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Leggete a fine capitolo, è importante

Taehyung venne nuovamente scortato nella cella in cui era imprigionato da ormai due giorni.
Gli avevano dato un materassino gonfiabile su cui dormire e un vaso in cui fare i suoi bisogni. Era imbarazzante pisciare e soprattutto defecare in presenza di un poliziotto che ti guardava ventiquattrore al giorno, ma dopo i primi tentativi di resistenza, ci aveva rinunciato. Preferiva morire di vergogna piuttosto che di stitichezza.

La guardia cambiava ogni sei ore circa, c'era un solo agente giovane, mentre gli altri erano tutti vecchi: era di questi ultimi che Taehyung aveva più paura in assoluto, perché sentiva il loro sguardo gravare sulle sue spalle.
Agli occhi di tutti li dentro, non era altro che un assassino, se le meritava quelle occhiate, alla fine.

Quella mattina, a quanto aveva sentito, avevano interrogato la madre di Jimin e un altro possibile sospettato, di cui purtroppo non aveva colto l'identità. Probabilmente adesso, si era detto il viola, non avrebbe avuto più un futuro come chirurgo plastico, perché insomma chi lo vuole un pazzo omicida? Si accasciò lungo la parete fredda della cella, e poté giurare di cominciare a sentire gli occhi pizzicare se solo un rumore ormai familiare non lo avesse distratto.

Girò la testa, notando come il cancello più grosso all'inizio del corridoio fosse stato aperto, rivelando un altro poliziotto che stava scortando il suo salvatore.
Jungkook era vestito in un abito elegante nero, dei pantaloni a sigaretta che gli fasciavano le cosce e una cravatta stretta attorno al collo. I suoi capelli corvini erano piastrati e gli ricadevano appena sugli occhi.
Taehyung quasi d'istinto scattò in piedi come una molla, aggrappandosi con le mani alle sbarre che ancora una volta lo separavano dall'altro.

«Jungkook!» ansimò, puntando le sue iridi scure in quelle dell'altro. Il minore gli sorrise teneramente, i denti da coniglietto che fuoriuscivano appena dal labbro superiore.
«Scusami se non sono passato prima Tae.» posò la sua valigetta accanto a lui, per terra, per poter mettere le mani anche lui attorno alle sbarre, quasi d'istinto «Ho parlato con il tuo amico Hoseok. Sapevi che lavora in questa centrale?»
Il viola boccheggiò, le iridi che andavano da una parte all'altra nelle orbite. «D-Davvero...?» la sua espressione era terrorizzata, ora anche un'altra persona a lui cara gli avrebbe dato dell'assassino! Che figura!

«Si ma non preoccuparti. Ha preso lui in mano il caso perché è certo tu sia innocente.» timidamente, Jungkook avvicinò la mano accanto a quella dell'altro, in modo che le loro nocche si sfiorassero in modo impercettibile.
Il corvino si prese un attimo per osservare Taehyung, che anche in una situazione del genere, era comunque bellissimo: nonostante le leggere occhiaie, nonostante le labbra disidratate e i capelli scompigliati, li piaceva da impazzire.
Anche se fosse stato il peggiore dei criminali, Jungkook se ne sarebbe fregato.

Il maggiore tirò un sospiro di sollievo, a quelle parole, poggiando la fronte sulle sbarre ghiacciate e chiudendo li occhi. «Sono davvero innocente... Non ho fatto nulla...» sussurrò, lasciandosi andare a quel piccolo flusso di coscienza.
Timidamente le falangi di Jungkook andarono a solleticare una guancia dell'altro, da dietro le sbarre: la sua pelle aveva perso un po' di morbidezza, eppure gli sembrava sempre di toccare una nuvola. Taehyung alzò gli occhi, incontrando le pozze scure e vispe dell'altro che lo fissavano, e un leggero rossore colorò le sue guance e la punta delle sue orecchie.

Si fissarono per qualche secondo, Jungkook ancora con le dita posate sul volto dell'altro e il viola quasi in uno stato di trance Mistica.
Jungkook era bello, non lo aveva mai negato: e in quella situazione, dopo tutto quello che aveva fatto per lui, e la tenera confessione di qualche giorno prima, si disse che forse a spingerlo ad aiutarlo non era solo la sua etica professionale.
Prima di muovere un muscolo, Taehyung si chiese se quello che stesse facendo, sarebbe stato motivo di rimpianto futuro: le sue mani risposero per lui, avvicinando teneramente l'altro tirando la cravatta, facendo collidere le loro labbra.

I loro volti erano incastrati nello spazio fra una sbarra e l'altra, rendendo il bacio difficile e tremendamente bello allo stesso tempo. Taehyung mosse le labbra su quelle di Jungkook, assaporandone bene la morbidezza, mentre l'altro aveva ripreso ad accarezzarlo in volto. Il corvino si lasciò mordere il labbro superiore dall'altro, andando poi a succhiare in maniera lenta ed erotica quello inferiore del detenuto.
Fecero per avvicinarsi l'uno all'altro, ma i loro corpi cozzarono irrimediabilmente contro le barre di ferro, causando un rumore che li fece staccare a malincuore.

Jungkook ritrasse la mano, leccandosi le labbra e sorridendo appena. Lo stesso fece Taehyung, che indietreggiò di poco con lo stesso sorriso ebete stampato in volto.
«Quando ti farò uscire da qui, mi aspetto un bacio migliore» scherzò il legale, suscitando anche nel maggiore una risata cristallina.
«Solo uno?» ribatté Taehyung.
E finalmente, dopo tanto tempo, si sentí più leggero.

Hola! Ho due cosine da dirvi
1- ho pubblicato una nuova storia, che devo ancora iniziare! In caso Mettetela in biblioteca così riceverete l'update non appena pubblicherò il primo capitolo!

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2- mi sono fatta un tiktok personale, dove probabilmente farò delle piccole lezioni di coreano oltre a postare altre cacate uwu se volete seguitemi! Ricambio tutti!

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