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<Oh ragazzi, zitti che sta cominciando!>mormoro, mentre Quentin e Luca si siedono accanto a me con una ciotola di fumanti popcorn e birre.
Alla tv locale, in uno di quei canali che guardano solo gli anziani dopo cena, sedevano, in uno studio di registrazione in un divanetto in pelle, mio cugino, vestito con abiti stravaganti e occhiali da donna, mentre  Lauro gli sedeva accanto, completamente vestito di nero, le trecce perfettamente formate che partivano dal centro della testa e finivano sulle spalle. Parlavano con l'intervistatore in maniera molto confidenziale, ridendo e facendo anche qualche battuta, si sfidarono in freestyle e quando ormai mancavano solo dieci minuti, iniziarono a farli domande più personali, quali la presenza nelle loro vite di una ragazza. Edo, come scommesso prima con gli altri due, scosse la testa ridacchiando e sollevando le mani in aria come a dire "non ne so niente" per poi riabbassarle e prendere parola. <Mi sto immaginando mia cugina e i nostri amici che riscuotono i soldi delle scommesse. Sappiate che faremo i conti non appena torniamo>rise ancora, suscitando le nostre risate.
Lauro fece un sorriso sbilenco, poi gli venne rigirata la domanda, a cui lui rispose sorridendo ed annuendo, facendo su e giù con la testa. Mi irrigidii, sotto lo sguardo perplesso dei due miei amici, che però non staccarono gli occhi dalla tv per vedere altre espressioni di Lauro o per non perdersi la risposta concreta. <Achille dici di più>lo esorta l'intervistatore, sorridente e magicamente interessato. L'amico di mio cugino solleva le spalle e scuote la testa, senza spegnere il bel sorriso che ha sulle labbra:<C'è ma non c'è>ride, mentre guarda Edo, che ride di rimando e risponde:<Diciamo che è una situazione molto complicata e combattuta ma credo che alla fine si risolverà per il meglio e finalmente il nostro cavaliere senza macchia e senza paura si congiungerà alla sua donzella>
<Descrivicela> continua il ragazzo, piegando tra le mani un foglio bianco con appunti microscopici.
<È abbastanza bassottina, castana, poi boh>ride ancora imbarazzato, spostando di nuovo lo sguardo sul mio cugino biondo che risponde sorridendo:<È piccolina> e sovrappone i polsi, stando a simboleggiare delle manette. Sorrido anche io, mentre Quentin e Luca scoppiano a ridere in una fragorosa risata. <Fra dimmi che hai capito> mormora Luca, tornando serio, mentre io continuo ad osservare ogni singola mossa dei due ragazzi riflessi dalla tv. <A parte gli scherzi, è una tipa con la testa sulle spalle, è molto matura e credo che gli farebbe rimettere la testa a posto finalmente. Comunque, ogni cosa ha il suo tempo>solleva le spalle, dando una pacca al tenebroso che gli sorride grato. Concludono l'intervista e spariscono nelle quinte buie.
***
<Eccovi finalmente cazzo! Grandissimi!> urla Quentin mentre le due star entrano in casa e sorridono. Luca porge una canna a Lauro, che non rifiuta e da cui fa un lungo tiro, ripassandola al proprietario, impegnato ad abbracciare mio cugino. Fa un altro paio di tiri, poi Luca se la riprende.
<Ciao cuginetta preferita>mi saluta Edo, abbracciandomi e dandomi il consueto bacio sulla fronte. Sorrido, stringendolo più forte e aspirando il suo profumo familiare. <Oggi affettuosa?>ridacchia, accarezzandomi i capelli e stringendomi ancora di più a se. Mormoro un "sono fiera di te" soffocato sul suo petto, poco dopo mi stacco e lo osservo: ha le stesse espressioni da sempre, così come gli stessi lineamenti, eppure adesso mi sembra ancora più grande di quanto dimostra, come se con questa intervista fosse davvero cresciuto tutto in una volta. Mi sorride ancora e mi bacia sulla guancia, per poi chiamare la pizzeria. <Ti siamo piaciuti quindi>mormora Lauro al mio orecchio con un tono di voce bassissimo e profondo, che mi fa sussultare e voltare. Lui, invece, rimane sempre uguale, sempre bello, tenebroso e dannato, dannatissimo, e misterioso. Sorride, accarezzandomi una guancia.
<Mi dai una possibilità?>mi domanda, dopo che per un lasso di tempo che mi sembrava infinito ci stavamo fissando negli occhi. <Per che cosa?>domando, spostandomi in cucina ed apparecchiando la tavola. <Per portarti fuori>sussurra, mentre si tortura le sue mani enormi, macchiate ed ossute. Mi volto sorpresa, rischiando di far cadere i bicchieri che avevo in mano, che poso subito sul tavolo. <Ho capito male, sicuro>mormoro ridendo e guardando Lauro, che a sua volta mi fissa perplesso. <Emh, ti ho appena chiesto di uscire, sì>risponde, grattandosi la nuca imbarazzato. Abbasso la testa imbarazzata, non prima di essere arrossita fin sulla punti dei capelli. <Chi tace acconsente. Domani ti vengo a prendere in palestra e facciamo qualcosa di semplice>

Leggenda al quartiere/Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora