peggio... Taehyung, non puoi continuare così... Cadrai in depressione.»

L'altro rimase in silenzio nella sua asfissiante consapevolezza, il discorso di Jungkook era tagliente e amaro, causando un silenzioso e lento pianto in lui: fortuna che fosse abbastanza lontano l'altro, così che le sue lacrime passassero inosservate.
«Non sono nessuno per te, e so che è difficile, ma ti prego non soffrire così, ti fai solo del male e ne fai a chi ti sta attorno.»
A quelle parole, le lacrime si fecero poi fitte, andando ad annebbiargli completamente la vista e costringendolo a pulirsi il viso con il dorso delle mani.

Fu allora che Jungkook se ne accorse e decise di gattonare verso l'altro, andandosi a posizionare con le ginocchia sul materasso, al lato della figura tremante di Taehyung che si copriva il volto.
Jungkook gli asciugò le lacrime che gli erano cadute sul collo, vederlo così fragile gli fece dimenticare per un attimo il loro rapporto di cliente e host e lo tirò a sé, per stringerlo in un abbraccio serrato.

«Piangi quanto vuoi, sono qui.»


👀👀👀

Choose your oppa | Taekook / Kooktae [BTS fanfic] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora