Chapter 35. Joe's pov

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I giorni scorrono veloci, uno dopo l'altro, e io non so nemmeno più da quanto tempo non metto piede fuori di casa. Il tempo è diventato qualcosa di sfocato, qualcosa che non mi riguarda più. Da quando Julia ha detto quelle parole - non ti amo – e mi ha voltato per sempre le spalle, non ho avuto più il desiderio di vedere nessuno. Mi sono barricato in casa, lasciando che le ore e le notti si confondano tra loro. Le birre sparse sul pavimento sono le mie uniche compagne.

Ma poi, un giorno – o forse era notte? Non ho la certezza, il campanello suona. Un suono così fastidioso che mi costringe ad alzarmi dal divano ed andare ad aprire. Nick e Kevin sono lì, fuori, con espressioni tra preoccupati e disgustati. Nick sbircia dentro casa, mentre Kevin incrocia le braccia al petto, poi entrano, facendosi strada tra bottiglie vuoto e cartoni di pizza.

Nick si lascia cadere sul divano. Mi guarda con disapprovazione. «Sei conciato da schifo. Da quanto tempo che non ti fai una doccia?»

Sollevo le spalle. «Non ne vedo il motivo»

Kevin sospira. «Julia non è mica morta, Joe. È solo tornata in Canada»

«Con un altro uomo», aggiungo con voce amara

Nick lascia un'occhiata a Kevin, poi torna a fissarmi. «Te l'avevamo detto di non lanciarti in una sfida che rischiavi di perdere. Ci hai ascoltati? No. E adesso eccoti qui da schifo»

Sospiro profondamente e mi lascio cadere sul divano accanto a Nick, chiudendo gli occhi per un momento.

«Forse non dovresti arrenderti così facilmente». La voce di Kevin si fa più dolce mentre si versa un bicchiere di whisky. «Se sei convinto che lei ti ami ancora, potresti almeno tentare un'ultima volta»

Scuoto la testa, sconfitto. «Non c'è più niente da tentate. È andata via. Chiaramente non mi vuole»

Nick si alza e si avvicina a Kevin. Si scambiano un rapido sguardo, come se stessero comunicando qualcosa senza parlare. Poi Nick sospira. «Forse dovremmo dirglielo»

Kevin stringe la mascella. «Ha detto di non voler che lo sappia. Dovremo rispettare la sua scelta»

Il mio cuore accelera. «Che diavolo state confabulando?»

Si scambiano un'altra occhiata, poi arretrano leggermente. Forse per via del mio odore – in effetti, non deve essere piacevole stare vicino a me in queste condizioni.

«Joe, scusaci, ma puzzi da morire».

«Grazie, siete sempre molto gentili. Ora ditemi cosa dovrei sapere?»

Nick prende un respiro, poi mi fissa negli occhi. Esita qualche minuto, poi lancia la bomba: «Julia è incinta»

Il mondo si ferma. Sento il cuore battere fortissimo nelle orecchie. «Cosa?»

Kevin annuisce. «Lo abbiamo saputo per caso. La sua amica Steph ci ha contattati di nascosto... forse sperava che potessimo farla ragionare e...»

«Ragionare su cosa?»

Kevin abbassa lo sguardo, poi lo rialza. «Joe... il bambino è tuo».

Sento la terra mancarmi sotto i piedi. Julia aspetta un figlio...mio figlio.

«Ecco perché non dovresti rinunciarci a lei», continua Kevin. «Pare che sia tornata a Canada da sola. È a casa del fratello».

Resto in silenzio. Poi, senza esitazione, so cosa devo fare.

«Andrò in Canada».

L'aereo atterra a Toronto con un leggero sobbalzo. Appena recupero il telefono, chiamo il fratello di Julia e ci diamo appuntamenti alla stazione dei treni. Quando lo incontro rimango sorpreso dalla somiglianza: ha lo stesso sguardo di Julia, e persino il tono della voce mi ricorda il suo.

«Ha trovato un impiego al momento in una caffetteria. Il suo turno finisce alle 21», dice.

Un sorriso malinconico mi affiora sulle labbra. È buffo come la nostra storia sia iniziata proprio in una caffetteria. Mi faccio dare l'indirizzo e mio avvio.

Una volta lì, resto fuori a osservarlo dalla vetrina. È dietro al bancone, impegnata a prendere le ordinazioni, ignara dalla mia presenza. Guardo l'ora e decido di entrare.

«Buon pomeriggio, vuole accomodarsi?», mi domanda una cameriera bionda.

Annuisco e mi siedo a un tavolo appartato, dove posso osservare Julia senza che lei mi noti subito. Ordino un caffè nero e dei dolcetti. Poi, quasi per curiosità, chiedo alla cameriera: «Come si chiama quella ragazza al bancone?»

«Julia», dice

Il mio cuore batte. Aspetto.

Poco dopo, il mio ordine arriva. Mi cade il portafoglio mentre cerco di prenderlo, e proprio mentre mi abbasso per per raccoglierlo, sento la sua voce che mi blocca il respiro.

«Mi hanno detto che mi cercava».

Alzo lo sguardo. Julia è davanti a me, immobile, gli occhi spalancanti dallo stupore. «Tu... cosa ci fai qui?», balbetta. Poi si risponde da sola «Mio fratello! Giusto. Non si fa mai gli affari suoi»,

Mi alzo.«Julia, dobbiamo parlare, e tu sai di cosa. Quando pensavi di dirmelo?»

Lei abbassa lo sguardo. «Possiamo farlo dopo il turno?»

«Aspetterò qui».

Quando finisce, tenta di sgusciare fuori senza farsi notare, ma io sono più veloce e la ferma prendendola per il braccio. «Abbiamo una conversazione in sospeso», dico,

Camminiamo in silenzio fino a casa. Quando siamo abbastanza lontani da occhi discreti, le chiedo: «Perché non me l'hai detto?», le chiedo

«Non lo so», il suo sguardo è sfuggente. «Forse non volevo rovinarti la vita o...»

Le prendo la mano e la costringo a fermarsi. «Io questo bambino lo voglio. E voglio anche te»

Lei mi guarda a lungo. Poi bisbiglia: «Joe...»

«So che ti sei lasciata con Sandy...perché non ricominciamo? Da dove abbiamo lasciato un anno fa»

Lei esita, e così un sorriso aggiungo: «Se necessario, mi metto anche in ginocchio»

Lo faccio davvero. I passanti si fermano, incuriositi. Julia mi guarda incredula.

«Julia Fernandez», dico piano. «vuoi passare il resto della tua vita con me?».

Il silenzio dura un'eternità.

«Ci guardano tutti. Non farmi fare la figura dello scemo», le sussurro

Poi, un sorriso le appare in volto.

«Sì».

Strangers [Jonas Brothers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora