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Il rumore di posate e piatti mi fa sentire a casa, mentre chiudo la porta, poggio lo zaino e il giubotto nell'ingresso, dirigendomi poi, passando per lo stretto corridoio, nella cucina. Non è tanto grande, giusto lo spazio per un piano cottura, un piccolo frigo e un tavolo con quattro sedie, che ora è apparecchiato per tre. 《Bentornata》sorride Edoardo, mentre scola la pasta aiutato da Achille. Sorrido, mentre aspetto che loro finiscano in modo che io possa lavarmi le mani. Successivamente, tutti ci siediamo a tavola e mangiamo in silenzio e in quel momento ho l'occasione di osservare l'amico di mio cugino per bene: è magro, magrissimo, la mascella squadrata e il viso asciutto, cosparso di tatuaggi. Osservo i suoi occhi, abbassati verso la pasta che pinzava nella forchetta, contornati da delle occhiaie viola-nere. Le labbra sottili, completano il quadro di mistero del suo viso tenebroso. Le treccine blu partono dal centro della testa e arrivano a metà collo, scoprendo così il viso e i suoi tatuaggi. 《Vuoi 'na foto?》sbotta, interrompendo la mia radiografia. Edoardo ride sotto i baffi, mentre io divento rossissima. 《Tranquillo fra, lo fa con tutti quelli che conosce da poco, ti stava studiando, niente giudizio finale però, come sempre》mi giustifica, mentre ritira i piatti sporchi e sistema quelli puliti. 《Sarà》rispose, sollevando le spalle e arricciando le labbra con aria di sufficienza.
Mangiamo anche il secondo, poi mi ritiro in camera a studiare.
Dopo 3 orette buone, scendo in salotto, dove nel frattempo un gruppo di ragazzi fuma e chiacchiera in cerchio, ridendo e cantando le canzoni che provengono dalla cassa sistemata in un mobiletto inutilizzato del salotto. 《Ragazzi, lei è mia cugina Cassandra, è la nuova arrivata, fatela sentire a casa》mi presenta Edoardo, mettendomi un braccio intorno al collo e attirandomi a sè. I ragazzi ammutoliscono, squadrandomi dalla testa ai piedi per poi applaudire e fischiare. Edo scioglie l'abbraccio, mentre mi siedo sul divanetto vicino ad Achille, che fuma e cambia canzone. 《Oh Laurè, a quando la prossima?》 domanda un ragazzo coperto di piercings intorno al naso e con i capelli cortissimi. 《Non questa settimana Gio. Vi contatto per la prossima. Devo organizzare qualcosa di nuovo》risponde treccine blu, sorseggiando una birra che un altro ragazzo altissimo gli ha portato, dandogli poi una pacca sulla spalla.
《Poi chiamaci, ne abbiamo bisogno, già sai》conclude la conversazione, dirigendosi poi verso un'altra parte del salotto dove si faceva freestyle.
《Questi sono i ragazzi del blocco》mi spiega, mentre si rollava una sigaretta. 《O ci sei amica, o nemica, non c'è grigio》continua, leccandola e poi continuando a sistemarla, finché il tabacco non entra completamente dentro la cartina. Con un rapido gesto del dito, aziona l'accendino avvicinandoselo alla bocca e accendendo la sigaretta, aspirando. Butta fuori il fumo, continuando a parlare. 《Hai sbagliato a venire qua. Benvenuta nell'inferno, io sono Minosse》

Leggenda al quartiere/Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora