È notte fonda e la casa è immersa nel silenzio. Nessuno dei ragazzi è presente, domani devo alzarmi veramente presto per essere puntuale nel cortile della scuola per fare alternanza all'archivio. In strada si sentono schiamazzi e urla, come sempre. È tutto normale e tranquillo, io mi sto per addormentare, quando sento un forte colpo alla porta. Sussulto, ma sto immobile e zitta. Trattengo il respiro. Allungo la mano verso il comodino e cerco il numero di Lauro, che dopo un paio di squilli risponde, in sottofondo la musica a palla della discoteca in cui andiamo di solito. <Lauro> sussurro, mentre un altro colpo mi fa sussultare più del precedente. <Amore dimmi> dice, poi sicuramente si sposta perché in sottofondo c'è solo silenzio. Con il cuore in gola apro la bocca per parlare, nello stesso momento in cui un altro forte colpo fa scricchiolare pericolosamente la porta. <Che rumore è stato? Sto tornando> <No! No, è pericoloso stai lì. Chiamo la polizia> dico, mentre un altro tonfo mi fa sussultare. Sento i passi che si fanno sempre più vicini, il mio respiro sempre più pesante, poi nulla.
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Penso alle persone che mi vogliono bene: mia mamma, Edo, Lauro, Luca ed i ragazzi, Aria, Elena. Improvvisamente vorrei piangere, ma so che non serve. Sono a casa, sì, ma chiusa nella mia stanza da un uomo gigante. Mi mostra un distintivo. 《Sono un poliziotto, la devo interrogare sui traffici condotti da suo cugino ed i suoi amici》. È abbastanza alto, grosso, ha pochi capelli, l'aria autoritaria senza essere minacciosa. Deglutisco. 《Non ne so nulla》. Sono debole e flebile, come se potessi autodisintegrarmi in meno di un nanosecondo. Ma invece rimango lì. 《Balle》sentenzia, gelido. Sento dei passi, tonfi sulla porta e vorrei urlare di andare via ai ragazzi, ma il poliziotto mi continua a fissare. 《Rispondi》ordina, questa volta glaciale. Ho la voce che trema: ognuno di loro finirà in carcere, la mia vita con Lauro ed Edo sarà spazzata via, tornerò da Elena e mamma, vuota. Deglutisco ancora. Mi sorprendo del mio corpo che produce così tanta saliva. 《Rispondi》solleva la voce, scuotendomi. 《Non la toccare!》 sento urlare Lauro, che continua a battere. 《De Marinis, non ti conviene rivolgerti a me così, ho il coltello dalla parte del manico》sghignazza. Sento il ragazzo che sospira, posso immaginare che si stia torturando i capelli. 《Parla Cas》dice sfinito Edo. Continua a stare zitta. 《Sentito cosa ha detto il tuo amato cuginetto? Parla ragazzina》mi incalza l'uomo gigante. Scuoto la testa, ricevendo un ceffone. Sento un tonfo brusco nella porta. 《Pezzo di merda ti uccido, esci che ti ammazzo!》esclama treccine blu, incazzato come una leonessa quando vede i suoi cuccioli maltrattati. 《Basta Lauro!》urlo, scoppiano a piangere. La serratura scatta. Nessuno mi abbraccia, nessuno mi vede, nessuno mi aiuta. 《Siete in arresto per detenzione illegale di droga a fine di spaccio, detenzione illegale di armi, vendita illegale di armi, rapina a mano armata》.
Credo di dover scrivere qualcosa. Son tornata dopo tantissimo tempo,avevo una sorta di blocco che ancora non è sparita,ma in questo periodo di stallo forzato ho pensato di ridedicarmi a qualcosa che mi faccia star bene. Spero non sia tanto male ripresa!
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Leggenda al quartiere/Achille Lauro
Fiksi PenggemarHo bisogno di te che mi dica "non lo fare, ti prego".