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Il cielo si stava tingendo di rosa quando tornai a casa, che ormai era avvolta nel silenzio: Lauro dormiva sul divano mentre Edo stava pulendo il pavimento della cucina. Poggiai il giubbotto, raggiungendolo ed aiutandolo. Poco dopo si svegliò anche Lauro, guardandoci confuso. Provò ad alzarsi, con scarsi risultati. Sospirai, pensando a finire le pulizie per andare a dormire: fortuna che era domenica. Tutto si svolse in silenzio e quando io ed Edo finimmo di riordinare, ognuno andò nella propria stanza, tranne Achille. Rimase lì, seduto sul divano a guardarci. Appena toccai il letto, sentii tutta la fatica di quei giorni, fatica inutile e non gratificata. Mia sorella dormiva beata. Ne approfittai per mandare un messaggio a mia madre: chissà dove fosse, chissà come stesse. Crollai con il telefono in mano.
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La musica che proveniva dalla Tv del salotto mi fece svegliare. Elena si era già alzata: sentivo la sua voce squillante e la sua risata, mischiata a quella roca e bassa di Lauro. Mi sistemai leggermente, mi lavai e poi scesi anche io. Edo stava cucinando. <Ben svegliata> scherzò. Mi avvicinai baciandogli una guancia e poi abbracciandolo da dietro. Poggiò la sua testa sulla mia, stampandomi un bacio in fronte. Poi apparecchiai, sotto lo sguardo bruciante di Lauro che però continuava a giocare con mia sorella, che rideva felice: almeno qualcosa di buono la faceva, qualche volta sapeva essere gentile con le donne. Mi fermai a fissare mia sorella, pensando a come sarebbe stata da grande, tra 10 anni, o tra 5 magari: sperai che crescesse uguale a mio padre, quell'uomo straordinario che chissà dove fosse in quel momento: mi mancava tanto.
Il contaminuti trillò, facendomi riportare i piedi per terra. Elena corse a tavola sedendosi, non prima di essere ammonita, contemporaneamente da Lauro e me, che ci guardammo perplessi e straniti ma divertiti. Ci sorridemmo, tristi, spenti. Andava bene così?

Leggenda al quartiere/Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora